Le grandi avanguardie del Novecento italiano (e internazionale) sono in asta da Il Ponte, che il 28 e 29 maggio 2024 esita a Milano l’asta di arte moderna e contemporanea. A guidarla i Gatti futuristi (1922-24, stima 250-300 mila euro) di Giacomo Balla.
Più ce ne allontaniamo e più il Novecento appare come un ideale complesso e affascinante, contraddittorio e inesauribile. Almeno questa è la visione che ne restituisce la storia dell’arte, che porta impressa nelle sue opere il ricordo di un secolo che a distanza di pochi anni, a distanza di pochi kilometri, restituisce interpretazioni nostalgiche o visionarie, conservatrici o avanguardistiche. A riproporre questa varietà è Il Ponte, che porta in asta una serie di opere inedite e artisti di fama internazionale che hanno caratterizzato il secolo passato.
A cominciare da Una partita a carte (1904, stima 40-60 mila euro) di Angelo Morbelli, che a fronte di un soggetto piuttosto semplice – dei giocatori di carte, appunto – vanta uno stile divisionista del tutto moderno, quasi cinematografico. La stessa vena sperimentativa, questa volta in chiave futurista, movimenta i Gatti futuristi (1922-24, stima 250-300 mila euro) di Giacomo Balla, olio di grandi dimensioni presentato alla XCIV Esposizione presso la “Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti” di Roma.
Immersa nella storia la scultura di Mino Rosso Architettura di un testa (Mussolini) del ’33, perfetto esempio di sintesi della plastica futurista; quasi fuori dal tempo, invece, l’opera di Gerardo Dottori del ’23 Forze Ascensionali, le cui importanza è testimoniata dalla circolazione presso numerose mostre, tra cui quelle a New York, Taipei ed Helsinki (stima 35-50 mila euro). A un universo teatrale letto in chiave metafisica, si ispira il Combattimento di Puritani di Giorgio de Chirico del 1959/60 (stima 150-200 mila euro), artista la cui presenza a catalogo è valorizzata anche da una inconfondibile Piazza d’Italia della fine degli anni Sessanta (stima 130-150 mila euro).
Rigore e silenzi anche nelle nature morte di Giorgio Morandi, in asta con un disegno del ’43 (stima 25-35 mila euro), e di Renato Guttuso, presente con i dipinti Interno con damigiana del ’60 (stima 50-70 mila euro) e Natura morta con cestino e libri del ’59 (stima 15-20 mila euro). Dalla compostezza estrema all’energia incontrollabile dell’Informale, corrente rappresentata in asta da un rarissimo Paesaggio a Imbersago (L’Adda) di Ennio Morlotti del ’55, presentato in numerose mostre museali dedicate all’artista (stima 30-40 mila euro). Ancora più elevata la stima per una straordinaria opera di Tancredi Parmeggiani (stima 50-70 mila euro).
Al passo con i tempi (del tempo), l’esperienza romana della Scuola di piazza del Popolo è ricordata tramite opere chiave come Lisca nera di Tano Festa del ’61 (stima 50-70 mila euro), l’irriverente ritratto di Mao Tze Tung di Sergio Lombardo del ’64 (stima 30-50 mila euro) e Spazio di Mario Schifano (stima 40-60 mila euro). Al passo con i tempi (del mercato) il nucleo di sette dipinti di Salvo, oggi ricercatissimo dai collezionisti; così come le tre opere di Alighiero Boetti: Aerei (1983, stima 80-120 mila euro), Languidi sguardi assassini (1990 circa, stima 40-60 mila euro) e Insicuro noncurante (1975/76, stima 35-50 mila euro).
All’ampio nucleo di opere italiane, il Ponte è riuscita ad affiancare anche un consistente numero di lotti internazionali, dove si scorgono grandi nomi quali Otto Dix, Sonia Delaunay, Maurice De Vlaminck. Tra questi, spiccano l’olio su tela Jar and Plate di William Scott (stima 40-60 mila euro) e l’acrilico su carta di Hans Hartung (stima 25-35 mila euro), entrambi realizzati nel ’71. Significativo il nucleo americano, dove emergono i nomi di Franz Kline, con l’inchiostro su carta Sketch for Riverbed (stima 20-30 mila euro; Sam Francis con un Untitled del ’77 (stima 10-15 mila euro); e Conrad Marca-Relli, con il collage J-S-7-74 del ’74 (stima 15-18 mila euro).