Hauser & Wirth si appresta ad aprire il suo 18° spazio espositivo, questa volta a Basilea (Svizzera). A inaugurarlo una mostra dedicata a Vilhelm Hammershøi, pittore danese attivo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.
Hauser & Wirth, che ha avviato la sua attività proprio in Svizzera, ma a Zurigo, nel 1992, ha annunciato lo scorso settembre l’apertura di un nuovo spazio a Basilea. Il suo quinto nel Paese, ma il primo nella sua città più importante per il panorama artistico, se non altro per la presenza di una fiera leader nel settore come Art Basel. Dal 1° giugno 2024, la multinazionale galleristica andrà a prendere posto nello spazio espositivo attualmente occupato dalla Galerie Knöll, il cui direttore, Carlo Knöll, si è unito ad Hauser & Wirth come direttore senior.
“L’apertura di questo spazio nel cuore culturale di Basilea consentirà incontri intimi con arte di livello straordinario“, ha affermato in una nota il cofondatore e presidente di Hauser & Wirth, Iwan Wirth. “Da quando abbiamo aperto il nostro primo spazio a Zurigo nel 1992, abbiamo sempre cercato di creare un dialogo tra artisti di epoche diverse. Hammershøi possedeva una visione fortemente preveggente e la sua arte rimane vitale e rilevante oggi come quando è stata creata”.
Ed ecco spiegata la decisione di Hauser & Wirth – solitamente impegnata nella promozione di artisti moderni e contemporanei – di puntare su Vilhelm Hammershøi, pittore danese attivo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, per la prima mostra della sua nuova galleria. É la prima mostra in Svizzera dedicata all’artista.
“È stato un sogno a lungo coltivato presentare questo artista davvero eccezionale [Hammershøi] il cui lignaggio lo colloca come uno spirito affine a Johannes Vermeer, Giorgio Morandi, Edward Hopper e Andrew Wyeth“, ha specificato il direttore senior di Hauser & Wirth, Carlo Knöll. dichiarazione. “Il lavoro di Hammershøi rivela una sensibilità straordinariamente modernista, che continua a raccogliere nuove generazioni di appassionati”
Hammershøi, nato nel 1864 e vissuto a Copenaghen per la maggior parte della sua carriera, è noto soprattutto per gli interni e i ritratti che attingono dalle influenze di antichi maestri, in particolare Vermeer. Le sue scene trasmettono un senso di inquietante immobilità, con un senso della composizione e soprattutto della luce calibrate nei minimi dettagli. Tanto che, prima di ottenere il risultato ideale, il pittore arrivava a dipingere più volte la stessa stanza. Una dinamica simile la applicava ai ritratti, che sembrano cogliere i soggetti in un momento di distrazione, come sovrappensiero. Ovunque regna una tranquillità in parte confortante, in parte sinistra.
Non a caso l’esposizione è intitolata Silence. Curata dallo storico dell’arte Felix Krämer, la mostra riunisce 18 dipinti realizzati tra il 1883 e il 1914, provenienti da collezioni private. Molte di queste raramente sono state esposte al pubblico.