Un Grand Tour nella memoria individuale di Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Un omaggio alla memoria collettiva di tutti gli italiani. E un gesto di immensa gratitudine per Milano, la città che li ha accolti e dove tutto è iniziato. Una metropoli che ha offerto molto agli esuli erranti in cerca di fortuna. Una società cosmopolita paradigma di ospitalità sconfinata, madre di un melting pot fertile e proficuo. «Dal cuore alle mani» è un viaggio a ritroso in ciò che ha ispirato i due designer nel raggiungimento della meta aspirata. Il risultato di un’introspezione profonda alla ricerca delle muse e dei miti che hanno alimentato il loro genio creativo sino alla realizzazione materica dell’idea. Sino alle mani, dal sanscrito «pensiero», quel principio che trova compiutezza proprio nel suo prolungamento, l’abile maestria artigianale dei dipendenti della Maison. Un lavoro sulle origini e i riferimenti che hanno costellato le loro collezioni. Dalle citazioni cinematografiche al «Gattopardo», alla devozione per la Sicilia (terra natia di Domenico), passando per la Grecia classica e le sue divinità olimpiche. I riferimenti sono infiniti e rivelano la scelta di sposare uno sguardo più ampio sul mondo, che abbracci l’intera comunità dello stivale.
La mostra, curata da Florence Müller, ha aperto le porte al pubblico domenica 7 aprile a Palazzo Reale, in anteprima mondiale, e sarà visitabile sino a mercoledì 31 luglio. La devozione che la casa di moda da sempre riserva al fatto a mano si traduce in un dialogo unico tra tradizione artigianale e contemporaneità. Attualità che si rispecchia nel coinvolgimento della nuova generazione di artisti digitali che, servendosi dell’intelligenza artificiale, dialogano con le creazioni del brand attraversando i temi cardinali dello stile di Dolce&Gabbana: dalle arti visive all’architettura, dalla musica all’italianità, dal teatro alla dolce vita. La restituzione di questo incontro consiste in una serie di installazioni immersive dai molteplici linguaggi, che si incontrano già negli spazi esterni del palazzo. Tra gli artisti coinvolti figurano Felice Limosani, Obvious Art, Alberto Maria Colombo, Quayola, Vittorio Bonapace e Catelloo.
Il percorso prosegue al Piano Nobile con dieci sale sequenziali. La prima dichiarazione d’amore è per il fatto a mano. Alle pareti, i dipinti ispirati al Grand Tour delle collezioni Alta Moda di Dolce&Gabbana firmati da Anh Duong.La seconda sala è dedicata all’arte della lavorazione del vetro veneziano. L’allestimento si snoda tra specchi e lampadari di alta caratura artigianale, che riecheggiano i minuziosi dettagli di ricami e cristalli che arricchiscono gli abiti. Proseguendo, ci si imbatte in un tributo a«Il Gattopardo», riferimento costante nella visione di Dolce&Gabbana. Gli ambienti della riadattamento cinematografico di Luchino Visconti del romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa sono rievocati con un setting immersivo che riproduce la celebre scena del ballo.La quarta sala, avvolta in un’aura barocca, è un tempio dedicato alla devozione. Sotto la protezione del Cuore Sacro, si apre un contemporaneo sancta sanctorum: uno scrigno che custodisce una selezione di creazioni di Alta Moda e Alta Gioielleria. Un contrasto sublime tra il fascino del nero Sicilia e l’opulenza dell’oro, dove la spiritualità si intreccia con l’arte e la bellezza. Ma è nella sala successiva che si manifesta la vera avanguardia, portando all’interno della mostra il mondo della sartoria nel suo farsi, il dietro le quinte. La scenografia riproduce fedelmente gli ambienti sartoriali e i laboratori della Maison. Una sorta di happening artistico, una performance che vede l’intervento di artigiani e sarti all’opera, tutti i venerdì dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 18.00. Il percorso prosegue con un focus sull’architettura, disciplina cui Domenico Dolce e Stefano Gabbana frequentemente attingono. L’installazione immersiva della sala esprime questa connessione ricorrendo al videomapping in dialogo con le opere d’arte rinascimentali, soggetto decorativo della selezione di abiti posta al centro della sala. La settima sala è dedicata alla tradizione artigianale siciliana, celebrata da una speciale installazione decorata a mano da maestri pittori della maiolica e del Carretto Siciliano in un’esplosione di forme e colori vivaci. Ritroviamo la Sicilia anche nell’ottava sala con l’omaggio a Giacomo Serpotta, maestro del periodo Barocco che predilige la lavorazione dello stucco. Abiti e spazio circostante si amalgamano in una grande sinfonia visiva.La nona sala riflette la dimensione del mito, dell’opulenza e del sogno: da un lato, le divinità olimpiche greche si materializzano sotto forma di abiti eterei provenienti dalla Collezione presentata nella Valle dei Tempi di Agrigento; dall’altra, una selezione di creazioni con lavorazioni a mosaico celebrano la ricchezza delle basiliche bizantine italiane.
Con la decima sala si conclude il percorso espositivo. Si viene catapultati all’interno di un teatro all’italiana, dove il sipario cremisi e gli ordini dei palchi si aprono su una scena che vede protagoniste le creazioni ispirate alle Opere più amate dagli stilisti.
«Questo ampio progetto espositivo è il frutto di un vero e proprio ‘tessuto’ di sapienza e arte, realizzato grazie a quella che possiamo definire un’autentica collaborazione tra Palazzo Reale e Dolce&Gabbana» ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi. In virtù di questo sodalizio, i due designer hanno mostrato grande generosità finanziando il restauro di opere e ambienti di Palazzo Reale, compresa la Sala del Trono di epoca napoleonica e alcuni pezzi storici della Residenza reale. Da questa riqualificazione nasce la mostra parallela «Tesori riflessi» che restituisce oggetti di manifattura artigianale di artisti minori, parte del patrimonio artistico del Palazzo, posti in relazione alle creazioni di alta gioielleria di D&G. L’ingresso a questa sezione sarà ad accesso libero, con lo scopo di valorizzarne il patrimonio storico-artistico.
La mostra, magistrale per dovizia di particolari e attenzione al dettaglio, è il risultato di un iter lungo e tortuoso, che ha occupato i team coinvolti dal 2019 ad oggi.