Immagini e video da alcuni dei padiglioni più attesi di questa Biennale Arte diretta da Adriano Pedrosa. Temi sociali sempre al centro dell’attenzione
La modalità è la stessa che abbiamo adottato per il Padiglione Italia. Prima ancora di raccontarvi la Biennale Arte di Venezia, proviamo a farvela vedere. In questo caso, i più attesi padiglioni nazionali. Veri e propri raid, uno sguardo rapido, foto e video. Abbiamo iniziato – e in questo ordine li vedete nel video – dalla Francia, che si affida all’artista Julien Creuzet che racconta la sua idea della Martinica, luogo dove è cresciuto. Con sculture, installazioni, video. Incrocio identitario anche dalle parti della Gran Bretagna, con l’allestimento di John Akomfrah, artista multidisciplinare originario del Ghana e britannico d’adozione. Che nei suoi video e installazioni multimediali sfiora temi attuali come razzismo, colonialismo, cambiamento climatico.
La sensazione di deja vu coglie davanti al padiglione tedesco: con il portale letteralmente sepolto da una montagna di terra che impedisce l’accesso. Un intervento molto fisico sull’architettura che mal dissimula sofferenze storiche, fin dallo storico interventi di Hans Haacke del 1993. Oggi, all’interno, sono l’artista israeliana Yael Bartana e il regista tedesco Ersan Mondtag a riflettere sul concetto di limite, inteso come soglia tra diverse dimensioni. Tutt’altra atmosfera nel padiglione USA, con le coloratissime opere di Jeffrey Gibson, il primo artista indigeno, un Cherokee, a rappresentare gli Stati Uniti. Dipinti, ma anche installazioni multimediali e performance, oltre a spettacoli con altri musicisti, poeti e ballerini indigeni.