Print Friendly and PDF

Napoli a Bergamo: l’arte che abbatte i confini

Napoli a Bergamo
Un dettaglio di Battistello Caracciolo per la mostra Napoli a Bergamo

L’arte anticipa i tempi, abbatte i confini, avvicina territori, tradizioni, spiriti e culture apparentemente o geograficamente lontanissime. Succede da sempre ed è successo, nel Seicento, a Bergamo con Napoli. La mostra, primo progetto sotto la direzione di Martina Bagnoli, vuole raccontare questa vicinanza, valorizzandola. Un’esposizione che rivela al pubblico lo straordinario legame tra Bergamo e la pittura napoletana del Seicento, di cui in città si scrisse un capitolo significativo grazie al ruolo di Luca Giordano (Napoli 1634 – 1705) e del suo allievo Nicola Malinconico (Napoli 1663 – 1726) nella decorazione di Santa Maria Maggiore e del Duomo.

Napoli a Bergamo (23 aprile 2024-1 settembre 2024), a cura di Elena Fumagalli con Nadia Bastogi, esplora infatti la meraviglia della pittura, tra naturalismo e barocco, eccessi e contraddizioni, attraverso oltre quaranta opere, con restauri realizzati appositamente e nuovi studi. All’importante nucleo di dipinti, provenienti da Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito, si uniscono opere inedite di Accademia Carrara e tele in prestito da chiese cittadine e del territorio bergamasco.

Da Battistello Caracciolo (1578 – 1635), precoce seguace napoletano di Caravaggio, al classicismo di Massimo Stanzione (1585 – 1656), dal tenebrismo di Jusepe de Ribera (1591 – 1652) alla grandiosità della pittura barocca di Mattia Preti (1613 – 1699), Luca Giordano – presente con più di venti opere – e del suo allievo Nicola Malinconico.

Un dettaglio di Luca Giordano per la mostra Napoli a Bergamo

Commenta con Facebook

Altri articoli