Dal Parco Internazionale di Scultura, aperto al pubblico il 28 aprile 2024, alle iniziative di vario genere promosse negli ultimi mesi, come la collaborazione con il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia. Banca Ifis, attraverso il progetto Ifis art, voluto dal presidente Ernesto Fürstenberg Fassio, vuole proporsi come un ponte tra pubblico e privato nel campo dell’arte.
Sono tra gli alberi, alcune nascoste, altre ben in vista; circondano silenziosamente l’edificio centrale, ma la loro presenza si percepisce; le si può avvicinare, percorrendo un cammino che si allontana dal conosciuto per addentrarsi nel mistero. Quello che è proprio dei boschi, che è proprio dell’arte e che è proprio anche del Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis, situato a Mestre, attorno a Villa Fürstenberg, sede centrale di Banca Ifis.
Ventidue ettari di giardino per 23 opere d’arte, nello specifico sculture dal carattere installativo, realizzate da dodici maestri della scultura contemporanea, italiani e internazionali: Fernando Botero, Annie Morris, Park Eun Sun, Igor Mitoraj, Manolo Valdés, Pablo Atchugarry, Pietro Consagra, Roberto Barni, Julio Larraz, Philip Colbert, Giuseppe Penone e Nico Vascellari. Grandi nomi per un progetto ambizioso, in continua espansione, che nel tempo vedrà nuovi lavori aggiungersi a quelli già esistenti.
Da quando ha aperto al pubblico, il 28 aprile 2024, sono stati tantissimi i curiosi e gli appassionati che l’hanno visitato, anche sfruttando l’apposita app che fornisce approfondimenti e suggerimento sul percorso. Del resto, non è facile in Italia trovare nello stesso luogo un Teseo Screpolato di Mitoraj, un cavallo di Botero e un’aragosta di Philippe Colbert. A proposito, l’artista scozzese, il 26 maggio, è stato protagonista di un evento particolare che ha trasformato lo spazio espositivo in un grande terreno di gioco in cui i bambini dovevano scovare le aragoste realizzate da Colbert.
Una caccia al tesoro artistica utile ad avvicinare anche i più piccoli all’arte, che sottolinea l’eterogeneità dell’impegno di Ifis art, il progetto che vuole portare il patrimonio artistico della banca, composto da oltre 100 opere, al pubblico. Ma anche supportare le istituzioni nelle loro iniziative artistiche. Come nel caso di Ballad for ten trees, la nuova performance sonora di Massimo Bartolini, che rientra nel progetto espositivo Due qui / To Hear, protagonista del Padiglione Italia alla Biennale Arte 2024 curato da Luca Cerizza, promosso anche da Banca Ifis.
Nel Parco, dieci sassofonisti si sono esibiti in altrettanti assoli dedicati a dieci diversi alberi del giardino di Villa Fürstenberg. Le sonorità improvvisate, provenienti dal repertorio jazzistico dei musicisti, hanno evocato il rapporto tra essere umano e Natura, tra arte e ambiente, tanto da andare ora ad aggiungersi al percorso espositivo del parco, in una polifonia che varia a seconda dei tempi e itinerari di percorrenza scelti del pubblico.
Al di fuori del Parco, Ifis art ha inoltre collaborato con le Istituzioni per recuperare dodici busti di Antonio Canova (1757-1822) che risultavano dispersi e presto avvierà i lavori di messa in sicurezza di Migrant Child, una delle sole due opere rivendicate da Banksy e presenti su suolo italiano la cui integrità è a forte rischio.
In generale, si può dire che Ifis art si stia proponendo come un brand intenzionato a promuovere riflessioni e approfondimenti sul valore culturale ed economico dell’arte, in una prospettiva che non vede come alternativi i due aspetti. Per esempio, attraverso il proprio osservatorio Economia della Bellezza, Ifis art ha dimostrato una volta di più l’impatto favorele della presenza dell’arte sul luogo di lavoro. Ma ha altresì rilevato i benefici economici tangibili del sistema artistico.
Secondo i dati raccolti da Banca Ifis, l’economia italiana della bellezza vale 595 miliardi di euro. Si tratta di un dato in crescita del 19% rispetto ai 499 miliardi di euro di fine 2022, comprendendo anche i settori moda, cosmetica, enogastronomia e turismo culturale. Complessivamente, il comparto genera il 29,2% dell’intero Pil nazionale, in aumento di 3 punti percentuali rispetto al 26,1% del 2022 e addirittura di 5 punti percentuali rispetto al 2021. Un soft power che nasce dall’eccellenza italiana nel campo, da una tradizione secolare insita nella nostra identità. Ma che solo l’impegno combinato di istituzioni, artisti, mecenati e comunità può continuare a portare avanti.