Fondata nel 2021 a Milano, PROGETTO LUDOVICO è una piattaforma dedicata alla ricerca, alla produzione e alle mostre, che verte sulle connessioni tra arti visive e industria, fondata da Lorenzo Perini Natali, la cui direzione è affidata a Ludovica Celsi. Abbiamo incontrato il fondatore.
Progetto Ludovico, partiamo dalle basi: di che progetto si tratta e quali sono le sue peculiarità?
PROGETTO LUDOVICO è una piattaforma di ricerca, produzione ed esposizione d’arte strettamente legata all’industria. Siamo una APS, quindi il nostro primo fine è la promozione culturale attraverso progetti d’arte che coinvolgano artisti con il nostro stesso focus. Tra i nostri obiettivi c’è il sostegno alla produzione artistica tramite collaborazioni con privati e istituzioni e, naturalmente, la promozione ed esposizione delle opere frutto di questa sinergia.
Arti visive e industria, quale possibile connessione e traduzione? Sensibilità, educazione e aspetto sociale, quali sono i temi su cui verte il progetto?
La connessione tra arte e industria può essere espressa in diversi modi, primo tra questi la scelta di materiali che sono propri dell’industria. Possiamo pensare alle macchine, a materiali industriali come i diversi tipi di metalli, plastiche o gomme; oggetti presi dal loro contesto d’origine, rielaborati e ricollocati in un contesto completamente differente, che conferisca loro un nuovo aspetto e una nuova vita. Il campo è aperto a ogni medium, dalla scultura alla pittura, alle installazioni o ai video.
La connessione tra arte e industria è qualcosa che esiste da molto tempo: si pensi ad esempio ai readymade di Marcel Duchamp, le macchine di Jean Tinguely o gli specific objects di Donald Judd, arrivando fino ai cerchi di automobile segati con taglio ad acqua di Yngve Holen o le parti di aeroplano installate a parete di Michail Pirgelis.
PROGETTO LUDOVICO vuole in particolare avvicinare le imprese all’arte e agli artisti per sviluppare e indagare questo linguaggio. Vediamo la collaborazione con le aziende come un acceleratore per questo tipo di ricerca ed è questo rapporto che ci interessa coltivare. Allo stesso tempo, come si può vedere nei progetti finora realizzati, ci stanno a cuore anche aspetti come la sostenibilità e il riutilizzo. L’impiego e la valorizzazione dei materiali di scarto vuole infatti contrastare lo spreco e l’abbandono di rifiuti destinati al mero smaltimento. Nel nostro ultimo progetto presso la Cittadella degli Archivi di Milano, nella mostra “Far Brillare la Polvere” curata da Rossella Farinotti, la coppia di artisti Stefano Comensoli e Nicolò Colciago hanno esposto lavori realizzati appunto con materiali di recupero trovati all’interno di fabbriche abbandonate, ai quali è stata donata nuova vita e dignità.
Selezione degli artisti e delle mostre, quali le linee guida e la linea curatoriale?
Gli artisti vengono sempre selezionati tramite una open call dove viene chiesto di proporre un progetto in linea con il tema scelto. Vengono esaminati i portfoli e i progetti ricevuti, si passa in seguito agli studio visit per visionare i lavori dal vivo ed entrare in contatto diretto con gli artisti nel loro ambiente di produzione, per giungere infine alla scelta.
La linea curatoriale di PROGETTO LUDOVICO è stata decisa assieme a Rossella Farinotti, direttrice dell’Archivio Arnaldo Pomodoro, critica d’arte e docente presso NABA e Università Cattolica, insieme alla quale abbiamo sviluppato il concept e i progetti realizzati in questi anni.
Ad oggi abbiamo creato tre progetti l’anno (uno invernale, uno primaverile e uno autunnale), anche se non escludiamo di arricchire il nostro programma in base alle opportunità che si presenteranno.
Progetti passati e progetti futuri, un affresco di Progetto Ludovico.
Dal 2021 (anno in cui abbiamo iniziato a lavorare sulla nostra organizzazione) al 2022, anno del primo progetto ufficiale, abbiamo realizzato cinque mostre, in concomitanza con le residenze degli artisti all’interno degli spazi e talk con figure del settore.
I primi tre progetti sono stati creati presso Non Riservato, una realtà no profit nata da un network di associazioni artistiche e culturali. Il primo è stata la proiezione di un video di Daniele Costa girato in uno scalo merci del porto di Marghera; successivamente abbiamo proiettato una serie di diapositive con immagini di automobili estrapolate da ricerche su Google Earth, realizzate da Stefano Riboli; infine, un’installazione di Gaia Coals con vasche e motori idraulici che dividevano lo spazio interno di Non Riservato.
Il quarto progetto è stato realizzato in collaborazione con la Casa degli Artisti di Milano e That’s Contemporary: in uno spazio molto suggestivo della Casa degli Artisti abbiamo esposto sculture in metallo e luci neon di Sergio Limonta, artista già noto per l’impiego di questi materiali.
Il quinto progetto è stato ospitato dalla Cittadella Degli Archivi di Milano e gli artisti, il collettivo SC_NC, saranno protagonisti anche del nostro prossimo progetto presso la Residenza Torriani di Cremona per la Cremona Art Week 2024.
Missione e obiettivi a medio e lungo termine?
Il prossimo passo, che vorremmo fosse la naturale evoluzione delle attività svolte finora, sarà appunto un ulteriore avvicinamento al mondo dell’industria, con una più stretta collaborazione con le imprese che si mostreranno aperte alla nostra visione. Ci piacerebbe interfacciarci con realtà ricettive e dinamiche, che comprendono e abbracciano il valore aggiunto dell’arte all’interno delle loro ordinarie attività.
Tra gli obiettivi principali c’è anche l’opportunità di allestire mostre dove normalmente non si vede arte: poter introdurre opere in ambienti lavorativi dove transitano diversi professionisti e clienti, che possono così accedere ad un’esperienza aggiuntiva e diversa rispetto a quella della mera attività lavorativa di produzione industriale.
Riteniamo questo settore fortemente all’avanguardia e con grandi margini di crescita futura nel sistema dell’arte contemporanea e vorremmo esserne partecipi e promotori a livello nazionale e internazionale.