A Piacentino la Procura di Torino contesta l’evasione fiscale per un milione e 400mila euro. Relativa a vendite di sue opere avvenute tra il 2014 e il 2018
Evasione fiscale per un milione e 400mila euro. È questa – stando a quanto riporta l’edizione torinese del Corriere della Sera – l’accusa che la Procura di Torino ha mosso all’artista Gianni Piacentino, relativa a vendite di sue opere avvenute tra il 2014 e il 2018. Stando alla ricostruzione del quotidiano, Piacentino avrebbe commercializzato dipinti e installazioni lasciando che a incassare i bonifici e gli assegni fosse la sua allora compagna. Nato a Coazze nel 1945, l’artista partecipò ad alcune delle prime mostre dell’Arte Povera, esponendo con prestigiose gallerie come da Gian Enzo Sperone nel 1966. Nel suo curriculum ci sono partecipazioni ad eventi importanti come Documenta Kassel nel 1977 e la Biennale di Venezia nel 1993.
Stando a quanto ricostruito nell’inchiesta e dal Corriere, Piacentino “tra il 2014 e il 2018 avrebbe venduto 29 opere d’arte evadendo le imposte per circa un milione e 400 mila euro. Come? In pratica, al momento della cessione – pur essendo titolare di una regolare partita Iva per creazioni artistiche e letterarie – avrebbe chiesto agli acquirenti di versare i bonifici su un proprio conto corrente privato o su quello dell’allora compagna. Che in una fase successiva avrebbe poi riversato a lui le somme”. Piacentino si è difeso consegnando al magistrato un documento del 1998 che attesterebbe la donazione delle opere alla donna. Che le avrebbe vendute “a titolo ‘occasionale’, quindi senza tassazione. Dagli atti risulta che l’ex compagna abbia commercializzato tre o quattro tra installazioni e dipinti all’anno”.
Ma questa tesi pare non aver convinto gli investigatori. “L’analisi della contabilità personale di Piacentino avrebbe portato alla luce una triangolazione di denaro tra i conti correnti privati dell’artista e quello della fidanzata. Non solo, gli estimatori del pittore che hanno acquistato le opere hanno raccontato di aver sempre trattato direttamente con lui e di non conoscere la compagna”.