Print Friendly and PDF

Il matrimonio tra il fantastico e il terrificante. La mostra di Eva Beresin all’Albertina di Vienna

Installation view of Thick Air at the Albertina Museum, Vienna. Photo by Joanna Pianka
Installation view of Thick Air at the Albertina Museum, Vienna. Photo by Joanna Pianka

Aperta da oggi, 4 maggio, la mega mostra personale di Eva Beresin, Thick Air, all’Albertina Museum di Vienna. Per descrivere le opere di Eva Beresin si potrebbe parlare di un incontro tra bellezza e orrore o di un matrimonio tra il fantastico e il terrificante. I mondi pittorici e grafici dell’artista ungherese, che vive e lavora a Vienna dal 1976, sono pieni di creature ibride, figure grottesche e curiosi esseri immaginari. Beresin ritrae spesso i suoi soggetti umani impegnati in comportamenti simili a quelli degli animali, mentre i numerosi animali in buona fede che popolano i suoi dipinti presentano tratti decisamente umani. La sua ampia tavolozza tematica, che si tinge di esistenziale e di tragicomico, presenta tutto, dalle crudeltà di stampo medievale alle banalità quotidiane e agli episodi umoristici.

Installation view of Thick Air at the Albertina Museum, Vienna. Photo by Joanna Pianka

L’opera di Beresin incarna un universo che è uscito dai binari e celebra il fatto con un umorismo sornione e con delle trovate. Le istanze del nonsense si fondono in una vera e propria apoteosi del marginale. La distorsione degli angoli di visione ordinari, così come le rotture prospettiche e le circostanze invertite, suggeriscono situazioni carnevalesche o ricordano fughe di esagerazione manierista. Per Beresin, nulla è indegno di essere raffigurato – non c’è un falso contegno, un falso habitus, una “pittura sbagliata” – e la velocità del suo processo di lavoro, insieme alla forza eloquente della sua espressione artistica, sottolinea l’autonomia dell’atto pittorico e la liberazione del suo lavoro.

Eva Beresin, A Look in the Mirror, 2020
Eva Beresin, Dementia and me, 2022, oil on canvas

Commenta con Facebook

Altri articoli