Dopo i positivi riscontri e il grande afflusso di visitatori registrato a Roma, la mostra itinerante dell’artista Sergio Padovani (1972, Modena), intitolata Pandemonio, fino al 5 maggio 2024 fa tappa a Modena, sua città natale.
Realizzata con il sostegno di Integra Consulting Srl e organizzata dalla Fondazione THE BANK ETS – Istituto per gli Studi sulla Pittura Contemporanea con il patrocinio del Comune di Modena, la personale, curata da Cesare Biasini Selvaggi con Francesca Baboni e Stefano Taddei, «raccoglie un’ampia selezione di dipinti, di grandi dimensioni e di recente produzione. Una pittura figurativa visionaria che si fonda su composizioni fantastiche quanto allucinate, scene inquietanti, paesaggi incendiati da venature crudeli e qualche pennellata di mélo, tra onirico e mostruoso, delizia e oscenità», hanno spiegato gli organizzatori.
«Continua l’impegno nel valorizzare un luogo d’arte, riconsegnato alcuni anni fa alla città: il Complesso di San Paolo è ormai un punto fermo nella mappa culturale di Modena», ha ricordato l’Assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi. «È un grande onore ospitare la mostra e i lavori di Sergio Padovani, che torna nella sua città natale, e farlo in collaborazione con importanti istituzioni culturali del nostro paese, in una logica virtuosa che valorizza artisti del territorio».
«Siamo felici – ha dichiarato Cesare Biasini Selvaggi – di fare tappa a Modena con questa mostra per rendere omaggio alla città natale di Sergio Padovani. L’esposizione, inaugurata a Roma nelle sale dei Musei di San Salvatore in Lauro, è stato un successo di pubblico, stampa, critica e da parte dei collezionisti, oltre qualsiasi aspettativa. Contestualmente alla mostra, diverse opere di Sergio Padovani sono infatti entrate in importanti raccolte d’arte della capitale mentre, dal 25 aprile, l’artista modenese sarà protagonista di una personale alla Galerie Schwab Beaubourg di Parigi».
«Portare finalmente Sergio Padovani nella sua città natale, dopo tappe importanti come quella romana, è per noi una grande soddisfazione», affermano Francesca Baboni e Stefano Taddei. «Dopo il passaggio su Roma, pensiamo che questo progetto possa segnare un forte consolidamento della sua maturità artistica e stilistica. Il Complesso di San Paolo è sembrato essere il luogo ideale per un artista che da sempre affianca il sacro ad una visionarietà laica arricchita da musica, pittura e suggestioni legate ad un immaginario antico».
«Il sostantivo Pandemonio – ha raccontato Sergio Padovani – si è radicato in me non dal Milton di Paradiso perduto, ma da La franca sostanza del degrado del poeta mantovano Ivano Ferrari. La parola pandemonio è saltata fuori come minimo comun denominatore di un universo di immagini narrate, a volte anche crude e difficili da sopportare, che però testimoniavano il momento reale, non solo sociale e politico, ma anche estremamente mio… la mia confusione, il tormento di quei giorni sfocati, la pittura che dirompeva nella mia vita».
A seguire, il progetto espositivo sarà trasferito a Bassano del Grappa (VI), presso la sede della Fondazione THE BANK ETS – Istituto per gli Studi sulla Pittura Contemporanea.