Dedicata al mondo dell’arte WUF è pensata come un dispositivo contemporaneo di connessione tra giornalisti e protagonisti dello scenario artistico e ha debuttato con uno speciale appuntamento e due intense giornate di attività martedì 11 e mercoledì 12 giugno 2024. La nuova organizzazione WUF (We Understand the Future) è dedicata a connettere voci creative e valorizzare progetti artistici emergenti attraverso un approccio guidato dall’arte e dalla tecnologia. L’edizione inaugurale prende vita con un evento esclusivo per la stampa realizzato negli spazi dell’iconico Bar Rouge, con la partnership di ArtsLife e de La Lettura de Il Corriere della Sera.
La parola ai protagonisti: GAMMATRACE
Ogni volta che si percorre la soglia dell’ingresso e si giunge in questa realtà alternativa, si torna indietro diversi.
Ciao Gammatrace, benvenuto a WUF.
Grazie.
Vorremmo conoscere il tuo lavoro. Se ci puoi illustrare velocemente su cosa si basa.
Questo ultimo lavoro si basa principalmente sulla realizzazione di immagini che prendono vita da incontri metaforici in un contesto introspettivo. Sono testimonianze che ho cercato di trasformare in immagini, derivanti da esperienze e incontri significativi nel corso della mia vita. Questi elementi hanno contribuito a formare la mia visione attuale. Li vedo come persone o luoghi che mi hanno avvicinato a una maggiore consapevolezza personale, sia in relazione con il mondo esterno che in senso universale. È un percorso che parte da domande spontanee, spesso risalenti all’infanzia, e comprende step importanti per me, che credo possano essere rilevanti anche per altri.
Quali sono i mezzi che ti interessa di più usare e su cui vorresti fare delle ricerche più approfondite e sperimentali in futuro?
Attualmente il medium prevalente è la computer grafica. Cerco di non focalizzarmi su un singolo medium, ma piuttosto di capire quale possa essere più utile per lo scopo. Sono sempre in continua ricerca, cercando di abbracciare qualcosa di nuovo. La computer grafica è il mio medium principale per motivi professionali, ma sono molto interessato anche ad altre tipologie di medium non digitali. Per il futuro, mi sto orientando verso modalità più interattive e coinvolgenti, capaci di trasmettere e ricevere informazioni in modo efficace.
Che tipo di interazione ti aspetti dal pubblico?
Vorrei un’interazione emotiva più che fisica, qualcosa che spinga le persone a riflettere su aspetti trascurati o su argomenti che per vari motivi sono stati ignorati o sostituiti da qualcos’altro. L’obiettivo è fornire uno spunto che permetta a qualcuno di riconoscersi o di collegarsi alla propria esperienza personale.
Come riesci a far emergere aspetti personali attraverso la tecnologia?
Onestamente, non saprei ancora definire la reale efficacia di una tecnologia specifica. Credo sia importante dare più informazioni scientifiche nel senso di informazione e sperare di innescare un’interazione. Il risultato dipenderà molto dall’osservatore. Per ora, cerco di fornire spunti che possano essere riconosciuti per esperienza personale o lettura. Un messaggio implicito è più difficile da leggere, perciò credo che l’interattività possa rendere il messaggio più esplicito.
L’intelligenza artificiale o altri mezzi possono favorire questa interattività?
L’ho sperimentata e ne faccio un uso moderato. Attualmente, non riesce a sostituire totalmente il mio modo di operare o creare prodotti in computer grafica. È possibile un’integrazione silenziosa come supporto nella realizzazione di un prodotto finale. Può essere utilizzata con efficacia nel coinvolgimento interattivo, ma al momento non ha un ruolo centrale nel mio flusso di lavoro.
Hai parlato di autenticità nel tuo lavoro. Come riesci a farla percepire?
Non sto attualmente introducendo l’autenticità in modo marcato nel mio lavoro. È qualcosa che tengo in considerazione per applicazioni future. Vediamo dove arriverà.
La mutazione è un tema presente nel tuo lavoro. In quali termini?
La mutazione riguarda il progetto ‘Fosfenismo’, in cui i confini tra l’individuo e lo spazio diventano manifestazioni che prendono vita dall’esperienza personale. Ogni concetto ha una forma specifica per me, ma sarà diverso per ogni persona. Cerco di mantenere la fedeltà della manifestazione, ad esempio rappresentando la deformazione dello spazio causata da un buco nero.
Come giovane artista, quali sono le necessità per poter fare ricerca e avere la libertà di farlo?
La mia ricerca è nata dalla noia, dall’osservazione del cielo e dal passare del tempo. La collezione ‘Fosfenismo’ cerca di creare immagini sfuggenti e vibranti, simili al fenomeno dei fosfeni. Mi interessa esplorare immagini che provengono dall’inconscio e non sono collegate al presente.
La multidisciplinarità ti aiuta?
Sì, mi ha aiutato molto. Ho approcciato il digitale per ultimo, avendo precedentemente studiato tecniche più tradizionali come l’affresco e il disegno anatomico. Queste esperienze mi hanno dato una solida base, ad esempio nell’uso della luce e nella composizione. Sono elementi che reputo ancora importanti.
Progetti futuri?
Presenterò il progetto ‘Fosfenismo’ al Festival di Spoleto, con una personale a Palazzo Collicola. Sto lavorando su altri progetti futuri, concentrandomi sull’interattività per rendere l’arte più inclusiva.
Cosa può fare l’arte?
L’arte può fare molto, ma è importante considerare la predisposizione del pubblico a ricevere il messaggio. Ci deve essere una corresponsabilità tra pubblico e artisti. Vorrei creare opere che siano inclusive e che offrano informazioni utili, non solo su come sono state fatte, ma anche su dove vogliono arrivare.
C’è qualcosa che non abbiamo affrontato e che ritieni importante per comprendere la tua ricerca?
Vorrei lanciare una provocazione: chi non ha ancora investito tempo su se stesso, dovrebbe farlo. La società tende a chiudere l’accesso a questo ‘altro piano’, ma penso che sia importante per il benessere individuale e collettivo. Invito soprattutto i più giovani a riflettere su se stessi e a esplorare questo mondo interiore.
Vedi questa ricerca come un modo per lavorare sull’individuo e offrire spunti per un futuro diverso?
Sì, penso che possa offrire spunti e pensieri per migliorare la qualità della vita delle persone. Spero che l’arte possa contribuire a questo, soprattutto per i più giovani.