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Grande prova dei ragazzi de l’Academie Princesse Grace di Montecarlo

Foto di Alice Blangero Foto di Alice Blangero
Foto di Alice Blangero
Foto di Alice Blangero

Il Gala dell’Accademia Princesse Grace dei Balletti di Monte-Carlo è un momento speciale in cui la prestigiosa scuola di danza incontra il pubblico. Nata nel 1975 per iniziativa della Principessa Grace e del Principe Ranieri III, ha conosciuto il successo fin dalla sua apertura incontrando miti della danza fra i quali anche Rudolf Nureyv. Dal 2009 a dirigere l’Academie de Danse Princesse Grace, per volere della Principessa Caroline, è Luca Masala subentrato a Marika Besobrasova. 

La scuola accoglie studenti di varie nazionalità che vengono formati ad altissimo livello nelle varie doscipline della danza. Hanno tra i 13 e i 18 anni e seguono da 4 a 5 anni corsi di danza classica, contemporanea, carattere, corsi di composizione, pilates, ma anche di musica e storia della danza, nonché una formazione scolastica supervisionata da Valérie Projetti. L’insieme di questi corsi è assicurato da un team pedagogico composto da 6 professori: Lisa Jones, Carsten Jung, Thierry Sette, Roland Vogel, Olivier Lucea, Gioia Masala. Nel corso dell’anno accademico sono invitati anche insegnanti e coreografi di fama internazionale. Quest’anno a montare lo splendido saggio finale, che si è svolto venerdì 21 (ore 19,30) e domenica 23 giugno (ore 15,30), sono stati: Nanette Glushak, Elias Lazaridis, Roland Vogel,  Michel Rahn, Julieta Martinez.  Un Galà che, come tutti gli anni, fa scoprire al pubblico il lavoro formativo dell’Accademia. Lo spettacolo rappresenta un momento forte, sinonimo di gratifica per i giovani ballerini e i loro insegnanti, in cui i nuovi arrivati hanno l’emozione di salire per la prima volta sul palco della Salle Garnier, mentre i neo diplomati fanno l’ultimo inchino prima di entrare a far parte di una compagnia internazionale.

Foto di Alice Blangero
Foto di Alice Blangero

A portare a casa il diploma quest’anno sono stati : Sharon Choi et Shunsuke Nakamura , che entreranno a far parte del Tulsa Ballet (United States), Juliann Fédèle-Malard (Prix de Lausanne 2024), Tomas Ruao et Muu Sakamoto che invece lavoreranno per il Royal Swedish Ballet (Sweden), mentre Paloma Livellara Vidart (Prix de Lausanne 2024) entrerà a far parte del  ABT Studio Company (United States), Juliette Windey  si esibirà nel San Francisco Ballet (United States), mentre Martinho Lima Santos (Prix de Lausanne 2024) lavorerà per l’English National Ballet (United Kingdom), ed infine anche il nostro italiano Filippo Mambelli andrà in Germania per far parte del  Semperoper Ballet Dresden .

Spendidi danzatori che abbiamo avuto modo di applaudire durante il variegato programma che si è aperto con Serenade. Il balletto fu creato da George Balanchine nel 1934, per gli studenti della School of American Ballet, appena fondata con Lincoln Kirstein e Edward M. M. Warburg a New York. La difficile coreografia lavora sulla Serenata in do maggiore per archi, op. 48 di Pëtr Ilʼič Čajkovskij, composta dal musicista russo senza alcuna progettualità coreica nel 1880. Un balletto che ha ha ricevuto diverse revisioni ed oggi è diventato un punto cardine del repertorio del New York City Ballet.

È considerato il primo balletto “americano” di Balanchine, senza trama, quindi astratto. Le diciassette ballerine, poste nel quadro iniziale in una originale figura di doppio rombo, sono al chiaro di luna e sono in VI posizione, poi gradualmente, come all’inizio di una lezione, ruotano le gambe in I posizione ed eseguono un port de bras elementare. Da quel momento iniziano ad attraversare il palcoscenico con movimenti sempre più dinamici e veloci disegnando figure e gruppi che richiamano il modernismo dei Ballets Russes.

Foto di Alice Blangero
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Avvenimenti episodici accaduti durante le prove, come una ballerina che entra in ritardo e raggiunge di corsa la sua posizione, un’altra che cade e si rialza, sono tutti accaduti durante le prove e Balanchine li ha voluti mantenere nella coreografia definitiva. Senza dubbio un grande capolavoro che rischiede un’ottima tecnica, quella che non manca certo agli allievi dell’Accademia monegasca che hanno fatto un’ottima esibizione. Tra il gruppo si è notata Paloma Livellara Vidart , vincitrice del Prix de Lausanne 2024 e che presto volerà a New York per far parte della Studio Company dell’American Ballet Theater. 

Di tutt’altro genere Fly, una creazione del coreografo Elias Lazaridis su musica di Hania Rani. La suggestiva e dinamica coreografia comprende tutti danzatori maschi tranne una femmina che sembra tirare le file della sorte del gruppo. Sopra di loro l’installazione “Les Imprévus – FLY”, realizzata dagli studenti dell’École d’arte – Pavillon Bosio, in collaborazione con Les Ballets de Monte-Carlo, un’opera che sintetizza una virtuosa sinergia tra le due arti, quella plastica e la danza. L’opera è stata presentata per la prima volta nel marzo 2023 all’Atelier des Ballets de Monte-Carlo.

A seguire due brani più brevi Andante, una creazione di Roland Vogel su musica di Dimitri Chostakovitch e Mendelssohn Number 4, una creazione di Michel Rahn, che ha senza dubbio evidenziato l’ottima preparazione delle classi maschili. A chiudere, dopo il video che ha presentato individualmente al pubblico i nove diplomati, un brano molto avvolgente Sang mele di Julieta Martinez , giovane talentuosa coreografa di Cordoba che ha tirato fuori da ognuno di loro tutta la grinta e personalità che solo giovani di 18 anni possono possedere. Tra di loro spiccava Martinho Lima Santos, anche lui vincitore del Prix de Lausanne 2024, e che presto entrerà a far parte della prestigiosa compagnia inglese.

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