Una pittura ibrida – dove il sogno si mischia, senza soluzione di continuità, alla realtà – è protagonista nelle tele di Siro Cugusi: una indecifrabile dimensione onirica si apre con l’immersiva personale, a cura di Luca Cheri e Camilla Mattola, visibile al Museo di Orani fino al 3 giugno
Esiste durante il sonno una particolare attività psichica connessa – il sogno – la cui caratteristica è la percezione di visioni e suoni illusori, intesi come concreti e reali da parte del soggetto che sta facendo esperienza del fenomeno. In questo stato la mente sperimenta una esistenza fittizia, o almeno diversa da quella normalmente vissuta, che segue meccanismi differenti dai canonici. Questa discordanza fa emergere un senso vago di allucinazione che contraddistingue la dimensione onirica pur non dando modo al sognatore di aver piena cognizione del momento. Come distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà?
A questa domanda sembra dare risposta la pittura di Siro Cugusi. Nel suggestivo spazio dedicato alle esposizioni temporanee del Museo Nivola le bianche pareti si fanno proscenio per le tele dell’artista. Ecco comparire immensi e fantastici paesaggi, verdi di piante, lussureggianti alberi, fiori e foglie. Un mondo fatto di distese pianure, mossi specchi d’acqua e, lontano, i profili dei rilievi e chiari cieli invernali. Ed ecco in questi mondi coerenti manifestarsi elementi altri, presenze diverse, come apparizioni esoteriche: un apparire di nature morte nel bel mezzo delle scene, il mostrarsi, quasi in visione, di erotici dettagli di corpi nudi, frammenti minimi di materia e di astrazione, simboli e attributi iconografici, incongrui fiori carnosi, oggetti volanti non identificati, incomprensibile semenze, alberi mutilati da glitch grafici e bug di sistema, bizzarre e bellissime sculture sviluppate come organiche forme uniche nello spazio. È l’universo misterioso e contraddittorio del pittore dove i generi tradizionali dell’arte e gli stili – dal figurativo all’astratto, dal surreale all’informale – si ibridano per creare attraverso il contrasto una dimensione sospesa e allucinatoria, onirica. Così le tele, attraverso un solo apparente cortocircuito contraddittorio, si fanno varco per esplorare lo stato alterato del sogno e della percezione facendo emergere le discontinuità in capo alla psiche. Scrivono nel testo curatoriale Luca Cheri e Camilla Mattola: «La pittura di Siro Cugusi si dispiega su opere su tela e carta che colpiscono per la tecnica raffinata e le molteplici suggestioni. Sospeso tra figurazione e astrazione, il suo linguaggio artistico reinterpreta in chiave personale e intima il concetto surrealista del perturbante, lo spazio liminale e metafisico dove niente è come sembra. […] Il grande formato conferisce alla pittura di Cugusi una qualità esperienziale: le tele creano un effetto ambientale e immersivo. La sensazione è quella di essere catapultati all’interno di scenari impossibili a metà tra l’inconscio e la realtà. Attraverso questi paesaggi dominati da illusioni e immaginazione, l’artista prova a costruire un mondo parallelo e utopico, una personale dimensione estetica e poetica, in una ricerca che, destinata inevitabilmente a scontrarsi con la prosa della realtà, non può che rivelarsi una chimera».
Nel sogno, già di per sé evento speciale, esiste una eccezionale condizione: la possibilità di avere coscienza di stare dormendo e sognando e, dunque, la facoltà di controllare deliberatamente immagini ed eventi nella rappresentazione mentale. È il sogno lucido, e chi si muove in questo fenomeno è l’onironauta. Per interpretare questo ruolo – si direbbe prendere consapevolezza di sé e della situazione – esistono alcuni “test di realtà”. Con “Chimere” il Museo Nivola riconferma la volontà di promuovere le nuove generazioni di artisti attivi in Sardegna e non solo: attraverso le grandi finestre dell’antico lavatoio di Orani i paesaggi dipinti entrano in contatto con il circostante mondo sardo e Siro Cugusi è colui che indica, attraverso il suo codice enigmatico, fatto di mise en scène, visioni, elementi a contrasto, déjà vu e test di realtà, la strada dell’onironauta nel reale. Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero?