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L’intimità nella cultura gay. Da Cannes Immersive, intervista con Tung-Yen Chou

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A Cannes Immersive Tung-Yen Chou presenta la sua personale riflessione sul mondo virtuale e l’intimità nella cultura gay

Tung-Yen Chou era in Venice Immersive nel 2021 con The Mist, la sua controversa esperienza era visibile solo dal vivo. Gli spettatori entravano in una sauna gay nella penombra. Il secondo episodio, Gazing, In the Mist è stato in mostra al Very Theatre di Taiwan. Con l’ultimo episodio, in concorso nella prima edizione di Cannes Immersive, e dal titolo Traversing the Mist, l’autore conclude la sua riflessione personale sul mondo virtuale e l’intimità nella cultura gay.

L’esperienza presenta ovviamente una tecnologia molto più avanzata del primo progetto ed anche un’interattività che negli altri non c’era. Lo spettatore entra nella sauna ed esplora i suoi labirinti, poi si perde nei suoi pensieri: realtà e sogno non si distinguono più. L’uomo che noi impersoniamo è giovane e bello, ma sa che invecchierà e la sua caducità lo spaventa. Teme il passaggio del tempo e la sua fine, più della sua solitudine.

Mi piaceva – commenta Tung-Yen – l’idea che anche chi non si riconosce in un uomo o in un omosessuale entrasse in panni diversi dai propri. Ho preferito i difetti di una resa visiva con qualche difetto, alla pesantezza di un laptop sulle spalle dei visitatori. Vengo dal teatro e per me l’immaginazione resta un elemento fondamentale della narrazione”. Scoprite in questa intervista i segreti della sauna di Tung-Yen Chou.

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