MADAMA BUTTERFLY, tragedia giapponese in tre atti di Giacomo Puccini, è in scena a Genova (fino al 28 gennaio) con Fabio Luisi che dirige l’Orchestra e il Coro dell’Opera Carlo Felice. Ecco la recensione
Madama Butterfly ha una drammaturgia che tocca corde profonde della natura umana come avviene solo nei miti e nelle leggende. Puccini scelse questa drammaturgia lineare e quanto mai focalizzata sulla protagonista, tanto che si potrebbe parlare di monodramma. E’ un Puccini cambiato, il nuovo secolo vede infatti un Puccini internazionale. Dopo Manon Lescaut, La Boheme e Tosca, le opere che gli avevano dato fama, il compositore lucchese vuol dar via ad una drammaturgia più moderna. Del resto oramai poteva ben permetterselo. Il soggetto di Madama Butterfly dà modo al musicista di cimentarsi per la prima volta con un aspetto molto in auge in quegli anni in tutta Europa, ma ancora timido in Italia: l’esotismo. Eppure la prima del 17 febbraio 1904, che ha luogo alla Scala, è un clamoroso insuccesso che offende il musicista senza però togliergli la convinzione che suo ultimo lavoro sia l’opera più sentita e suggestiva che abbia mai concepito.
La partitura subirà varie modifiche nel tempo e sarà la quinta a diventare la versione”tradizionale”. Confrontando la Butterfly primitiva con la Butterfly tradizionale si notano ben 19 passi in cui la mano di Puccini è intervenuta, senza dubbio la Butterfly primitiva è tragedia ancor più cruda e violenta di quella tradizionale in cui molti aspetti scabrosi sono stati edulcorati.
Opera Carlo Felice per questo quarto titolo della Stagione Lirica 2023-2024 ha scelto la quinta versione che raccoglie tutte le modifiche introdotte dal compositore tra le quali la suddivisione in tre atti, l’introduzione dell’aria «Addio fiorito asil» e significative varianti nella caratterizzazione di alcuni personaggi. A dirigerla Fabio Luisi, uno dei direttori d’orchestra più rinomati al mondo, che torna all’Opera Carlo Felice dopo i successi della Stagione 2022-2023 con Die Fledermaus di Johann Strauss II e con i concerti sinfonici Ciclo Bruckner, Mitteleuropa e Novecent. Luisi con grande maestria ha regalato al pubblico una lettura della partitura di straordinaria bellezza, facendo leggere tutta la tragicità di Butterfly che si avverte nella sua solitudine e nel suo inappagato e sincero amore per un uomo che non la merita. Con abilità ha riputito il linguaggio musicale di Puccini, sempre sincero, ma che a volte può sfociare nel mieloso. Insomma possiamo definire senz’altro lui la star dello spettacolo.
Ottima anche la regia di Alvis Hermanis, dal 1997 direttore artistico del New Riga Theatre. Allestimento che Opera Carlo Felice ha aquistato saggiamente dal Teatro alla Scala, che si ispira al Kabuki, genere teatrale tradizionale giapponese, incentrato sulla retorica del gesto come espressione del testo. Gestualità e movimento sul palcoscenico diventano così elementi centrali, e rivelano nel profondo la complessa psicologia di ogni personaggio. Ampio spazio viene dato dunque alla danza, qui eseguita con eleganza e garbo dalle componenti del Balletto Fondazione formazione danza e spettacolo “For dance” con le coreografie di Alla Sigalova. Le danzatrici sono quasi sempre presenti sulla scene e costituiscono come un alter ego di Cio-Cio-San. Fragilità e bellezza , peculiarità della farfalla, si riflettono nelle gentili figure delle giovani ballerine che danzano sui due piani della casa della protagonista fatta di pannelli scorrevoli di carta di riso. A differenza di altri registi contemporanei Hermanis ha prediletto il minimalismo giapponese, presente dappertutto, dando molta importanza alla luce, facendo uso di quei colori tenui caratteristici degli acquarelli delle stampe giapponesi tradizionali.
Impeccabile anche il cast di cantanti, a cominciare dalla protagonista, Lianna Haroutounian, che trova il giusto piglio drammatico nell’interpretazione del difficile personaggio di Cio Cio San. Fabio Sartori è un Pinkerton pieno di ardore, non nasconde il suo prorompente desiderio di avere la quindicenne giapponese. La sua è una voce potente, lo avevamo anche ascoltato al Concerto di Capodanno 2023-24 alla Fenice, e Puccini lo conosce bene, debuttò infatti nel 1996 in Boheme, vestendo il ruolo di Rodolfo. Adeguato Vladimir Stoyanov in Sharpless, un ruolo che potrebbe apparire ipocrita e che invece il baritono bulgaro veste con eleganza; stessa eleganza la ritroviamo anche in Manuela Custer, Suzuki, che rappresenta l’unica umanità che Butterfly incontra nella sua triste storia.
Madama Butterfly sarà in replica ancora venerdì 26 gennaio alle ore 20.00, sabato 27 gennaio alle ore 20.00 e domenica 28 gennaio alle ore 15.00.
Recensione dello spettacolo di venerdì 19 gennaio, alle ore 20.00