Print Friendly and PDF

Annunciate le opere vincitrici dell’ambitissima Fourth Plinth Commission di Trafalgar Square, per 2026 e 2028

Andre Ursuta, Untitled @ london.gov.uk
Da sinistra: Tschabalala Self, Lady in Blue e Andre Ursuta, Untitled

La città di Londra ha annunciato ieri sera le nuove opere vincitrici per il Fourth Plinth Commission di Trafalgar Square, una dei progetti in spazi pubblici più in vista al mondo. La prima, che sarà esposta nel 2026, è stata assegnata a Tschabalala Self con l’opera Lady in Blue e la seconda, per il 2028, ad Andra Ursuţa con Utitled.
A settembre 2024 sarà presentata Improntas (Impronte) di Teresa Margolles, mentre la scultura attualmente esposta è Antelope di Samson Kambalu

Così si legge sul sito dell’amministrazione cittadina: «Sono state scelte le prossime opere che occuperanno il Fourth Plint di Trafalgar Square. Lady in Blue di Tschabalala Self occuperà uno degli spazi d’arte pubblica di più alto profilo al mondo a partire dal 2026, mentre Untitled di Andra Ursuţa sarà installato dal 2028». La rosa dei finalisti era composta da sette opere, con lavori di Chila Kumari Singh Burman MBE, Gabriel Chaile, Ruth Ewan, Thomas J Price, Veronica Ryan OBE RA, oltre alle due vincitrici (potete verde tutte le opere finaliste qui).

Lady in Blue di Tschabalala Self «rende omaggio a una giovane donna metropolitana di colore, ispirata dal desiderio di portare una “everywoman” contemporanea a Trafalgar Square. Realizzata in bronzo, l’opera sarà patinata con il blu lapislazzuli, un pigmento raro e raffinato utilizzato fin dall’antichità».

Untitled di Andra Ursuţa è «una statua equestre avvolta da un sudario – traslucida, verde chiaro. Il cavaliere e il cavallo rimarranno anonimi, i loro tratti distintivi nascosti sotto le pieghe che li avvolgono. In bilico al limite della visibilità, l’opera è un monumento pubblico ancora da scoprire o già cancellato. Un fantasma della storia e una parodia di se stessa».

Le artiste «sono state scelte tra una rosa estremamente interessante di sette artisti internazionali provenienti da America, Argentina, Romania e Regno Unito. Le opere vincitrici sono state selezionate dal Fourth Plinth Commissioning Group, presieduto da Ekow Eshun. Il pubblico è stato invitato a dare la propria poinone e la rosa dei candidati ha ricevuto più di 10mila voti, a dimostrazione di quanto il pubblico apprezzi questa opportunità di partecipare allo spazio pubblico. Le due opere saranno inaugurate rispettivamente nel 2026 e nel 2028, dopo Improntas (Impronte) di Teresa Margolles, che sarà installata dal settembre 2024. L’attuale scultura esposta sul Fourth Plinth è Antelope di Samson Kambalu (potete vedere il suo svelamento al pubblico nel video qui sotto, ndr)», prosegue il comunicato stampa.

Tschabalala Self, Lady in Blue

Tschabalala Self, Lady in Blue

«Self è nota soprattutto per le sue rappresentazioni di figure femminili realizzate con vernici, tessuti e pezzi di scarto delle sue opere precedenti. Nata a New York nel 1990, vive e lavora a New York.

La scultura Lady in Blue «rende omaggio a una giovane donna metropolitana di colore, che potrebbe essere solo una delle tante londinesi di oggi. È un simbolo delle nostre comuni ambizioni presenti e future: l’aspirazione all’equità attraverso la rappresentazione, il riconoscimento e l’azione. Un mondo in cui tutti i cittadini globali siano apprezzati per il loro contributo unico.
L’opera è ispirata dal desiderio di portare a Trafalgar Square una “everywoman” contemporanea. Un’icona ambulante del quotidiano, piuttosto che un idolo che rappresenta l’adulazione di una persona.
Realizzata in bronzo, la scultura farà riferimento ai monumenti esistenti nella piazza, ma qui patinata con il colore blu del lapislazzuli. Questo pigmento raro e raffinato è stato utilizzato fin dall’antichità in Nord Africa, Medio Oriente ed Europa. Ha un significato storico globale ed è stato utilizzato da artisti come Tiziano e Vermeer», hanno spiegato gli organizzatori.

Andre Ursuta, Untitled @ london.gov.uk

Andre Ursuta, Untitled

Ursuta è nata a Salonta, in Romania, nel 1979, vive tra Londra e New York. Il lavoro che ha presentato è «una statua equestre avvolta in un sudario – traslucido, verde pallido. Il cavaliere e il cavallo rimarranno anonimi, i loro tratti distintivi nascosti sotto le pieghe che li avvolgono. In bilico al limite della visibilità, l’opera è un monumento pubblico ancora da scoprire o già cancellato. Un fantasma della storia e una parodia di se stessa.

Il colore verdastro della scultura ricorda un’inquietante melma, un ectoplasma, un’escrezione immaginaria di materia informe che minaccia la realtà ordinata e consensuale. Verde melma: stenografia dell’innaturale, del malsano, di ciò che ha il potenziale di contaminare: Mountain Dew servita in un bicchiere di uranio fosforescente. Un colore innaturale che emette la propria luminosità, questa tonalità di verde esiste in opposizione alla luce naturale. Portata fuori dal lugubre dominio della fantasia e nello spazio pubblico, le sue connotazioni sinistre si attenueranno in risposta alle condizioni atmosferiche. In condizioni di cielo sereno, la scultura sembrerà più trasparente, mentre un cielo coperto esalterà il suo bagliore ultraterreno.

La trasparenza letterale della statua equestre significa che il basamento sarà allo stesso tempo occupato e vuoto. Un’omissione palpabile che incarna storie multiple – dei processi che portano alla distillazione delle idee in immagini, della scultura pubblica e della rappresentazione commemorativa – la scultura punta anche verso un futuro incerto. Artefatto di un’epoca iperframmentata e paranoica in cui lo spazio pubblico, il consenso e la comunità continuano a dissolversi, l’opera mira a contenere narrazioni inconciliabili senza tentare di riscriverle. È un oggetto che incarna l’accettazione radicale del nostro presente profondamente imperfetto. L’identità del soggetto montato non è importante o, in relazione alle altre statue della piazza, non è più importante», si legge nel cominciato stampa.

Commenta con Facebook

Altri articoli