Aperta da oggi, 4 maggio, la mega mostra personale di Eva Beresin, Thick Air, all’Albertina Museum di Vienna. Per descrivere le opere di Eva Beresin si potrebbe parlare di un incontro tra bellezza e orrore o di un matrimonio tra il fantastico e il terrificante. I mondi pittorici e grafici dell’artista ungherese, che vive e lavora a Vienna dal 1976, sono pieni di creature ibride, figure grottesche e curiosi esseri immaginari. Beresin ritrae spesso i suoi soggetti umani impegnati in comportamenti simili a quelli degli animali, mentre i numerosi animali in buona fede che popolano i suoi dipinti presentano tratti decisamente umani. La sua ampia tavolozza tematica, che si tinge di esistenziale e di tragicomico, presenta tutto, dalle crudeltà di stampo medievale alle banalità quotidiane e agli episodi umoristici.
L’opera di Beresin incarna un universo che è uscito dai binari e celebra il fatto con un umorismo sornione e con delle trovate. Le istanze del nonsense si fondono in una vera e propria apoteosi del marginale. La distorsione degli angoli di visione ordinari, così come le rotture prospettiche e le circostanze invertite, suggeriscono situazioni carnevalesche o ricordano fughe di esagerazione manierista. Per Beresin, nulla è indegno di essere raffigurato – non c’è un falso contegno, un falso habitus, una “pittura sbagliata” – e la velocità del suo processo di lavoro, insieme alla forza eloquente della sua espressione artistica, sottolinea l’autonomia dell’atto pittorico e la liberazione del suo lavoro.