Alice Baber è stata un’artista, curatrice, femminista e viaggiatrice del mondo, che ha vissuto sia come insider del mondo dell’arte ed un’outsider, non avendo mai ottenuto il pieno riconoscimento che meritava nel corso della sua vita. La prima mostra su larga scala del lavoro di Alice Baber in oltre 40 anni, Alice Baber: Reverse Infinity della Berry Campbell Gallery mette in luce un espressionista astratto a lungo trascurato e membro fondamentale della scena Downtown di New York City.
La mostra presenterà dipinti dell’artista realizzati tra il 1960 e il 1981 ed è accompagnata da un catalogo di 68 pagine scritto da Dan Cameron, che segna il primo importante pezzo di studio contemporaneo dedicato al lavoro di Baber. Le galleriste Christine Berry e Martha Campbell vennero a conoscenza di Baber per la prima volta più di dieci anni fa mentre sfogliavano gli elenchi delle gallerie dell’era Downtown, cercando informazioni su ogni artista elencato di cui non conoscevano il nome. La galleria ora detiene la più grande collezione di opere dell’artista e ha svolto un ruolo determinante nel recente aumento di interesse del mercato per Baber, portando le sue opere da soli 3.000 dollari a quasi 700.000 dollari all’asta nel novembre dello scorso anno.
Caratterizzato da oli diluiti e acrilici che agiscono come acquerelli, il lavoro di Baber scopre i pigmenti nascosti nelle energie invisibili, traslitterando i movimenti della luce e dell’aria attraverso lo spazio illimitato. Mentre i suoi dipinti trasmettono uno spirito di libera fantasia, l’impegno duraturo di Baber per la tecnica e le rigorose esplorazioni della teoria del colore sono le basi del suo lavoro. Con il progredire della sua carriera, le sue indagini pittoriche sono diventate più intenzionali, passando da forme audaci e libere di associazioni verso un uso più giudizioso del valore in opere che suggeriscono un sottotesto più complesso, e forse anche sinistro. Sebbene molte delle donne dell’Espressionismo astratto abbiano ricevuto tardivo riconoscimento accademico e critico negli ultimi anni, una preponderanza di artisti di quest’epoca rimane non riconosciuta a causa dell’età, del sesso, della posizione, dell’abilità o della percepita mancanza di profondità. Con Alice Baber: Reverse Infinity , Berry Campbell continua a correggere la documentazione storica facilitando serie rivalutazioni di artisti il cui lavoro merita un serio impegno critico e un posizionamento all’interno dei canoni storici dell’arte.