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Si può dipingere un ritratto astratto? Per Zhang Enli ora è l’unico modo possibile

Zhang Enli, A Traveller. Xavier Hufkens, Bruxelles Zhang Enli, A Traveller. Xavier Hufkens, Bruxelles
Zhang Enli, A Traveller. Xavier Hufkens, Bruxelles
Zhang Enli, A Traveller. Xavier Hufkens, Bruxelles

La seconda mostra di Zhang Enli con la galleria Xavier Hufkens di Bruxelles, intitolata A Traveller, svela la nuova serie di ritratti astratti del pittore cinese. Dal 15 marzo all’11 maggio 2024.

Sono trent’anni che Zhang Enli declina la sua pittura in senso ritrattistico. L’uomo, nel suo manifestarsi estetico e nel suo universo interiore, è da sempre l’interesse principale dell’artista. L’ha osservato e riprodotto a lungo, così a lungo che la riproduzione ha perso di senso, in favore di una rappresentazione più suggestiva e dai contorni sfumati.

Così, se negli anni ’90 Zhang poteva dirsi un ritrattista figurativo, nelle decadi successive ha interpretato il soggetto naturale considerandolo alla stregua di un ritratto, oggi l’artista ha sviluppato uno stile che trascende i confini tra figurazione e astrazione, un linguaggio visivo unico che collega il colore e la forma alla memoria e all’emozione. L’obiettivo? Dare l’ennesima versione di un ritratto.

Si tratta di una sorta di espressionismo intuitivo, molto vicino all’astrattismo di matrice gestuale, che vuole catturare l’essenza dei soggetti senza passare dalle loro caratteristiche estetiche. A tal proposito, Zhang dice: “Non puoi mai descrivere qualcuno in modo chiaro o semplice con una sola frase. Penso che lo stesso valga per tutto. Non ho mai pensato agli esseri umani come facilmente descrivibile… Le idee e la coscienza di una persona sono spesso inaccessibili”.

Questa svolta astratta è dunque da intendere come un nuovo tentativo di penetrare e rappresentare i luoghi inaccessibili dell’uomo, di aggiungere una dimensione alla sua descrizione, di approfondire la visione che abbiamo di noi. Una visione chiaramente filtrata dallo stile di Zhang, che in questo caso opta per la sovrapposizione e di linee e forme abbozzate, su uno sfondo impalpabile, liquido, fluido.

Per aiutare l’osservatore a orientarsi nei ritratti, che in quanto astratti lasciano pochi appigli con il reale, Zhang affida ai titoli una funzione introduttiva, utile a circoscrivere l’immaginario a cui fa riferimento e dare una chiave d’accesso all’opera. Troviamo così titoli come Tree Planter o Electrician, che ci avvicinano al soggetto rappresentato e offrono spunti per entrare appieno nell’opera. D’altra parte, così conformati i ritratti rifuggono qualsiasi interpretazione fissa e stimolano un dialogo a tre tra artista, soggetto e spettatore.

Zhang Enli, A Traveller. Xavier Hufkens, Bruxelles
Zhang Enli, A Traveller (in foto l’opera Tree Planter). Xavier Hufkens, Bruxelles
Zhang Enli, A Traveller. Xavier Hufkens, Bruxelles
Zhang Enli, A Traveller. Xavier Hufkens, Bruxelles
Zhang Enli, A Traveller. Xavier Hufkens, Bruxelles
Zhang Enli, A Traveller (in foto l’opera Electrician). Xavier Hufkens, Bruxelles

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