L’epopea dei cafés chantants in Italia e in Europa è ripercorsa da un volume di Adriano Bassi per Reverdito Editore
Adriano Bassi, pianista, compositore e direttore d’orchestra, ripercorre questa storia affascinante attraverso le sue figure più importanti e ricostruendone il contesto storico e sociale. Senza il café chantant la Belle Époque non sarebbe probabilmente stata la stessa: luogo di delizie, di piaceri (spesso soltanto immaginati), di bellezza muliebre, di musica e di ebbrezza, e ovviamente di buon bere. Dalle sue sale sono passati tutti, gentiluomini e ladri, ricchi e poveri, nobili e plebei, spie e letterati, artisti e scioperati.
Un mondo socialmente vivace, che Adriano Bassi ci restituisce in tutta la sua schiettezza ed eleganza d’altri tempi, inquadrandolo nel suo contesto storico, e cioè quell’Europa tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento che affrontava la crisi del positivismo e il baratro che l’avrebbe portata alla tragedia della Grande Guerra. Ma intanto, luci e champagne, belle donne e musiche allegre; il café chantant divenne presto un luogo magico dove sognare ad occhi aperti dimenticando per un istante le angosce del momento storico o le difficoltà della vita quotidiana, in Italia come nel resto d’Europa. Perché dalla Francia, il café chantant si diffuse rapidamente nel resto del Vecchio Continente. Da Roma a Trieste, da Milano a Messina passando per Firenze, e ancora da Londra a Vienna, da Budapest a Parigi, in un capitolo ad hoc Bassi traccia un’ideale mappa geografica di questa vera e propria, anche se non ufficiale, “istituzione sociale” della Belle Époque.
Le figure leggendarie del café chantant sono appunto le Sciantose, cantanti e ballerine che riempivano il palcoscenico con la loro bellezza e i loro abiti seducenti, lasciando trasparire alle sue spalle un mondo di opulenza e di sogno. Così non era, come ben spiega Bassi nella sua disamina, perché la sciantosa proveniva spesso dai bassifondi, e vedeva nella carriera una piccola possibilità di vivere una vita migliore, di allontanarsi almeno un po’ dalla povertà; una figura che comunque ha carpito l’attenzione di eminenti intellettuali quali Benedetto Croce e Salvatore Di Giacomo, o Roberto Bracco, che della Sciantosa scrisse un elogio in versi (riportato nel testo). Da Elvira Donnarumma a Carolina Otero e Cléo de Mérode, storie di donne e di vite, non sempre facili a dispetto delle apparenze.
Bassi ripercorre la storia di questo straordinario luogo di arte e bellezza attraverso le figure che lo hanno reso appunto iconico, a cominciare dalle Sciantose, passando per attori, artisti, compositori, per finire alle anonime maestranze, dal trovarobe al rumorista, che dietro le quinte contribuivano a trasformare in realtà, almeno sul palcoscenico, la magia dello spettacolo. Perché café chantant non è soltanto bellezza muliebre; è anche musica, poesia, teatro, e tanti sono stati musicisti e compositori che hanno contribuito a creare il mito; da Petrolini a Scarpetta, da Pasquariello a Viviani, figure note e meno note di cui Bassi traccia brevi ma fulgide biografie, ricostruendo al meglio quel mondo artistico e umano che fu il café chantant.
Un libro gradevole che scorre piacevolmente come un racconto, appena venato di nostalgia per il passato, per quelle luci che si sono spente da tempo, ma i cui echi, in un modo o in un altro, sono ancora vivi nell’immaginario collettivo.
Il volume è impreziosito dalle illustrazioni di Fulvio Bernardini, che rilegge alcune immagini iconiche legate al mondo del café chantant.
Viaggio nel Grand Café Chantant
Reverdito, 2023