100 capolavori della collezione d’arte africana e dell’Oceania Barbier-Mueller andranno all’incanto da Christie’s a Parigi il 6 marzo
L’asta Barbier-Mueller: Art as Legacy comprende 100 opere di arte africana e dell’Oceania che illustrano decenni di passione della famiglia Barbier-Mueller. La vendita, dicono da Christie’s, è un omaggio ai collezionisti Josef Müller, Jean Paul e Monique Barbier-Mueller.
Josef Müller (1887-1977) è il fondatore della collezione Barbier-Mueller. Vero riferimento per il mondo dell’arte, è tra i principali conoscitori dell’avanguardia europea e, dagli albori del XX secolo, uno dei pionieri dediti all’esplorazione delle arti provenienti dalle culture extraeuropee. «Un visionario eclettico dotato di un gusto eccezionale per l’arte, che costruì nel corso degli anni una collezione davvero notevole e diversificata – raccontano dalla maison di Pinault – A partire dagli anni ’70, Jean Paul (1930-2016) e Monique (1929-2019) Barbier-Mueller completeranno e arricchiranno questa collezione unica a pieno titolo. Aggiunsero sculture africane di tipologie inedite e rare opere d’arte oceaniche, di cui Jean Paul Barbier-Mueller sarebbe diventato uno dei principali collezionisti del suo tempo. Queste notevoli acquisizioni apportarono alla collezione un’enorme ricchezza etnografica ed estetica. Anche Monique Barbier-Mueller, con il suo profondo amore per il continente africano, darà un contributo significativo. Le sue scelte raffinate hanno aggiunto numerose gemme all’insieme».
Nel corso di quasi un secolo, questi tre eccezionali collezionisti hanno costruito una straordinaria collezione di opere che raccontano la storia dell’arte africana e oceanica attraverso più secoli. Cento pezzi di questa collezione saranno messi all’asta da Christie’s a Parigi il 6 marzo. La vendita si concentrerà sul nucleo centrale e occidentale della collezione, creata da Josef Müller negli anni ’30. Il Metropolitan Museum of Art di New York ha dedicato una mostra alla collezione nel 2009.
The Art Newspaper ha svelato in anteprima che secondo una fonte vicina alla famiglia, la decisione di dismettere una parte della loro collezione, conservata al Museo Barbier-Mueller di Ginevra, fa seguito alla morte improvvisa di uno dei tre figli dei defunti Monique e Jean-Paul Barbier -Mueller.
Tra i top lot, ben 11 pezzi con stima “a richiesta”, emerge una maschera della Costa d’Avorio. Esattamente un secolo fa, il Pavillon de Marsan del Museo del Louvre dedicava una mostra alle sculture classiche provenienti dall’Africa, dall’Oceania e da altre “terre lontane”, che così acquisirono definitivamente lo status di opere d’arte. «L’estrema rarità di questa rappresentazione rende difficile determinarne la funzione – spiegano gli espeeti di Christie’s nella scheda in catalogo – Anche se la sua bellezza rivaleggia con quella delle maschere ritratto, alcune delle sue caratteristiche specifiche lo distinguono da esse. Le corna sulle tempie (caratteristica frequente tra i Guro) sono un imprescindibile omaggio al mondo animale, così come i lineamenti del volto e la particolare morfologia della parte posteriore del viso, che è stata impreziosita da una sorta di gorgiera, tutta punta ad esso appartenente alla famiglia kpan. I kpan ricoprono un ruolo importante negli spettacoli Goli, che si svolgono ancora oggi durante le celebrazioni paesane, dopo essere stati utilizzati in passato per eventi più tragici come i funerali. Se il grande africanista Maurice Delafosse avesse potuto ammirare la serena maestosità di questa maschera, avrebbe senza dubbio notato in essa le fattezze del faraone Amenhotep, confermando così la sua tesi che suggerisce “tracce di civiltà egiziana in Costa d’Avorio”».