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In mostra a Parigi le opere e gli arredi di Notre-Dame, restaurati e pronti a tornare nella cattedrale

Il restauro dei Maggi di Notre-Dame © DRAC Île de France
La prédication de S. Pierre à Jérusalem, Charles Poërson, 1642 © DRAC Île de France

Organizzata dal Mobilier National di Parigi, la mostra raccoglie tredici monumentali dipinti, opere, decori e oggetti restaurati dopo l’incendio di Notre-Dame e che vi faranno ritorno una volta completati i lavori nel 2025. Nel frattempo, sono in esposizione dal 14 aprile al 21 luglio 2024.

Dai capolavori salvati dall’incendio del 15 aprile 2019, ai pezzi contemporanei che saranno aggiunti alla collezione della cattedrale. Il Mobilier National di Parigi ha allestito una mostra dedicata a Notre-Dame. O meglio, ai cinque anni di lavoro, restauri e pianificazione che hanno caratterizzato il percorso di riapertura di uno dei simboli della Francia e dell’intera cristianità.

Un’occasione pressoché unica per ammirare il patrimonio decorativo di Notre-Dame in un contesto diverso da quello a cui siamo abituati, e a cui ci auguriamo ritorni presto. Inoltre, è altrettanto preziosa la possibilità di carpire tecniche e segreti dei restauratori del Île-de-France Regional Department of Cultural Affair, che si sta occupando di sistemare le opere danneggiate nell’incendio. Sia attraverso la visione diretta delle opere sistemate, sia grazie ai contributi digitali che entrano nel dettagli di processi e dinamiche di restauro.

Tra i pezzi chiave esposti in mostra ci sono indubbiamente tredici dei Maggi conservati nella cattedrale. Si tratta di un ciclo di dipinti dalla storia lunga e affascinante, che per la prima volta vengono esposti in una cornice scenografica unitaria, anziché nelle cappelle laterale in cui sono solitamente conservate. La loro vicenda risale all’inizio del XVII secolo, quando nel tentativo di rinnovare l’espressione della fede cattolica dopo la fine delle guerre di religione, la decorazione interna della cattedrale Notre-Dame de Paris fu ridisegnata e arricchita.

Tra le altre iniziative, il 1° maggio di ogni anno, dal 1630 al 1707, la confraternita degli orafi parigini offrì a Notre-Dame un dipinto di grande formato (circa 4,50 m per 3,50 m) in omaggio alla Vergine Maria. Da qui il nome Maggi, che furono inizialmente disposti sui pilastri della cattedrale, prima di venire dispersi durante la Rivoluzione. I soggetti, a volte inediti, erano decisi e controllati dai canonici di Notre-Dame. Raffigurano gli Atti degli Apostoli, i Vangeli o i temi fondanti della Controriforma. A realizzarli i grandi artisti del periodo, come Charles Le Brun, Eustache Le Sueur, i Coypels, Laurent de La Hyre, Joseph Parrocel o i fratelli Boullogne.

Oggi del celebre ciclo rimangono 52 dipinti, non tutti in condizione di essere esposti, e sono divisi tra Notre-Dame, il museo del Louvre, musei provinciali e varie cattedrali e chiese. 13, nello specifico, sono quelle conservate a Notre-Dame, e che ora rappresentano i pezzi più interessanti dell’esposizione al Mobilier National.

Accanto a loro, anche il grande tappeto del coro, che misura quasi 200 metri quadrati, commissionato da Carlo X e donato alla cattedrale da Luigi Filippo. Ma anche le creazioni contemporanee che entreranno a fare parte dell’arredo della cattedrale, perlopiù progettate dall’artista Guillaume Bardet (battistero, altare, cattedra, ambone e tabernacolo), e il prototipo della nuova sedia per i fedeli, disegnata da Ionna Vautrin.

Il restauro dei Maggi di Notre-Dame © DRAC Île de France
Il restauro dei Maggi di Notre-Dame © DRAC Île de France
Il restauro dei Maggi di Notre-Dame © DRAC Île de France
Il restauro dei Maggi di Notre-Dame © DRAC Île de France
Il restauro dei Maggi di Notre-Dame © DRAC Île de France

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