Giulia Soul è una giovane fotografa di origine moldava (è nata a Hincesti nel 1990) che esplora il mondo femminile partendo dalla propria esperienza personale per tessere un racconto che diviene universale e in cui possono riconoscersi tutte le donne. L’artista racconta dei primi anni della propria vita nel piccolo villaggio dove le persone erano unite dal senso di appartenenza alla terra da cui trarre nutrimento, e i bambini erano figli di tutta la comunità. Qui, fin da piccola, Giulia sviluppa un sentimento di profondo rispetto e unione con una natura magica, una madre che dona conforto e riparo. Purtroppo l’assenza di entrambe i genitori crea un senso di vuoto e frustrazione, e , come narra la fotografa “spesso quando stavo male nascondevo le lacrime ed ero muta , non riuscivo ad esprimermi a parole così quel dolore cresceva dentro di me a mia insaputa, essendo così piccola. Tutt’ora, anche se sono cresciuta e in qualche modo mi sono alleggerita del peso che portavo dentro, quella bambina vive ancora dentro di me”
Giulia incontra la fotografia quando è in Italia e capisce che quello è il medium migliore per esternare i propri pensieri, un linguaggio intimo che attraverso una continua sperimentazione la ha portata a formare un alfabeto espressivo ben riconoscibile. Nella poetica dell’artista un ruolo di prim’ordine è dato all’elemento della natura ,sia come generatrice di vita in cui ritrovare anche sé stessa come madre, sia come via per connettersi al proprio subconscio. Da queste premesse poi l’artista scatta d’istinto, in base ai sentimenti che emergono in quel momento e racconta “Raramente studio un progetto perchè considero che i migliori scatti che ho creato sono nati al momento, formare un progetto in particolare seguendo delle linee precise per me è una limitazione che si contrappone al mio estro creativo e con il mio modo libero e spontaneo di essere. In realtà non considero questa cosa come una limitazione ma come un modo diverso di concepire l’arte”
E’ quindi la donna associata alla natura e i suoi misteriosi elementi la base dell’indagine dell’artista, che sonda tematiche spesso considerate tabù, tra cui la sessualità, il corpo, la libertà e non da ultimo la maternità. Nelle proprie creazioni Giulia narra diforza e fragilità , di speranza e rinascita, con un linguaggio simbolico dove la figura femminile si manifesta in una gamma di variazioni in cui il corpo è ora sinuoso e sfuggente come l’acqua, ora simile a una statua coperta da un velo colorato che evidenzia le forme o come una figura che svetta le mani a cielo come a fare una prece. Nel corpus di immagini la presenza dell’elemento dell’acqua è fondamentale: l’acqua è l’elemento primordiale in cui si sviluppa la vita e altresì insidiosa e pericolosa perché può travolgerci e arrivare a soffocarci, una metafora dell’esistenza che è costantemente una prova, talvolta dolorosa, come lei stessa racconta nelle immagini, dove il colore ha una funzione espressiva. I corpi e i volti nelle composizioni sono intrisi di screziature cromatiche decise, lo vediamo nel rosso, colore che l’artista identifica come colore dell’esistenza perché racchiude passione, lotta, amore e dolore. Il nero è un altro colore che l’artista sceglie per creare contrasti forti ma che richiama anche la notte, non solo come mistero ma anche come momento di pace e riposo. Afferma l’artista “Sento di aver raggiunto un obiettivo quando le persone si ritrovano nei miei scatti e rimangono incuriositi mettendoli cosìnella condizione di porsi delle domande, , sentire, sognare , ritrovarsi nella malinconia che spesso risuona dalle immagini…insomma sono felice di lasciare qualcosa che vada oltre la fotografia”
Nel corpus di immagini come già osservato, la presenza dell’elemento dell’acqua è fondamentale: l’acqua è l’elemento primordiale in cui si sviluppa la vita e altresì insidiosa e pericolosa perché può travolgerci e arrivare a soffocarci, una metafora dell’esistenza che è costantemente una prova, talvolta dolorosa, come lei stessa racconta nelle immagini, dove il colore ha una funzione espressiva. I corpi e i volti nelle composizioni sono intrisi di screziature cromatiche decise, lo vediamo nel rosso, colore che l’artista identifica come colore dell’esistenza perché racchiude passione, lotta, amore e dolore. Il nero è un altro colore che Iuliana sceglie per creare contrasti forti ma che richiama anche la notte, non solo come mistero ma anche come momento di pace e riposo.