Print Friendly and PDF

Il 1848 a Napoli fra storia e romanzo

Pittore anonimo, Le barricate a Via Santa Brigida Napoli il 15 maggio del 1848
Pittore anonimo, Le barricate a Via Santa Brigida Napoli il 15 maggio del 1848

Due importanti volumi di Petruccelli della Gattina e Alianello – due letterati lucani di indubbio spessore -, purtroppo dimenticati ma fortunatamente ristampati da Osanna Edizioni, per comprendere la storia, i meccanismi politici, le questioni sociali e le aspettative di un intero popolo, che agitarono Napoli nel 1848

In Italia, il 1848 non significa soltanto Milano, Brescia, Venezia, Firenze e Roma. Anche Napoli ebbe la sua “febbre costituzionale”, che scoppiò un po’ in tutto il Regno, dalla Sicilia alla Puglia, alla Basilicata, investendo appunto anche la capitale. E quella che è passata alla storia come la “rivoluzione napoletana” è stata una tappa cruciale nello sviluppo delle forme della politica moderna nel Regno delle Due Sicilie e nella definizione delle correnti politiche del Risorgimento. All’interno del suo vasto catalogo dedicato alla letteratura dell’Italia Meridionale, Osanna Edizioni annovera due splendidi testi sulle vicende napoletane del 1848, assai diversi fra loro nel carattere, ma ugualmente incisivi nello stile e nei concetti.

Considerato da Indro Montanelli “il più brillante giornalista italiano dell’Ottocento” le cui pagine ancora oggi “incanterebbero per la loro freschezza e modernità”, Ferdinando Petruccelli della Gattina (1815-1890) – giornalista e scrittore lucano nativo di Moliterno ma deceduto a Parigi – è stato fra i primi intellettuali italiani ad analizzare quel progetto di Stato costituzionale che sembrò potersi realizzare nel Regno delle Due Sicilie fra gennaio e maggio del 1848. Il risultato fu La rivoluzione di Napoli del 1848, riscoperto da Osanna Edizioni, che l’ha arricchita dell’’accurata introduzione di Luigi Parente; ulteriori, significative pagine necessarie a inquadrare l’opera e il suo autore nel loro contesto storico e fornisce elementi e considerazioni utili a capire la valenza di queste pagine e la valenza di Petruccelli della Gattina in quanto “storico del presente”.

Petruccelli della Gattina affronta la questione del ’48 a Napoli tracciando la situazione in cui versava all’epoca il Regno borbonico, soffermandosi sulle condizioni delle campagne in primis, ma anche dei ceti sociali più elevati; per questo la sua opera costituisce anche un documento sulla società meridionale di metà Ottocento. La narrazione prosegue con una documentata analisi politica dei fatti, inquadrati nel più ampio contesto dell’Italia dell’epoca e persino delle impressioni che le vicende locali avevano suscitato all’estero. Dalla politica “alta” all’uomo della strada, la rivoluzione napoletana viene spiegata in tutti i suoi differenti livelli, soffermandosi con onestà intellettuale su tutti quegli elementi che ne impedirono il compiersi. Pagine dalle quali emergono storture e contraddizioni dalle quali l’Italia intera, paradossalmente unita, non è completamente riuscita a guarire.

Invece, all’interno dei fatto storici puntualmente analizzati da Petruccelli della Gattina – Carlo Alianello valente scrittore noto per aver raccontato il Risorgimento visto dal Sud – inserisce una vicenda dal valore altamente simbolico: Soldati del re (1952) è un romanzo storico, breve, ma sapido e intenso, che pone sullo stesso piano lealisti e rivoluzionari, “cafoni” e aristocratici, giovani e vecchi, idealisti e pragmatici. Nel fatidico giorno del 15 maggio 1848 si intrecciano le vicende di una ballerina, un’attrice drammatica, un drammaturgo, un ufficiale dei Lancieri, un soldato semplice del reggimento dei Granatieri e uno studente di legge. Tutti, a modo loro, si ritrovano sulle barricate, per un ideale politico o per amore, da una parte o dall’altra e tutti sono accomunati, nella narrazione dell’autore, dalla necessità di trovare un senso compiuto ai fatti, grandi e piccoli, che la Storia pone loro davanti e dei quali, loro malgrado, sono consci o inconsci protagonisti, piccoli ingranaggi di uno strumento più grande. L’autore ci restituisce il 1848 a Napoli visto dalla parte del popolo, dal punto di vista dei suoi pensieri interiori, del suo rapporto più intimo con l’ideale (rivoluzionario o lealista che sia). Come di consueto, lo scrittore lucano intramezza il dialetto all’italiano, un espediente che dà colore ai personaggi e li rende ancora più veri con le loro emozioni e vicende, e restituisce la concitazione, i dubbi, la rabbia, la delusione che li agitano nel profondo.

E il mistico, surreale finale, sembra portare una paradossale pacificazione degli animi con una sorta di “mediazione celeste”; un geniale espediente narrativo con cui Alianello esprime la sua umana indulgenza per tutti colore che, da una parte o dall’altra della barricata, hanno creduto nel loro ideale.

Al pari di una commedia sofisticata appena venata di meridionale fatalismo, che preferisce il dialogo alle scene d’azione, il romanzo scorre placido ma screziato di una cupa, elegante introspezione, che raggiunge alte vette di riflessione civile. Alianello è infatti, in primo luogo, scrittore di pensiero, e nel pubblicarne i romanzi Osanna Edizione compie opera meritoria verso la letteratura italiana del Novecento.

 

PETRUCELLI DELLA GATTINA FERDINANDO
La rivoluzione di Napoli nel 1848
A cura di F. Torraca. Introduzione di L. Parente
1990, p. 206, ISBN 9788881670109
14,00€

ALIANELLO CARLO
Soldati del re
2000 (2a Ediz.) , pp. 146 – ISBN 9788881670048
18,00€

Commenta con Facebook

Altri articoli