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Alla Serpentine in arrivo la grande mostra su Yinka Shonibare, in parallelo con la sua presenza in Biennale

Yinka Shonibare. Courtesy yinkashonibare.com
Yinka Shonibare. Courtesy yinkashonibare.com

Dal 12 aprile al primo settembre 2024 la Serpentine presenta una mostra personale di opere nuove e recenti dell’artista nigeriano britannico Yinka Shonibare (1962, Londra). Intitolata “Suspended States“, la mostra – che sarà allestita alla Serpentine South – coinciderà con le due presenze dell’artista alla 60a Biennale di Venezia.

Shonibare sarà presente, infatti, uno degli otto artisti intergenerazionali che espongono nel Padiglione Nigeria nella mostra “Nigerian Imaginary”, che riflette sul presente del Paese e sulle sue sfide per il futuro. Shonibare sarà anche uno degli artisti che esporranno nel padiglione centrale della Biennale di Venezia,  nella mostra “Foreigners Everywhere”, curata da Adriano Pedrosa all’Arsenale.

«La prima mostra personale di Shonibare da oltre 20 anni a questa parte in un’istituzione pubblica londinese, segna un ritorno per l’artista che ha esposto per la prima volta alla Serpentine South nel 1992 come finalista del Barclays Young Artist Award e come partecipante alla Serpentine’s Interview Marathon del 2006», ha ricordato l’istituzione con sede ai Kensington Gardens.
La mostra sarà curata da Tamsin Hong e Alexa Chow, assistente curatore, in stretta collaborazione con l’artista, ed è prodotta da Halime Özdemir.

«”Suspended States” – hanno anticipato – comprenderà installazioni nuove e recenti, sculture, trapunte pittoriche e stampe xilografiche. Le opere in mostra esploreranno i temi centrali dell’eredità del potere coloniale, dei luoghi di rifugio e di riparo. I nuovi lavori di Shonibare sono incentrati sui conflitti e le relative migrazioni, nonché sulle sculture pubbliche e sul loro significato nelle nostre città. La mostra approfondirà anche l’impatto ecologico della colonizzazione, l’eredità europea dell’imperialismo e i conseguenti tentativi di pace».

Yinka Shonibare CBE RA ha dichiarato: «Il mio lavoro ha sempre riguardato l’attraversamento dei confini; geograficamente, visivamente, storicamente e concettualmente. “Suspended States” è una mostra che affronta la sospensione dei confini, siano essi psicologici, fisici o geografici – tutti i confini delle nazioni sono in uno stato di sospensione. È una mostra in cui l’iconografia occidentale viene reimmaginata e interrogata, in un momento storico in cui il nazionalismo, il protezionismo e l’ostilità verso gli stranieri sono in aumento».

Bettina Korek, CEO della Serpentine e Hans Ulrich Obrist, direttore artistico della Serpentine hanno dichiarato: «La prima mostra istituzionale di Yinka Shonibare CBE si tenne qui alla Serpentine 32 anni fa, ed è un onore speciale accogliere nuovamente l’artista nelle gallerie. Come narratore multidisciplinare, il lavoro di Shonibare incarna la missione della Serpentine di costruire nuove connessioni tra artisti e società. “Suspended States” prosegue con i quesiti fondamentali della carriera di Shonibare sulle storie coloniali e sui lasciti dell’arte pubblica, una linea di indagine che non potremmo essere più orgogliosi di condividere con il pubblico di Londra per la prima volta dopo decenni».

Yinka Shonibare CBE, Decolonised Structures (Queen Victoria), 2022, Fibreglass sculpture, hand-painted with Dutch wax pattern and wooden plinth, 139 x 75 x 57 cm. Commissioned by Sharjah Art Foundation. Courtesy of the artist and Goodman Gallery, Cape Town, Johannesburg, London and New York, James Cohan Gallery, New York and Stephen Friedman Gallery, London and New York. Photographer: Stephen White & Co. © Yinka Shonibare CBE
Yinka Shonibare CBE, African Bird Magic (Sokoke Scops-Owl), 2023, Patchwork, applique, quilting, hand dyed silk, linen and cotton and Dutch wax printed cotton, 205 x 164 x 5 cm. Courtesy of the artist and Goodman Gallery, Cape Town, Johannesburg, London and New York, James Cohan Gallery, New York and Stephen Friedman Gallery, London and New York. Photographer: Stephen White & Co. Photo: © Yinka Shonibare CBE

Le opere nel percorso espositivo

«La prima installazione, Sanctuary City, comprende una serie di edifici in miniatura che sono attualmente o sono stati storicamente luoghi di rifugio per gruppi perseguitati e vulnerabili. Tra questi, i recenti edifici Hôtel de Mille Collines, in Ruanda, e la sede di Refuge a Londra; luoghi di culto come la Cattedrale di Notre Dame, a Parigi, e la Chiesa Metodista Cinese, a Hong Kong; anche gli antichi siti Tempio di Teseo, in Grecia, e Tempio Tokeiji, in Giappone, saranno inclusi nell’installazione su larga scala. Ogni modello è dipinto di nero, con gli interni in cera olandese illuminati da luci provenienti dall’interno, creando un’atmosfera cupa per contemplare i bisogni umanitari di rifugio in tutto il mondo. L’artista descrive la crisi dei rifugi come “una delle preoccupazioni politiche più urgenti in questo momento”».

«La serie delle biblioteche di Shonibare prosegue con The War Library, la seconda nuova installazione della mostra che presenta 5mila libri rilegati in cera olandese con scritte in oro sui dorsi che indicano conflitti e trattati di pace legati alle ambizioni imperiali. Shonibare ritiene che quest’opera sollevi domande sulla “memoria umana e l’amnesia”».

«Al centro della mostra ci sono i temi dell’emergenza climatica e della sostenibilità alimentare. La serie di trapunte African Bird Magic giustappone immagini di manufatti africani che hanno ispirato il modernismo occidentale a immagini di uccelli africani in via di estinzione. Questi pezzi esplorano il degrado dell’ambiente africano a causa dell’industrializzazione coloniale e i suoi effetti disastrosi sull’ecologia».

«La mostra esplorerà anche come la pratica sociale di Shonibare sia un’importante estensione di quella visiva. L’artista ha sviluppato e costruito due nuovi spazi di residenza per artisti a Lagos e Ijebu, in Nigeria, inaugurati nel maggio 2022. Fuori dal villaggio di Ikise, vicino a Ijebu Ode, si trova una fattoria funzionante, a due ore da Lagos, che si occupa di artigianato transdisciplinare, design, arte e ambiente, sostenibilità alimentare e agricoltura.
Yinka Shonibare CBE ha dichiarato: “Ho fondato la fattoria perché mi sono reso conto dell’importanza della ricerca intorno alla natura, dello sviluppo di progetti creativi e della celebrazione del rapporto con la natura e della nozione di sostenibilità alimentare. È molto importante, soprattutto in un luogo come la Nigeria, dove il cibo è fortemente importato. La fattoria è un luogo dove coltiviamo il cibo e dove i creativi possono stare. Si tratta di addentrarsi nella mia pratica di studio e in quella sociale”».

«Creatures of the Mappa Mundi di Shonibare attinge all’immaginario della mappa medievale della cattedrale di Hereford. Le opere guardano alla storia della xenofobia dentro le vicende storiche europee e alla conseguente estinzione delle specie. Shonibare spiega che: “La mappa riflette le nostre preoccupazioni contemporanee sulla paura dell’estraneo o dell'”altro”, che spesso porta alla xenofobia. Le raffigurazioni di creature leggendarie estinte ci ricordano che potremmo ancora estinguerci se non ci prendiamo cura del nostro ambiente”».

«In tutta la mostra sono presenti opere che incorporano l’uso caratteristico di Shonibare della stampa a cera olandese, un simbolo dell’intricata relazione tra Africa ed Europa. Questo tessuto dai colori vivaci si ispira ai disegni batik indonesiani, prodotti in serie dagli olandesi e infine venduti alle colonie britanniche dell’Africa occidentale».

«Le repliche di monumenti pubblici londinesi, tra cui figure coloniali come la Regina Vittoria e Herbert Kitchener, il primo Conte Kitchener, sono state ridimensionate e dipinte con motivi in stile stampa a cera olandese per mettere in discussione la loro autorità pubblica nella serie Decolonised Structures. Queste opere richiamano l’attenzione sul ruolo dei monumenti originali e mettono in discussione la loro continua presenza in ambito pubblico».

«In parallelo, Unstructured Icons e Cowboy Angels presentano maschere africane sovrapposte a volti di detentori del potere occidentale e cowboy. Unstructured Icons evidenzia gli stili di vita lussuosi sostenuti dalla colonizzazione e l’importanza dell’arte africana per la cultura e l’economia globale».

Yinka Shonibare CBE, Decolonised Structures, 2022-23. Fibreglass sculptures, hand-painted with Dutch wax pattern, gold leaf and wooden plinths. Dimensions variable. Commissioned by Sharjah Art Foundation. Courtesy of the artist and Goodman Gallery, Cape Town, Johannesburg, London and New York, James Cohan Gallery, New York and Stephen Friedman Gallery, London and New York. Photographer: Stephen White & Co. © Yinka Shonibare CBE

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