Print Friendly and PDF

Cartier e Jean-Michel Alberola conciliano l’eterno sodalizio tra arte e moda

Jean-Michel Alberola and Cartier, The Junction, 2018. © Vincent Wulveryck, Courtesy of Cartier
Jean-Michel Alberola and Cartier, The Junction, 2018. © Vincent Wulveryck, Courtesy of Cartier
Il debutto della prolifica collaborazione tra il brand luxury Cartier e l’artista concettuale Jean-Michel Alberola è avvenuto oggi, lunedì 24 giugno a Cartier SoHo. L’installazione «Precision of Opposites» rientra nell’ambito dell’iniziativa Artist Meets Artisan promossa dal marchio.

Il progetto, già sperimentato in precedenza con figure quali Beatriz Milhazes, David Lynch e Takeshi Kitano, invita figure di spicco del mondo dell’arte contemporanea a creare opere inedite con la casa di gioielli.
A disposizione degli artisti una vasta selezione di pietre e metalli preziosi, nonché l’eccellente sapienza artigiana propria della Maison. Cyrille Vigneron, CEO di Cartier, ha spiegato che accade spesso che alcune pietre vengano scartate dai gioiellieri a causa di imperfezioni coloristiche o formali. Queste pietre mantengono tuttavia un valore comunicativo ineguagliabile, che sarebbe un peccato sprecare. Così vengono offerte agli artisti per dare libera forma al proprio estro creativo. I pezzi risultanti vengono successivamente esposti in musei e boutique in tutto il mondo, a rafforzare l’antico sodalizio tra arte e moda.

Il parigino Alberola (Saida, 1953) è conosciuto come protagonista chiave del movimento Figuration Libre, che ha tracciato un nuovo percorso tra arte figurativa e astratta. Nella sua pratica è evidente una sensibilità sia figurativa che testuale, nonché l’attenzione al recupero del cosiddetto objet trouvé, ovvero oggetti ritrovati casualmente e trattati come arte.

Il risultato odierno è frutto di un percorso collaborativo iniziato nel 2018. «The Precision of Opposites» si configura come un insieme, le cui singole componenti sono identificate ne «La Memoria», «La Giunzione», «L’Impossibile» e «L’Intruso».

Il primo elemento si basa su uno di quei ricordi che ciascuno racchiude nel proprio bagaglio emotivo. Quei momenti dell’infanzia nei quali, in riva al mare, ci si perdeva a raccogliere sassi, conchiglie e cocci variopinti, levigati dalle onde e da queste trascinati a riva. Ecco il punto di partenza: un «banale» sasso liscio che l’artista trova sulla spiaggia anni prima.
Quest’umile oggetto, accostato alla preziosità dei materiali messi a disposizione dalla Maison, viene elevato di valore attraverso l’utilizzo di pietre preziose come l’agata verde, peridoto, ametista e granato.

É stata questa l’esperienza apripista, che ha spinto Alberola ad esplorare ulteriori possibilità.
In «The Junction», infatti esplora le proprietà dei materiali, fissando insieme pezzi di quarzo grezzo e lucido con viti d’oro, considerando così le numerose potenzialità di un singolo materiale. Mentre in «The Intruder» l’artista trascende la materia, concentrandosi sulla percezione del reale valore dell’oggetto. Il risultato sono due anelli apparentemente uguali, con i quali sembra voler provocare lo spettatore, mettendolo alla prova.
Il primo anello presenta un diamante marrone incastonato nell’acciaio, mentre l’altro è costituito da una fascia di platino e un quarzo. La questione è aperta e irrisolta, lasciando libera interpretazione allo spettatore.

Jean-Michel Alberola, The Moon (2024). © Olivier Ouadah (dettaglio)

Ma non è tutto perché con l’installazione a SoHo, l’artista ha voluto sottolineare il proprio personale rapporto con le pietre preziose, dipingendo un muro che rappresenta la superficie della luna. L’ispirazione stavolta deriva dall’illustrazione tratta dal libro Popular Anatomy di Camille Flammarion del 1880. Nell’articolare questa superficie craterizzata, Alberola mostra il nesso che per lui intercorre tra la materia prima di Cartier e la luna. Entrambe sono pietre, ma una fluttua nello spazio.
La mostra sarà visitabile nella boutique di Cartier a SoHo, New York, fino al 4 agosto.

Commenta con Facebook