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Nei paesaggi di Leonardo. Ivano Troisi ad Arezzo

Ivano Troisi, Ramo, 2023, ottone, (dettaglio) Ph. Alessandro Sarteanesi Ivano Troisi, Ramo, 2023, ottone, (dettaglio) Ph. Alessandro Sarteanesi
Ivano Troisi, Ramo, 2023, ottone, (dettaglio) Ph. Alessandro Sarteanesi
Ivano Troisi, Ramo, 2023, ottone, (dettaglio) Ph. Alessandro Sarteanesi

Ad Arezzo, la Galleria Comunale di Arte Moderna e Contemporanea ospita la mostra Ponte, personale di Ivano Troisi ispirata a Leonardo

Ad Arezzo, la Galleria Comunale di Arte Moderna e Contemporanea ospita la mostra Ponte, una personale di Ivano Troisi che si inserisce nel progetto Galleria Aperta a cura di Alessandro Sarteanesi e Marco Pierini, prodotto da Magonza Editore, organizzato da Le Nuove Stanze e patrocinato dal Ministero della Cultura. Troisi è invitato a partecipare all’iniziativa in quanto da circa tre anni svolge ricerche nel territorio circostante la città di Arezzo che lo hanno portato allo studio della natura caratterizzante la regione. Il suo processo creativo nasce dall’indagine dei fenomeni naturali che in prima istanza vede da vicino, nell’ambiente naturale, per poi riportarli in studio dove sono analizzati dal punto di vista scientifico, quindi poi elevati ad opera d’arte attraverso il processo creativo.

 

Ivano Troisi, Riverbero, 2024, video in loop, Ph. Alessandro Sarteanesi
Ivano Troisi, Riverbero, 2024, video in loop, Ph. Alessandro Sarteanesi

Nel nostro caso, il luogo che ha affascinato Troisi è la campagna in cui si trova il Ponte di Buriano, una riserva naturale protetta attraversata dal fiume Arno, circondata da boschi e paludi, che ha ispirato – secondo alcuni storici dell’arte – alcuni dei paesaggi dipinti da Leonardo da Vinci. La mostra ha il suo fulcro centrale nel piano terra della Galleria ma dialoga, con molta discrezione, con le altre esposizioni presenti sui piani; le personali di Sergio Lombardo e, soprattutto, Giovanni Frangi. Proprio al secondo piano, di fronte ai lavori di Frangi in cui disegni, tele e stampe parlano di natura e ambiente, Troisi inserisce una scultura, fili d’erba, che richiama la vegetazione che costella e costeggia il fiume. La scultura si inserisce sul terrazzo, all’esterno, dove attende che i fenomeni atmosferici l’attivino. Ovvero, i fili di acciaio armonico attendono di essere suonati dal vento e le punte in ottone attendono di brillare grazie ai raggi del sole.

 

Ivano Troisi, fili d'erba, 2023, acciaio armonico, ottone e pietra, (dettaglio) Ph. Alessandro Sarteanesi
Ivano Troisi, fili d’erba, 2023, acciaio armonico, ottone e pietra, (dettaglio) Ph. Alessandro Sarteanesi

Sul Ponte di Buriano

Il visitatore può scegliere se iniziare il percorso dall’ultimo piano, dal dialogo con gli altri artisti, o se iniziare dall’ingresso della Galleria, dove ci accoglie l’opera frammenti velati (ponte) che l’artista definisce ‘libro’ in quanto composta da fogli rilegati che, come pagine di un libro, si sfogliano per la gravità terrestre. I fogli riportano immagini scattate dall’artista in cui è visibile qualche dettaglio del luogo da lui studiato e, sul tessuto, questo è accennato, suggerito, poco nitido così come lo sono i ricordi di quel posto visitato per la prima volta due anni fa e che quindi adesso riappare confuso ma delicato e rievocativo di un’atmosfera e di sensazioni vissute. Proseguendo, al piano terra, su di una parete nera si inserisce l’opera ramo in ottone, altro elemento proprio del lavoro di Troisi. Che adesso si trova sospeso, come bloccato in una caduta dall’albero alla terra, per diventare nutrimento e chiudere il ciclo della sua vita.

 

Ivano Troisi, frammenti velati (ponte), 2024, tnt e cotone su legno, Ph. Alessandro Sarteanesi
Ivano Troisi, frammenti velati (ponte), 2024, tnt e cotone su legno, Ph. Alessandro Sarteanesi

Il ramo si trova accanto all’accesso della sala principale in cui siamo invitati ad entrare solo dopo aver abituato lo sguardo al buio. In quanto la macchina del riverbero realizzata da Troisi non è immediatamente visibile. L’esito delle ricerche dell’artista è lo studio del riflesso della luce che, riflettendo sull’acqua in movimento, si proietta nell’intradosso delle arcate del Ponte di Buriano. Per realizzare tale processo Troisi costruisce una ‘macchina’, una vasca d’argilla, con acqua dell’Arno al suo interno che viene attivata dal visitatore camminando sulle assi di legno della sala e quindi creando una vibrazione che proietta il riverbero dell’acqua sulla parete scura, invitando l’osservatore ad immergersi nuovamente in un ricordo, nella sensazione che l’artista ha provato nel corso dei sopralluoghi e che vuole condividere attraverso un’immagine, in questo caso, effimera.

 

Ivano Troisi, Macchina del riverbero, 2024, acqua del fiume Arno, argilla e ottone, Ph. Alessandro Sarteanesi
Ivano Troisi, Macchina del riverbero, 2024, acqua del fiume Arno, argilla e ottone, Ph. Alessandro Sarteanesi

Fino al 5 maggio 2024
Orari: mercoledì 15.00 alle 19.00 e dal giovedì alla domenica dalle 11.00 alle 19.00
Info: +39 3496486862
Ig: @lenuovestanze
@magonzaonline

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