Wayne McGregor, direttore della Biennale Danza ancora per il 2024, per quest’anno ha voluto presentare un’anticipazione speciale della prossima edizione che sarà dal 18 luglio al 3 agosto. Speciale in quanto ad esibirsi dal 1 all’11 febbraio è una compagnia di pattinatori sul ghiaccio. I canadesi di Les Patin Libre infatti in questi giorni presentano Murmuration, che trova spazio al Pattinodromo Arcobaleno del Parco Albanese di Mestre, per l’occasione trasformato in pista di pattinaggio sul ghiaccio.
Sono dei performance artist rinomati per le loro coreografie ad alta velocità i Les Patin Libre. La compagnia, attiva dal 2005 a Montréal e diretta da Alexandre Hamel, crea nuovi paesaggi coreografici ormai noti e applauditi in tutto il mondo aprendo la danza a esperimenti cinestetici con la peculiarità di un movimento fluido e veloce, diverso da ogni altro. I quindici componenti provengono da 7 Paesi diversi (Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Repubblica Ceca, Svezia, Norvegia) sono tutti pattinatori professionisti, ma sono anche esperti di altre discipline come le arti circensi o gli sport su ghiaccio, come l’hockey.
Murmuration si rifà alle coreografie aeree degli storni, quando si riuniscono in nugoli prima delle migrazioni verso Sud. Murmuration è infatti il termine che indica il rumore, simile a un fitto mormorio, che il frullo delle ali di questi comunissimi e incredibili uccelli producono nei loro imperscrutabili volteggi. Come in un rituale benaugurante prima della partenza, questi stormi di uccelli disegnano traiettorie librandosi alti nei cieli, intrecciano figurazioni fantastiche scendendo in picchiata per virare bruscamente riacquistando quota in un battito d’ali. Quando ci capita di vederli è indubbio che siamo davanti ad uno spettacolo davvero ipnotizzante: quel grande numero di uccelli che si muovono all’unisono nel cielo, solitamente al crepuscolo, roteando e scendendo in picchiata ci affascina per la complessa coreografia che stanno eseguendo. Quando finalmente scendono per posarsi sugli alberi, il battito delle loro ali iridescenti produce una frenesia di suoni che pare proprio un “mormorio” .
Alexander Hamel con i cofondatori e co-coreografi della compagnia Pascale Jodoin e Samory Ba, cui si aggiunge il nuovo solista David Billiau cercano di riprodurre al massimo l’ipnotico murmuration in 75 minuti di spettacolo che si avvale di un efficace effetto di luce. Dopo 20 minuti di spettacolo infatti dalla fredda luce iniziale si passa ad un rosso più caldo in cui anche le coreografie frenetiche cambiano diventando più interessanti. La luce cambia ancora per diventare verde e qui i performer si muovono più lentamente, apparentemente senza una meta precisa come alla ricerca di pace. Quando la luce si scalda nuovamente per tornare rossa i pattinatori alzano le braccia al cielo e con un tour riprendono la dinamica forte per poi rallentare nuovamente fino a restare fermi. Riprenderanno a muoversi in coppie, formando gruppi. Ogni tanto sembra sia scelto uno come capro espiatorio. Sono animali in lotta per il potere che seguono il loro capofila, in questo caso Alexander Hamel che li guida nelle varie traiettorie. Il loro stare compatti può riportare al semplice “l’unione fa la forza”, e a quel punto lo sciamare non sarebbe altro che un’azione protettiva contro i predatori. Ma un’altra possibile spiegazione è anche quella che “insieme si sta più caldi” e in effetti al Pattinodromo Arcobaleno del Parco Albanese di Mestre sabato 3 febbraio c’era davvero molto freddo soprattutto per chi stava seduto sui gradoni a guardare lo spettacolo.
Malgrado questo, dopo un’ora di volteggi, i pattinatori-ballerini si tolgono le giacchette per restare in canottiera (certamente non sentono il freddo che accusa il pubblico malgrado le copertine di pile consegnate dall’organizzazione). Il loro muoversi cambia, sembra voglia dare un senso di riappacificazione generale: i movimenti diventano fluidi e la luce torna quella iniziale, sull’azzurro. In effetti siamo proprio sicuri che gli stormi degli uccelli siano dettati soltanto dal volersi proteggere dai predatori o dal freddo? Considerando la potenzialità del loro cervello, è possibile che le loro danze siano semplicemente un’espressione di pura gioia di movimento e, come afferma la professoressa Hemelrijk dell’Università di Groningen, “In assenza di un predatore, è effettivamente possibile considerare queste manifestazioni collettive come una sorta di danza”. Ed è proprio una danza sulle lame che la compagnia canadese ha voluto regalare a Venezia, quella dei piccioni e dei gabbiani, attraverso uno spettacolo che ha indubbiamente entusiasmato un pubblico eterogeneo.
A curare la particolare colonna sonora di Murmuration il membro del gruppo Jasmin Boivin, in collaborazione con Philippe Le Bon. Attorno allo spettacolo la compagnia propone un fitto programma di workshop e feste danzanti su ghiaccio aperti a tutti.