In occasione della design week e in concomitanza con il Salone del Mobile, Artcurial presenta in anteprima una selezione di lotti dall’asta dedicata al solo Design Italiano, in calendario a Parigi il 29 maggio. La mostra sarà visibile dal 17 al 20 aprile 2024 presso la sede italiana della casa d’aste, in Corso Venezia 22 a Milano, diretta da Emilie Volka.
Il catalogo della vendita, ormai un classico molto atteso dai collezionisti internazionali, include pezzi rari e dalla raffinata fattura, in certi casi delle vere e proprie icone del design italiano, firmati da alcuni tra i più grandi progettisti della storia. Tra questi, il salotto “Uovo” di Ico Parisi, emblematico della sua collaborazione con Cassina, e alcuni pezzi che riconducono direttamente alla Milano del secondo dopoguerra, come la lampada “Stella” di Giò Ponti (stima: 16 000 – 18 000€), disegnata appositamente per il London Hotel di Milano. Il lavoro della designer milanese Gabriella Crespi sarà rappresentato da una lampada da tavolo dalle forme e texture organiche, che ben racconta il suo periodo orientalista, e dal celebre tavolo “Lotus” (stima: 20 – 24 000€), mentre sarà dedicato a Gaetano Pesce un intero focus che includerà oggetti di grande prestigio, come ad esempio la libreria “Luigi”, anche detta “O mi amate voi” (stima: 40 000 – 60 000 €).
La carriera di Ico Parisi (1916-1996) prende forma lontano dal centro di Milano e dalla Brianza. Residente a Como, Parisi è stato allievo di Giuseppe Terragni. Ispirato dalla cultura razionalista degli anni Trenta e Quaranta, è nel dopoguerra che si mette in luce, soprattutto grazie alla moglie Lisa e alla loro collaborazione tra gli anni Quaranta e Sessanta. Insieme fondano nel 1946 La Ruota, uno spazio aperto sviluppato in stretta collaborazione con artigiani e designer dell’epoca: Franco Albini, Giulio Minoletti, Carlo Mollino, Giò Ponti ed Ettore Sottsass, tra gli altri, collaborano con i coniugi Parisi. Nel 1950, Ico e Luisa Parisi sono tra i principali protagonisti dello stile italiano. Nel 1953, la poltrona 813 segna un punto culminante nella lunga collaborazione con Cassina (il modello era stato prototipato nel 1952 anche dalla ditta Colombo). Il modello 813 (stima: 18 000 – 22 000 €) è passato alla storia come la “poltrona uovo” (da non confondere con l’altrettanto emblematica poltrona uovo di Arne Jacobsen prodotta da Fritz Hansen a partire dal 1957) per la sua costruzione che prende le mosse da un singolare motivo curvilineo, che disegna una forma avvolgente, sospeso su quattro esili gambe metalliche che accentuano il dinamismo visivo tipico di altri pezzi degli anni Cinquanta. Altrettanto armonioso e accogliente è il disegno del divano 812 (1953, stima: 20 000 – 25 000 €), che mantiene lo stesso principio formale ma rivela l’anello curvo di legno multistrato che sostiene la seduta e poggia su lineari gambe metalliche. Parisi conduce una ricerca volta ad arricchire non solo esteticamente gli elementi esistenti ed è pronto a scommettere su una produzione di altissima qualità, anche con minori probabilità di impatto quantitativo.
Negli anni Cinquanta il civico 3C di via Ravello a Milano era uno spazio vuoto, rifugio di anime vaganti della notte. Otto anni dopo, l’amministrazione comunale di Milano avviava la riqualificazione dell’area, dando il via alla costruzione di un albergo, il London Hotel, che si distingueva per l’architettura d’avanguardia e la tonalità ambrata della facciata. I proprietari visionari dell’epoca vedevano nell’unione tra Angelo Lelii e Giò Ponti l’inizio di una proficua collaborazione, entrambi chiamati a riscrivere la storia della regione. La luce, elemento capace di ridefinire la percezione di un luogo e della vita che lo attraversa, viene invece progettata dall’azienda ARREDOLUCE MONZA, emblema del design made in Italy. Angelo Lelii è stato incaricato di progettare un imponente lampadario in metallo per l’ingresso, oltre alle luci di lettura, a Giò Ponti vengono commissionati 29 lampadari per le camere da letto, per i quali crea quattro tipi di lampade esclusive a forma di stella e di sole, con rispettivamente cinque e otto bracci. La visione di Ponti prende forma attraverso i materiali raffinati forniti da Arredoluce: dischi di ottone lucido e lampadine di vetro di 20 e 30 centimetri di diametro, nonché aste di ottone lucido di 30 e 65 centimetri. La documentazione storica della lampada “Stella” è piuttosto limitata, poiché commissionata privatamente e realizzata su misura per l’hotel londinese. Sebbene non esista traccia dei progetti, esistono fotografie degli anni Sessanta dello showroom di Arredoluce, che mostrano la Stella a cinque bracci.
Alla domanda “Questo mobile è prodotto in serie?”, Giò Ponti ha detto “Lo sarà, quando il pubblico lo adotterà”, ma la lampada “Stella” è arrivata al pubblico solo nel 2018, quando il Catalogo ragionato 1943-1957 è stato ristampato in occasione della riscoperta dell’Hotel di Londra, con l’aggiunta di un’unica foto in bianco e nero, perché nessuna copia della “Stella” era mai stata messa in commercio. All’inizio degli anni Sessanta Angelo Lelii rivisita il progetto creando delle plafoniere e, infine, il lampadario “Lune”.
La lampada 2207 (stima: 8 000 – 12 000 €) fa parte della serie “Bohemian 72” di Gabriella Crespi, designer legata allo stile “hippie chic” italiano degli anni Settanta. Destinata all’appartamento Casa del Sole di Cervinia (una delle maggiori commissioni della carriera di Carlo Mollino), ha un diametro di 40 centimetri e un’altezza di 38 centimetri. I materiali preferiti per la collezione “Bohemian” di Crespi sono il rattan e il bambù. Si tratta di una scelta singolare sia dal punto di vista decorativo che, soprattutto, dal punto di vista del design, in quanto prevede la cottura a vapore e il successivo delicato trattamento a mano. La cura nella lavorazione del materiale è premiata dalla sua tendenza a non scheggiarsi. La flessibilità del rattan conferisce alla lampada una struttura sinuosa, che proietta luci e ombre quando accesa, conferendo all’ambiente un’aura calda e raffinata.
Sulla stessa scia, utilizzando bambù e ottone, è stato progettato intorno al 1975 il tavolo “Lotus”. Un tavolino pieghevole che imita i movimenti della pianta acquatica da cui prende il nome, con la firma della sua creatrice incisa sul legno.
L’autrice spiega così la sua scelta: “Non ho potuto fare a meno di scegliere il rattan e il bambù, due materiali a cui sono molto affezionata, che uniscono forza e flessibilità, calore dei toni e capacità di lasciarsi attraversare dalla luce. Le geometrie allungate danno un’impressione di infinito e indeterminatezza, proprio come le canne in natura, che si innalzano verso il cielo”.
La libreria “Luigi o mi amate voi” , disegnata da Gaetano Pesce nel 1982 per Bemini è un oggetto che celebra il colore e si muove tra arte e design. La struttura in faggio verniciato nero contiene ripiani in multistrato di legno decorati a mano, con combinazioni di colore e fusione uniche e irripetibili. Impiani possono essere ripiegati, trasformandosi in quadrati e rettangoli colorati. Le stere in legno laccato rosso fissano il mobile alla parete, dando nimo al quadri in legno. La libreria “Luigi o mi amate voi” si colloca nello spazio come un prezioso oggetto idoneo per qualunque ambiente quindi non solo libreria ma quinta scenografica, scultura cromatica, che dialoga con l’arte comenivorallea.
Design Italiano
Asta : 29 maggio 2024, Parigi
Esposizione : 17 – 20 aprile 2024, ore 10.00 – 19.00, Milano