Arte a Casa: L’arte fa il suo ingresso a Casa Cipriani. Casa Cipriani Milano, l’esclusivo members club e hotel inaugurato nel 2022 e situato nel suggestivo Palazzo Bernasconi di via Palestro, apre le porte a un viaggio emozionante attraverso l’arte moderna e contemporanea. Arte a Casa si propone come un’occasione unica per rinnovare il legame indissolubile tra storia e contemporaneità, ispirandosi alla prestigiosa tradizione dell’Harry’s Bar, celebre ritrovo di artisti del calibro di Eugenio Montale, Ernest Hemingway e Andy Warhol. Attraverso questo progetto Casa Cipriani aspira a divenire un punto di riferimento per la comunità artistica, offrendo uno spazio espositivo e di scambio culturale in una Milano che negli ultimi anni ha visto affermare l’importanza dell’arte nel tessuto culturale ed economico della città. La prima edizione di Arte a Casa consiste in una mostra e una serie di conversazioni sull’arte, e coinvolge direttamente le gallerie milanesi, non solo per omaggiare la città che ospita Casa Cipriani in Italia, ma anche per dare risalto all’importante e significativo lavoro che queste portano avanti contribuendo così allo sviluppo culturale della città di Milano e di tutta Italia.
La mostra, riservata ai soci del club e a tutti gli ospiti delle Camere & Suite, ha inaugurato con una selezione di opere di 29 artisti contemporanei e del passato, nazionali ed internazionali, provenienti da 25 gallerie milanesi, creando un dialogo vibrante tra diverse espressioni artistiche e contesti culturali. Durante tutto il periodo della mostra, che rimarrà allestita fino al 26 ottobre 2024, all’interno degli spazi di Casa Cipriani Milano, si svolgerà un calendario di eventi collaterali, conversazioni e talk che coinvolgeranno in un palinsesto variegato artisti, galleristi, collezionisti, giornalisti, curatori e tutti gli operatori del settore locali ed internazionali, per stimolare un dialogo culturale effervescente ed innovativo. Questa prima edizione di Arte a Casa è solo l’inizio di un percorso orientato a consolidare Casa Cipriani come punto di riferimento per l’arte a Milano. La selezione di Arte a Casa si sviluppa attraverso gli eleganti ambienti del club: dall’ingresso al 24 di via Palestro, passando al ristorante con la sua magnifica terrazza panoramica, affacciata sui Giardini Indro Montanelli, per finire allo spazio lounge dell’ultimo piano.
Il percorso di mostra si apre nella sontuosa Grand Hall del palazzo con un’opera di William Kentridge, artista sudafricano, di fama mondiale, rinomato per il suo impegno politico e sociale: le sue opere trattano temi come la storia, la politica, la memoria e l’identità. L’opera in mostra di William Kentridge, dal titolo Apron, 2022, (courtesy galleria Lia Rumma) è uno dei suoi lavori più noti ed è stata esposta in varie gallerie e musei di tutto il mondo. Realizzata in bronzo, Apron è una scultura che riflette il carattere distintivo del lavoro di Kentridge, noto per il suo approccio multidisciplinare che combina disegno, animazione, teatro e scultura.
La mostra si anima nella sala Pickering Room, che ospita una selezione di opere di artisti che hanno segnato profondamente il panorama culturale contemporaneo con le loro esplorazioni materiche e concettuali. In questa sala i visitatori sono invitati ad esplorare le molteplici dimensioni dell’arte contemporanea dalla purezza materica di Guardare il rosa, 2017 di Ettore Spalletti (courtesy galleria VISTAMARE), alla sperimentazione e all’ironia di John Armleder, D Painting, 2005 (courtesy galleria MASSIMODECARLO), fino alle riflessioni concettuali di Monica Bonvicini, Plush, 2022 (courtesy galleria Raffaella Cortese). Un salotto arricchito con dettagli preziosi dove in varie occasioni viene ricordata la storia della famiglia Cipriani, come la collezione di foto di famiglia sopra al bar, che viene ironicamente interrotta dall’inserimento di un’opera di Francesco Vezzoli Italian Fury (Portrait of Leonor Fini with Dancing Tears, 1971), 2022 (courtesy galleria Tommaso Calabro) e da un ritratto disegnato da Chantal Joffe, Dan I, 2016 (courtesy galleria Monica De Cardenas). Il percorso termina con il ritratto fotografico di Greg Gorman, Marina Abramovic, Los Angeles, 2013 (courtesy galleria 29 Arts In Progress).
La mostra continua in una zona dall’atmosfera ancora più intima ed esclusiva, la Pickering Room Terrace, dove, sopra al camino, si trova l’opera fotografica di Thomas Struth, Tre Ninfee Bianche, N° 52, Düsseldorf, 1993 (courtesy galleria Monica De Cardenas) in cui la peculiare tappezzeria di foglie dialoga in un gioco di camouflage. Dalla Grand Hall si arriva al Ground Floor Hallway. È un’area dell’esposizione dedicata alla fotografia e alle forme astratte e intriganti di Gio Pomodoro, Senza titolo, 1959 (courtesy Secci Gallery), in un dialogo concettuale tra mondi diversi attraverso la lente della moda e della società: La Mode au Congo di Man Ray, una collezione di 9 opere realizzate nel 1937 (courtesy galleria Giò Marconi), in totale contrapposizione con le potenti immagini di Letizia Battaglia, Scozia. Inverness, 1984, 2020 e Il vicolo. Palermo, 1982, 2020 (courtesy galleria Francesco Pantaleone).
Sempre al piano terra, ci si sposta nella zona dell’originale e imponente scala nobile, The Noble Staircase, che porta ai due piani del palazzo riservati alle stanze d’albergo. Troviamo due lavori di artisti italiani i quali come medium utilizzano materiali di recupero, Silver Plated, 2019 di Flavio Favelli, (courtesy galleria Francesca Minini) e Smog, 2021, di Daniele Milvio (courtesy galleria Federico Vavassori). Guarda le opere di Milvio e Favelli, Mario Nigro, Speranza di un amore, 1974 (courtesy galleria A Arte Invernizzi), un importante esponente dell’astrattismo milanese a partire dagli anni cinquanta. Salendo le scale, verso le stanze, ci si ritrova a contemplare due lavori che ricordano il silenzio e la calma della notte. Sono i lavori del siciliano Turi Simeti, 5 ovali blu, 2014 (courtesy galleria Cortesi Gallery) recentemente scomparso e quello della giovane artista romana Lulù Nuti, Calco del mondo in sei parti (moon world), 2022 (courtesy galleria Renata Fabbri). Turi Simeti, artista iconico nel panorama italiano già a partire dagli anni sessanta quando è invitato a fare parte del gruppo Zero Avantgarde, che si presenta per la prima volta a Milano nell’atelier di Lucio Fontana. A fare eco a questa atmosfera notturna si incontra il lavoro di Lulù Nuti, fondatrice dello spazio Post- Ex di Roma.
Al terzo piano, prima di accedere al ristorante di Casa Cipriani Milano, nella Restaurant Hallway, si incontrano tre lavori che rievocano i colori primari dell’arte monocromatica: bianco, giallo, rosso e blu. Si scorge in primis la scultura di Charles Avery, Untitled (Boogie-Woogie), 2012 (courtesy galleria VISTAMARE), artista scozzese che ha rappresentato il suo paese di nascita alla 52° Biennale di Venezia. Fanno da specchio alla scultura metafisica di Charles Avery i tre monocromi, tra cui le due pitture materiche di Jason Martin, Paz II, 2019 (courtesy galleria Mimmo Scognamiglio) e Bosco Sodi, Untitled, 2019 (courtesy galleria Cardi Gallery), e le forme tridimensionali di Agostino Bonalumi, Giallo, 1975 (courtesy Cortesi Gallery).
Entrando in quello che è uno dei ristoranti più rinomati al mondo, vengono celebrati tre grandi maestri dell’arte moderna e contemporanea italiana: Lucio Fontana, Piero Dorazio e Claudio Parmiggiani. La tradizione artistica milanese avvolge la sala principale del Restaurant, grazie alla presenza di due iconici lavori di Lucio Fontana (courtesy Tornabuoni Art): si tratta di Concetto spaziale, Attese del 1967, un magnifico taglio rosso che fa parte di una serie di opere che l’artista ha realizzato a Milano tra il 1958 e il 1968; e [Concetto spaziale], 1954, parte della serie di lavori in cui Lucio Fontana apponeva direttamente sulla tela frammenti di pasta che chiamava ‘Pietre’. Nella sala riservata adiacente, emerge con potenza il lavoro di Claudio Parmiggiani, Senza titolo, 2023 (courtesy Tornabuoni Art), parte di una serie di lavori che catturano l’essenza della presenza attraverso l’assenza: opere di ombre e impronte realizzate con fuoco, polvere e fumo. Chiude il gruppo italiano un luminoso olio su tela di Piero Dorazio, Sosia II, 1973 (courtesy Eleonora Tega e Francesca Tega, Milano) opera significativa e rappresentativa del grande protagonista italiano dell’astrattismo.
Il percorso della mostra termina nel Living Room, l’elegante salotto della Casa con How would they know, 2023, dell’artista Cubano CB Hoyo (courtesy galleria Plan X). In contrapposizione con la funzionalità del posto, è tuttavia in sintonia con il pensiero dell’artista, che attraverso la sua opera, creata site specific per Casa Cipriani, commenta la preziosità del silenzio in un’epoca in cui la privacy è sottovalutata e ogni pensiero sembra essere pubblicizzato, twittato o trasmesso. Accanto si trova l’opera fotografica di Luca Napoli, Sheet, 2022 (courtesy L.u.p.o Gallery) che attraverso l’uso di Google Streetview, crea un mondo virtuale chiamato “tiedye.world”. Fonde la realtà catturata da Google con la sua immaginazione creando un nuovo mondo urbano. Continuando ad esplorare la mostra si incontrano tre sculture: un gattino che viene accarezzato da un braccio fantasma di Yves Scherer, Little Kitty, 2023 (courtesy galleria Cassina Projects), una scultura grottesca di Zoe Williams, Carnal flower or poison belly table lamp, 2022 (courtesy galleria Ciaccia Levi) che ricorda una pozione magica e il mezzo busto di Christian Gonzenbach, Mr. Idrev, 2016, (courtesy RIBOT gallery) che è letteralmente il calco di un ritratto di Giuseppe Verdi ribaltato su se stesso. Chiude la mostra l’opera dell’artista canadese Brent Wadden, Untitled, 2022 (courtesy galleria Peres Projects), noto per il sapiente uso di filati di lana e cotone nella creazione di colorate composizioni tessili che giocano con forme, colori e texture.