È uno dei più accreditati mercanti d’arte italiana nel mondo, lavora con i musei di diversi continenti, tra i quali il MET di New York, la National Gallery di Melbourne, il Kunsthaus di Zurigo, gli Uffizi a Firenze o il Louvre a Parigi e ad Abu-Dhabi e il suo nome spicca nelle agende del collezionismo globale più ricercato.
E, in questi giorni di maggio, Maurizio Canesso, festeggia i suoi 30 anni di attività, aprendo con magnifici capolavori i suoi due spazi di Parigi e di Milano. Il 16 maggio inaugura la Galerie parigina, al 26 di Rue Lafitte e il 24 maggio sarà invece il giorno di apertura per la galleria a Milano, in via Borgonuovo 24, uno spazio suggestivo in una serra del giardino che apparteneva a Casa Valerio, una delle dimore storiche milanesi, dietro la Pinacoteca di Brera (fino al 28 giugno).
Veneziano d’origine, Maurizio Canesso si avvicina al mondo dell’arte già da studente.
“Ho cominciato a vent’anni parallelamente agli studi di Economia e ho fatto amicizia con un antiquario a Varese dove ero entrato per trovare arredi per il mio appartamento. Ho fatto amicizia e ho scoperto questo mondo di grande fascino e ho capito che con un po’ di soldi si poteva costruire anche un patrimonio artistico importante. Ero affascinato e ho cominciato a muovere i primi passi e con qualche soldo in eredità ho venduto qualcosa a un avvocato locale. Poi altri acquisti sono seguiti in quel periodo, tutti fortunati e ho conosciuto Pietro Corsini, il più grande mercante degli anni ’80 che stava a New York. Ho venduto agli Uffizi a 22 anni il mio primo quadro. Mi sono trasferito a lavorare a New York da Corsini nel 1983 e lì sono stato fino al 1986 e poi sono rientrato in Europa. Mi sono trasferito a Parigi e ho iniziato nel 1988 e nel 1994, 30 anni fa appunto, ho aperto la mia prima galleria”.
Il suo primo acquisto è stato un dipinto di Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone. E il suo acquisto più recente?
“Un dipinto di Pierfrancesco Mola”.
Perché ha scelto il Rinascimento e il Barocco italiani come campo di specializzazione della sua ricerca?
“Sono sempre stato colpito dal mondo delle Corti delle varie città italiane, attratto da queste famiglie che avevano a disposizione artisti, pittori, musicisti e poeti, mi affascinava il territorio italiano sotto questi aspetti. Lo sfarzo, la ricchezza, il mecenatismo, il potere e la bellezza. E in particolare ho studiato la figura rinascimentale nei suoi sviluppi con il Cinquecento e con il Barocco”.
Canesso celebra i 30 anni di attività nelle due Gallerie di Milano e di Parigi, un’occasione esclusiva per ammirare dipinti di grandissimo livello come Evaristo Bachenis, Bernardo Strozzi, Alessandro Magnasco, Gian Paolo Lomazzo, Giuseppe Bonito, Gaspare Travesi, Tanzio da Varallo e di altri Mastri del Barocco e del Rinascimento italiano. Tra le opere esposte anche un’opera del cosiddetto Maestro della tela jeans, pittore di area lombarda, attivo nella seconda metà del ‘600.
Cosa pensa uno dei più noti mercanti d’arte italiana nel mondo del mercato dell’arte del suo settore? Cosa è cambiato in questi anni?
“C’è un grande interesse per gli artisti più importanti e si riscontra una grandissima disponibilità di denaro per i pittori che hanno fatto la storia dell’arte del passato. Premia la qualità in generale. Un particolare interesse per il soggetto raffigurato nei quadri, una cosa che prima non c’era, quindi le minorità, i dipinti delle donne e maggiore curiosità su come viveva la gente in epoche passate”.
Oggi oltre alle vendite ai musei e alle istituzioni, rileva un ricambio generazionale nel collezionismo presente nelle fiere più prestigiose del mondo?
“Contrariamente al passato, i giovani sono portati su un mondo globale. Da adolescenti sono spediti a Londra, New York e fanno carriere in un mondo sempre più globalizzato. Poi magari rientrano più tardi nei loro paesi d’origine. E assumono l’arte come un lavoro più universale e non più locale. Per quanto riguarda le nuove generazioni, c’è questo cambio di aspetto non più tradizionalista e c’è un’apertura mentale internazionale. Per questo si ricerca l’apice di quello che rappresenta la storia dell’arte italiana o di altri paesi. Oppure, per chi conosce bene la pittura, si cercano le espressioni artistiche altissime dei minori. I minori di grande qualità possono funzionare benissimo”.
I collezionisti da che aree provengono?
“Per quello che riguarda l’arte europea, restiamo sempre molto legati alla vecchia Europa, Stati Uniti e America del Sud. Anche Cina e India ma sono sempre molto pochi e per il conflitto russo-ucraino abbiamo perso tutta la clientela russa che era molto importante per il mercato europeo.”