Print Friendly and PDF

Ratti a Venezia

Photo by Andrea Avezzu'. Courtesy La Biennale di Venezia
Photo by Andrea Avezzu’. Courtesy La Biennale di Venezia

Alla presentazione della 19° Biennale di Architettura del 2025, l’uomo lascerà la scena alla tecnologia e si porrà al suo servizio. Saranno necessari spirito di collaborazione e Problem Solving. Nel frattempo in Cile una legge ad hoc tutela i “neuro-diritti”.

L’intelligenza è diventata il quesito più ambito del XXI secolo. Tanto da regalare un’opportunità stilistica a tutti i neo emergenti architetti ed innovatori. Quanto della vostra intelligenza pensate sia dispensabile gratuitamente e senza il ben che minimo chiarimento sulle sue future applicazioni? Domanda scomoda ma più che doverosa, stando alle stime del futuro che si prospetta. Non so quanti cittadini italiani si siano posti il dubbio di come la tecnologia andrà a modificare la loro vita. Sta di fatto che sono almeno due anni che in un Paese come il Cile la questione dei Neuro Diritti sia stata non solo affrontata pubblicamente, cosa che in Italia ancora speriamo possa divenire qualcosa di diverso da un’utopia, ma addirittura presa in esame dallo Stato e diventata legge a tutela dei cittadini. Viviamo in un secolo meraviglioso, ricco di innovazione e di spirito creativo; purtroppo spesso le note positive di una civiltà si trasformano nel peggior lato della stessa medaglia. Ormai la realtà ci circonda. La nuova realtà. Quella realtà distopica e ricostruita che sembravamo aspettare da un paio di secoli, la quale in effetti abbiamo atteso e ricercato con foga, ma al cui cospetto ci ritroviamo “diversi” per natura. “Strangers, everywhere”. Come recita il titolo dato da Adriano Pedrosa alla Biennale d’Arte in corso.

L’How to Be dell’architettura
“L’intelligenza non è un dove, ma un come.” Le parole di apertura del presidente della Biennale veneziana Pierangelo Buttafuoco hanno illuminato la presentazione della conferenza fin da subito. Lasciando spazio all’etica (riguardo le decifrazioni di questo messaggio) che, se si pensa legato all’Architettura resta un mero quesito pratico, ma applicato alla nostra interazione con i luoghi, spesso ricchi di edifici, si può intendere più come un How-To-Be. Nulla di più aulico da sperare, in questo momento storico nel quale molte sono le preoccupazioni riguardo al clima ed alle transizioni energetiche. Il titolo della mostra è stato annunciato: “IntelliGens”, dove gens tradotto a parte significa “gente, persone”, quindi chiamati nel processo creativo al plurale collettivo. “Se l’intelligenza è alla base dell’evoluzione dell’individuo, nel senso più nobile del suo essere cives (sostantivo di terza declinazione, quindi sia maschile che femminile), l’architettura è lo spazio in cui essa può dispiegarsi, in una negoziazione costante con il territorio.” ci narra Buttafuoco, facendo emergere la connessione tra persone e luoghi.

Carlo Ratti curatore della Biennale d’Architettura a Venezia del 2025 (Foto Sara Magni)

L’enfant prodige Carlo Ratti
Stimolante il professor Carlo Ratti (scelto come curatore dell’edizione 2025), ex enfant prodige del MIT dove ormai è un rinomato professore della facoltà di Ingegneria, in cui dirige il Senseable City Laboratory. È inoltre fondatore dello studio internazionale di design e innovazione Carlo Ratti Associati. La questione principale che mi sento di affrontare è la sua pronta spinta verso la considerazione di Venezia come un’Idropoli, che nei secoli di sua Repubblica Marinara ha fronteggiato in maniera eccellente le difficoltà dell’ ”acqua alta”. Tutt’oggi i passaggi mercantili folcloristicamente incessanti tra i canali, e le splendide gondole ricche di turisti sembrano aver resistito alle mareggiate impreviste a cui questo “gioiello sospeso” è andato incontro.  Ratti lascia intendere che sono proprio le difficoltà ad aver fatto strada ai cambiamenti, e a Venezia ne abbiamo un esempio più che funzionante, tra apporti tecnologici come il MOSE, case dall’architettura complessa e le indimenticabili tradizioni natanti che attraversano la città. Ci porta quindi a riflettere su come possiamo migliorare con le risorse di cui disponiamo, e la risposta è chiaramente quella di condividerle.

“No comment” sul progetto di allestimento
È stato presentato il progetto di iniziazione della prossima Biennale di Architettura 2025, ma nessuna informazione è stata rivelata riguardo le neotecnologie in uso, nonostante siano state a lungo decantate le prodezze cibernetiche che quest’incalzante secolo ci ha riservato. Il professor Ratti, rinomato architetto ed innegabile uomo di scienza, ha anticipato il nulla rispetto a ciò che ci attende. Nessuna dichiarazione in merito al disegno che stanno progettando lui ed il suo team, se non per un proattivo sprono nei confronti di tutti i competenti in materia sulla base dell’obbligo della “condivisione di un pensiero”.

Gaggiandre (Photo by Andrea Avezzu – Courtesy of La Biennale di Venezia)

La resilienza veneziana
Res–Publica, richiama Buttafuoco con un moto di romanticismo, torna alle nobili origini di una lingua, accomunando tutte le neolatine. Vuole farci riavvicinare a quelle che sono le nostre radici “simili”, nonostante le distanze fisiche. Origini di scambi culturali e di contaminazione che in Europa si vivono da secoli hanno sparso la cultura dalla base linguistica alle fusioni culinarie. È bello, fondamentale, necessario. Il curatore Ratti dice ancora che bisogna puntare sulla resilienza dei cittadini veneziani come modello di ispirazione, la quale ha permesso ad una delle più belle città del mondo di esistere, nonostante ora si trovi in grande difficoltà. Potrebbe lasciar spaziare un’intenzione di sfruttare le problematiche idriche come forza positiva, e sono sicura che se molte delle più lungimiranti menti si mettessero a collaborare ad un simile progetto sarebbe certamente una lotteria del progresso. Auspicando l’ovvio rispetto delle proprietà intellettuali. Al giorno d’oggi vogliamo tutti un futuro dalle prospettive floride. Pare che questa realtà sia contemplabile solo in seguito ad un fedele servilismo di massa. La parola d’ordine è Intelligenzia.  L’intelligenza è una proprietà individuale. L’intelligenza è caratteristica personale di un essere umano, a dispetto del pensiero impulsivo animale, o dall’inerzia degli oggetti, che mantengono comunque una loro personale struttura nonostante formati da diversi stati della stessa materia. È quindi sensato porsi dei dubbi riguardo le nostre tecnologie?

Leonardo da Vinci, Le proporzioni del corpo umano (Uomo vitruviano), 1492 circa, Venezia, Gallerie dell’Accademia (Foto: www.lucnix.be)

Il modello vitruviano
Abbiamo deciso di seguire, non senza motivo, il modello “vitruviano”. Per la prossima Biennale Architettura 2025 il curatore ha spiegato che “L’Architettura è posta al centro, ma non da sola”, come se davvero fossimo giunti all’eradicazione della visione Homocentrica tanto rincorsa e ormai abbandonata. Ora l’uomo non è al centro, al centro ci sono le sue idee. Ma dell’uomo, che si farà? Un mondo che si cura di metterci nelle condizioni di produrre idee, avendo a disposizione tecnologie ultra invadenti e non regolamentate nel nostro Paese, andrebbe comunque tenuto sott’occhio. Non basta risparmiare le risorse con le quali si preferiva fare una crociera spaziale. È giusto che ora l’ingegnere scelga di occuparsi delle problematiche “down here”, prima di sprecare potenziali mezzi per questioni di rimandabile importanza. Iniziando dalla regolamentazione e diffusione informata di consensi per le neurotecnologie in uso. L’architettura applicata all’ingegneria ed all’informatica diviene una para-onniscienza, riuscendo pienamente nel suo intento di eccellere.

Conclusioni leonardesche
L’uomo che disegnava Leonardo da Vinci era, nella sua totalità, un uomo che ricco della prestanza fisica si incaricava moralmente ed intellettualmente di questioni di rilevanza sociale, senza tralasciare alcun tipo di aspetto, partendo da necessità pratiche e terminando con questioni estetiche. Lo stesso uomo vitruviano oggigiorno fa parte di tutti noi. Viviamo in un secolo nel quale non possiamo più fingere di essere un apporto marginale, perché ciascun individuo è chiamato, come sempre -e oggi in maniera più intransigente- a dare il suo contributo.

Commenta con Facebook

Altri articoli

Beverly Pepper, Todi Columns, Todi

06 Apr 2019 10.29 am

Le Todi Columns dell’artista americana Beverly Pepper, sculture in acciaio cor-ten alte dagli 8 ai…

Biennale Namibia, Just resting - going to. Photo RENN

16 Apr 2022 5.18 pm

Secondo i firmatari di una petizione il Padiglione della Namibia non sarebbe rappresentativo della Nazione.…

La Basilica di San Marco aggredita dal mare

13 Nov 2019 11.30 am

Mosaici e marmi di San Marco aggrediti dal mare: ecco in che condizioni sono i tesori della Basilica…

La prima parte della mega collezione della VAC Foundation a Venezia

04 Giu 2018 2.21 am

The Explorers: VAC Foundation presenta nella sua sede di Venezia, Palazzo delle Zattere, il primo capitolo…

Profumo_Gavosto_vincitori Pascoli

21 Ago 2017 4.26 pm

TORINO fa SCUOLA. Nuovi spazi all’apprendimento. I progetti vincitori dei bandi di concorso per le…

La libreria Segni nel Tempo invasa dall'acqua alta

30 Nov 2019 12.43 pm

La Galleria Massimodeluca di Mestre “adotta” i libri bagnati da’’acqua alta a Venezia ospitando…