Il 16 maggio Bonino batte all’asta 61 lotti fra cui dinosauri di terra e di mare, meteoriti e minerali, vere e proprie ossa del pianeta preumano, proiettato nel tempo eterno dell’Universo. “Il mondo perduto”, come l’omonimo romanzo di Arthur Conan Doyle apparso nel 1912, ci guida fra reperti paleontologici animali e minerali in un’asta fatta per strabiliare, per aprire la mente fino ai mondi in cui la scienza e la fantasia vivono insieme, con pezzi destinati di rilievo museale destinati ad antiche e nuove collezioni.
CATALOGO: https://goforarts.com/auction/cose-dellaltro-mondo/
Sull’onda delle vicende di Alan Grant ed Ellie Sattler entriamo idealmente in un Jurassic Park, alla scoperta di scheletri e fossili. Come nel celebre film ormai diventato un classico, la curiosità verso creature preistoriche ci spinge alla conoscenza di questi antichissimi abitanti del pianeta. Se in The Lost World (Il mondo perduto) la frase di esordio del giornalista irlandese Edward Malone è: «You are a Columbus of Science who has discovered a lost world», rivolto al Professor Challenger, anche noi possiamo scoprire quel mondo perduto attraverso ciò che di esso rimane.
Questo è lo spirito improntato al viaggio nel tempo che ci offre l’asta Cose dell’altro mondo, che Bonino batterà il 16 maggio. Come fra le teche di un museo, troviamo Centrosauri dalla corona e dalle possenti corna, Megalosauri, Carcharodontosauri, Abelisauridi e Spinosauri, concorrenti del Tyrannosaurus Rex nella classifica dei più grandi e feroci carnivori anfibi e di terra; e ancora Megalodonti, gli squali preistorici, forse i più grandi animali mai vissuti, che si nutrivano di balene, Mosasauri e Plesiosauri, dominatori delle acque costiere. Fino agli Pterodattili, giganteschi signori dei cieli marini, e agli Hadrosauri, dinosauri piumati che degli uccelli costituiscono il prototipo pre-aviario. E inoltre, le ammoniti delle forme più rare, dai colori iridescenti, scavate in Madagascar, in Canada, nell’Europa continentale e insulare, quando persino i continenti avevano forma diversa e tanta parte delle pianure ora emerse erano distese di basse acque oceaniche. Suscitano meraviglia i pesci, perfetti, come disegnati per una inquadratura moderna dal gioco dei sedimenti. E le palme, di 50 milioni di anni fa, rivaleggiano con la pittura del 900. La rana, il grillo in volo, il possente Mammuth, la iena delle caverne, il rinoceronte lanoso: Sono crani, zanne, zampe, denti, scheletri interi eccezionalmente mantenuti nella loro tridimensionalità. E infine i minerali, dalle masse ferrose giunte dall’Universo con il bombardamento meteorico di Campo del Cielo in Argentina, sino ai quarzi del Sinai. Queste creature hanno già lasciato una traccia nel mondo, ispirando le parole di Gesualdo Bufalino che invitava l’uomo a Lasciare di sé qualcosa come l’impronta di un fossile, l’eco di un’onda nei meandri d’una conchiglia…
Ecco dunque reperti non solo per tasche facoltose, ma anzi, per tutte le tasche di appassionati di paleontologia, che vogliono aggiudicarsi un pezzetto di passato antichissimo. Il dente di Spinosaurus aegyptiacus di provenienza marocchina, con stima fra 250 e 350 euro; il cranio con zanne del Mammuth lanoso, risalente a circa 45.000 anni, rinvenuto in Europa orientale e ora stimato oltre 25.000 euro; il cranio di Centrosauro, esistito circa 75,5-76,5 milioni di anni fa nel Nord America, con base d’asta di circa 70.000 euro; le stelle marine in un nucleo di 400 milioni di anni fa, aggiudicabili a partire da 1.000 euro, e uno scheletro fossilizzato di Mosasauro risalente a 70 milioni di anni fa, con un valore di base fra 25.000 e 35.000 euro; e ancora un cranio di iena delle caverne risalente a circa 15 milioni di anni or sono, con stima 9000 – 11.000 euro; il cranio di rinoceronte lanoso, separato da noi da 45.000 anni, stimato da 8.000 a 12.000 euro; il Plesiosauro di cui sono presenti cranio, collo e parte delle spalle dopo 100 milioni di anni, con una stima fra 10.000 e 15.000 euro; un dente di squalo gigante proveniente dall’Indonesia, stimato 400 – 600 euro; non possono mancare le note fascinose ammoniti con basi d’asta fra i 1.000 e i 3.000 euro, e una rosa del deserto di provenienza brasiliana con base d’asta 1.200 euro.