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Milano. Soggetti floreali, toni elettrici e paesaggi mossi dal vento nei dipinti di Nicole Wittenberg

Nicole Wittenberg, We've got forever Photo by Roberto Marossi Courtesy MASSIMODECARLO Nicole Wittenberg, We've got forever Photo by Roberto Marossi Courtesy MASSIMODECARLO
Nicole Wittenberg, We've got foreverPhoto by Roberto Marossi
Courtesy MASSIMODECARLO
Nicole Wittenberg, We’ve got forever. Photo by Roberto Marossi. Courtesy MASSIMODECARLO

Soggetti floreali, toni elettrici e paesaggi mossi dal vento inspirati alla costa del Maine. Questi gli elementi chiave dell’ultima serie di opere realizzate da Nicole Wittenberg, al centro della personale (We’ve got forever) che MASSIMODECARLO presenta a Milano dal 16 maggio al 20 giugno 2024.

We’ve got forever si svolge di notte, quando la luce si affievolisce e il cielo assume tonalità rosate e violacee. I paesaggi, come 7 PM, Broken Moon 2 e Big Deep, trasmettono l’intensità di una distesa d’acqua costeggiata da foreste e scogliere, dettagliano la specificità di un momento che sembra sospeso nel tempo, ma che è pronto a cambiare da un momento all’altro. “Quando si è giovani si pensa di essere eterni, e ci si sente come se tutto durasse tantissimo tempo…e anche per imparare a dipingere ci vuole un‘infinità”, dice Nicole Wittenberg, introducendo alla sua arte fatta di pennellate luminose e rapidità intuitiva, di soggetti effimeri immortalati grazie alla pittura.

Quando la notte diventa giorno, le composizioni floreali di Wittenberg offrono uno sguardo sul colore acceso e luminoso di un fiore esposto al sole. L’artista descrive queste opere come “un gruppo di forme incastrate che si sovrappongono per creare un ammasso di steli, fiori e foglie – in questo modo, la vedo come un’immagine barocca, dato che le ‘parti’ del dipinto si incastrano e si muovono a spirale verso l’alto”.

Per esempio, un paio di anni fa, Wittenberg si è imbattuta nel fiore Balsamina dell’Himalaya, che cresceva in un campo del Maine, insieme ai fiori californiani Queen Anne’s Lace e Gloriosa Daisies. Questo incontro ha ispirato una serie di rapidi schizzi a pastello che esplorano il linguaggio dei colori delle loro fioriture protese verso il sole. Riflettendo su questa esperienza, Wittenberg racconta: “Fiori selvatici come la Balsamina dell’Himalaya crescono sul ciglio della strada, sembrano rappresentare il senso del nostro tempo, un fiore che cresce senza essere curato e che ritorna anno dopo anno nonostante i nostri migliori sforzi per contenerlo o estirparlo”.

In We’ve got forever si riflette l’essenza enigmatica dell’eternità, un tema che si intreccia con la voce adolescente di Michael Jackson (che risuona in mostra) e con le pennellate transitorie della Wittenberg. Parlando dell’attesa per la sua prima mostra in Italia, la Wittenberg esprime la sua ammirazione per i capolavori veneziani del XV e XVI secolo. Riconosce che “la potenza e lo spazio della pittura veneziana hanno dominato la mia visione e mi hanno aiutato a capire cosa può fare un dipinto”. Wittenberg cattura la bellezza fugace della natura, invitando gli spettatori a immergersi nel fascino senza tempo del momento presente – un momento sospeso nel qui e ora, che si estende forse per sempre.

Nicole Wittenberg, We've got foreverPhoto by Roberto Marossi
Courtesy MASSIMODECARLO
Nicole Wittenberg, We’ve got forever. Photo by Roberto Marossi. Courtesy MASSIMODECARLO
Nicole Wittenberg, We've got foreverPhoto by Roberto Marossi
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Nicole Wittenberg, We’ve got forever. Photo by Roberto Marossi. Courtesy MASSIMODECARLO
Nicole Wittenberg, We've got foreverPhoto by Roberto Marossi
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Nicole Wittenberg, We’ve got forever. Photo by Roberto Marossi. Courtesy MASSIMODECARLO

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