Amata, riprodotta, scomparsa, desiderata. L’Orchidea Perduta di Vladimir Tretchikoff ricompare a quasi settant’anni dall’ultima volta e lo fa per essere venduta in asta, da Bonhmas, il 27 marzo 2024, a Londra. La stima è di 150-200 mila sterline.
Tra gli artisti più riprodotti e venduti del secolo scorso c’è sicuramente Vladimir Tretchikoff (sudafricano, 1913-2006), anche grazie a uno stile a volte definito kitsch, ma sicuramente pop, nell’accezione di un’arte che arrivava al popolo in maniera diretta. A circolare in centinaia e centinaia di copie, in particolare, erano le stampe, utili a diffondere in modo capillare le immagine che l’artista imprimeva sui dipinti. Tra queste ce n’è una particolarmente famosa, l’Orchidea Perduta. Non solo per lo spessore estetico e il carico simbolico dell’opera, ma anche perché ironia della sorte, quell’orchidea alla fine è andata perduta per davvero.
La storia dell’Orchidea Perduta iniziò durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel febbraio 1942, in qualità di artista ufficiale del Ministero dell’Informazione britannico, Tretchikoff era a bordo di una nave che evacuava il personale del ministero dal Sud Africa. La nave fu bombardata dai giapponesi e i 42 sopravvissuti remarono prima verso Sumatra, che scoprirono già occupata dall’esercito giapponese; poi si diressero a Giava, solo per scoprire che anche quella era occupata. Catturato, Tretchikoff fu imprigionato a Serang (dove trascorse tre mesi in isolamento), quindi fu rilasciato e trascorse il resto della guerra a Batavia, (ora Giakarta), dove lavorava sotto la supervisione di un artista giapponese. Qui conobbe Leonora Schmidt-Salomonson (Lenka) che divenne la sua amante e una delle sue modelle più famose.
É sempre a Giakarta che la prima versione dell’orchidea vede la luce. Una mattina, poco dopo che i giapponesi lo avevano liberato dal campo di prigionia, vide il fiore abbandonato lungo la strada. “Sulle foglie brillavano gocce di rugiada fresca e per me era come se il fiore piangesse“, ricorda Tretchikoff. “L’orchidea rappresenta la vita“, ha spiegato. “La gente lo usa e poi lo butta via, senza pensarci. Per questo ora è abbandonato, perduto, piange!“.
L’opera, datata 1948, fu terminata nel dopoguerra, quando l’artista raggiunse la famiglia a Cape Town, e divenne subito uno dei lavori più apprezzati nelle sue mostre. Tanto da spingere l’uomo d’affari John Schlesinger ad acquistare l’opera. Nel 1952, però, l’artista la riacquistò – “mi ha fatto sborsare il triplo di quello che aveva pagato, ma visto il suo successo suppongo sia stato giusto” – per poterla esporre nelle mostre che avrebbe tenuto negli Stati Uniti.
Durante una di queste, a Chicago, l’opera fu notata dall’attore newyorkese Mark Dawson (1920-2007). Disposto ad acquistarla subito, dovette invece attendere la fine delle mostre programmate da Tretchikoff, dove ovviamente l’orchidea doveva presenziare. L’opera entra così nella collezione di Dawson solo nel 1955, ma da quel momento non ne esce più. Né una mostra, né un passaggio in asta, né un’occasione per ammirarla. La sua immagine, via stampa, continua però a circolare. Decine di milioni di stampe vendute hanno reso Tretchikoff uno degli artisti più riprodotti del XX secolo e la sua Orchidea Perduta un best-seller.
Eppure, in questa sovraesposizione di copie, l’originale è sembrato a lungo sostanzialmente scomparso, protetto dalla segretezza dovuta al suo acquirente. La voglia di rivederlo era tale che nel 2009 qualcuno ha pensato che fosse stato finalmente ritrovato, ma la mancanza di un dettaglio – il fiammifero usato, sui gradini in alto a destra – ha fatto naufragare l’ipotesi. Questa volta, invece, è tutto vero. L’Orchidea Perduta è ricomparsa da Bonhams, che la propone in vendita durante l’asta di arte africana moderna e contemporanea il 27 marzo a Londra. La stima è di 150-200 mila sterline.