Dal 6 marzo al primo luglio il Musée de l’Orangerie, a Parigi, dedica all’artista americano Robert Ryman (1930-2019). la mostra “Le regard en acte” (Lo sguardo in atto, ndr), a cura di Claire Bernardi, Direttrice del Musée de l’Orangerie, con la collaborazione di Guillaume Fabius, assistente curatore. «Questa prima presentazione su larga scala dell’opera del pittore in terra francese dal 1981 ricorda l’importanza storica dell’artista a cinque anni dalla sua scomparsa. Troppo spesso equiparato al movimento minimalista americano (con il quale dialoga abitualmente sulle pareti dei musei), oggi l’approccio unico di Ryman esige di essere visto per se stesso e da solo», ha anticipato il museo.
«Il Musée de l’Orangerie, che ospita l’ultimo capolavoro di Claude Monet, le Nymphéas, – ha proseguito – è un luogo adatto a questa reinterpretazione. Ryman, che rifiutava la nozione di influenza e l’idea di esporre in dialogo con un altro artista, ha comunque il suo posto nella storia della pittura, mettendone in discussione ogni aspetto e fondamento. Come Monet prima di lui, si è concentrato in modo quasi ossessivo sulle specificità del suo medium, esaminando le nozioni di superficie, il limite dell’opera, lo spazio in cui è incorporata, la luce con cui gioca e la durata in cui viene utilizzata».
«È attorno a queste semplici nozioni – superficie, limite, spazio, luce e durata – che si articolerà la mostra. Tutti elementi fondamentali della pittura di cui Ryman esaurisce le potenzialità, per meglio farli rivelare l’uno all’altro. È grazie al modo di vedere del pittore, al suo occhio in costante azione, che la pittura, ridotta all’essenziale, assume tutto il suo significato. Con questa mostra, quindi, speriamo di affrontare una questione fondamentale nell’approccio di Ryman: mostrare la pittura nella sua semplice purezza, rivelandola grazie alla luce e allo spazio in cui è integrata, tutti elementi altrettanto necessari quanto le sue componenti fisiche (medium, supporto, fissaggio, ecc.)», ha dichiarato il museo.