La stagione espositiva di Dep Art Out a Ceglie Messapica, sede estiva della Dep Art Gallery di Milano, si apre con una mostra dell’artista tedesco Gerold Miller. Venerdì 12 luglio, dalle ore 18 alle 21, si terrà la serata-evento durante la quale sarà presentato un lavoro realizzato appositamente e localmente per gli spazi del trullo Dep Art Out. Miller ha voluto creare un’opera che lega il suo lavoro alla terra pugliese. Per la realizzazione, si terrà una performance alcuni giorni prima dell’esposizione ufficiale: un trattore, simbolo del lavoro agricolo e della fertilità della terra, seminerà idealmente in un nuovo substrato, quello dell’arte.
Miller propone una nuova versione delle sue “scratched surfaces” realizzate pochissime volte durante la sua carriera. I segni impressi dal trascinare l’opera sulla strada e sulla terra ricca di sementi pronte a germogliare, rimangono “impressi” indelebilmente nell’opera d’arte. Il trascinamento solca la superficie in maniera indelebile, così come il nostro cammino ci segna e ci arricchisce lasciando nella memoria segni indelebili. La performance riassumerà alcuni dei motivi principali del lavoro dell’artista tedesco: il dialogo che le sue strutture instaurano con l’ambiente e la forza misteriosa, si direbbe magica, che il colore riveste nella sua opera. Come una metafora di vita, le superfici di Gerold Miller, solitamente lucide come specchi e pronte ad accogliere ogni immagine riflessa (spesso “troppo veloce e fuggente”, dice l’artista), vengono segnate dal passaggio sulla strada.
È la prima volta che Miller utilizza, per questo processo, un’opera colorata. Arancione come il colore del tramonto, della terra arsa, ma anche il colore di quel trattore, un vecchio Fiat, che è anche memoria. Miller, cresciuto in una famiglia contadina, si riavvicina in questo progetto anche alla sua infanzia, con uno sguardo puro che sa tenere insieme la natura, l’arte e l’ambiente. Come i ricordi sono indelebilmente incisi nelle nostre menti, la memoria locale, storica, della strada, della vita e della terra vengono incise indelebilmente sulla superficie dell’opera d’arte. Nella creazione stessa di un’opera d’arte, che sia musica, poesia o qualunque altro mezzo di espressione, un artista non attinge forse al suo vissuto?