Con The Art of Mixology e la frequentatissima lounge al terzo piano della sede espositiva della fiera, Campari è tornata a essere tra i protagonisti di Art Basel per il secondo anno consecuitivo. Il brand italiano riconosciuto come uno tra i più noti simboli del gusto made in Italy, ha portato a Basilea l’atmosfera dello storico Camparino di Milano, nell’evoluzione di un rapporto tra arte e visione aziendale inizata agli albori del secolo scorso e la mostra “Bar Stories”, curata da Martina Parr e realizzata in collaborazione con Magnum Photos.
Abbiamo parlato di tutto questo con Cristina Ferro, Global Marketing Director di Campari nell’intervista qui sotto.
The Art of Mixology è tornata ad Art Basel per il secondo anno consecutivo. Ci può ricordare come è nato il progetto un anno fa?
Cristina Ferro: «Il progetto The Art of Mixology ha debuttato un anno fa con un approccio visionario: esplorare la connessione tra le opere d’arte più innovative e coinvolgenti e i cocktail più memorabili (ve ne avevamo parlato qui, ndr). Questa iniziativa illumina la convergenza tra colore, gusto ed espressione culturale, offrendo a operatori e visitatori un viaggio immersivo ispirato al leggendario Camparino».
Che cosa significa offrire a operatori e visitatori l’esperienza dello storico Camparino?
«Camparino, l’iconico bar Campari nel cuore di Milano, è stato una pietra miliare della cultura dei cocktail per oltre un secolo, rinomato per le sue creazioni Campari. Portare questa tradizione storica ad Art Basel ci permette di far rivivere l’intramontabile rito dell’aperitivo milanese in un ambiente contemporaneo. Nel corso degli ultimi due anni, abbiamo meticolosamente creato un’esperienza che armonizza la tradizione con l’innovazione, presentando gli iconici cocktail Campari insieme a concetti di mixology all’avanguardia».
Quali elementi dell’importante storia di Campari si legano in modo particolare a un evento di livello mondiale come Art Basel?
«La lunga storia di Campari nella collaborazione con artisti contemporanei e menti creative si lega fortemente a un evento di livello mondiale come Art Basel. Un esempio significativo è la creazione della Galleria Campari nel 2010, in coincidenza con il suo 150° anniversario. Questo museo dinamico, interattivo e multimediale è interamente dedicato al rapporto tra Campari e la sua comunicazione attraverso l’arte e il design.
L’impegno di Campari nelle arti visive, nella fotografia, nel cinema e nel design, insieme alle sue iconiche campagne pubblicitarie e alla duratura eredità della visione creativa dei suoi fondatori, risuonano profondamente nella comunità artistica. Con la sua vibrante tonalità rossa, il suo sapore distintivo e il suo ruolo centrale nella cultura dei cocktail, Campari è il partner ideale per Art Basel, che celebra l’eccellenza artistica e l’innovazione».
Qual è il bilancio di questa nuova edizione? Quale eredità ha raccolto dalla prima, quali aspetti sono stati consolidati e quali sono gli elementi di novità?
«L’equilibrio di quest’ultima edizione di The Art of Mixology riflette l’eredità dell’anno inaugurale e al tempo stesso ne approfondisce i temi principali. Continua a celebrare la fusione tra arte e mixology, basandosi su elementi consolidati come la tradizione dell’aperitivo milanese e la rinomata esperienza del bar Camparino. Le innovazioni di questa edizione includono una collaborazione con la Galleria Campari e Magnum Photos, per presentare “Bar Stories”, una mostra curata dal famoso fotografo britannico Martin Parr, che offre una nuova prospettiva sulla cultura dei bar e delle caffetterie attraverso la fotografia storica e contemporanea.
Altre novità di quest’anno sono le esclusive esperienze Lounge, in cui gli ospiti hanno esplorato i rum Appleton Estate e i cognac Grand Marnier in edizione limitata. Le Masterclass condotte da acclamati Master Blender, tra cui il Deputy Master Blender di Appleton Estate David Morrison e Patrick Leger di Grand Marnier, hanno offerto approfondimenti sulle ricche storie e sull’intricato lavoro artigianale che sta dietro a questi liquori di alta qualità».
Quest’anno – come dice poco sopra – il progetto espositivo “Bar Stories” è stato presentato in collaborazione con Magnum Photos e la mostra è stata curata da Martin Parr. Come è nata questa collaborazione e quale contributo ha dato, in particolare, la visione di Parr?
«La mostra “Bar Stories”, presentata in collaborazione con la Galleria Campari e Magnum Photos, è nata per esplorare le dimensioni culturali e sociali di bar e caffè.
La visione del curatore, Martin Parr, membro di spicco di Magnum Photos dal 1994, era incentrata sulla cattura di momenti spontanei di comunità e di festa all’interno di bar e caffè in epoche e luoghi diversi, mostrando la vitalità e il significato culturale di questi iconici ambienti sociali. Parr ha selezionato meticolosamente le immagini dagli ampi archivi di Magnum Photos e della Galleria Campari, integrandole con il proprio lavoro.
La mostra è stata inizialmente presentata alla Galleria Campari di Milano e successivamente adattata alla Davide Campari Lounge di Art Basel a Basilea. Con una selezione curata di 25 fotografie che spaziano dagli anni Trenta ai giorni nostri, insieme a immagini d’archivio della Galleria Campari e a opere iconiche dei fotografi Magnum, “Bar Stories” è diventata una testimonianza del fascino duraturo di questi spazi sociali.
La prospettiva unica di Parr, informata da decenni di cattura di momenti quotidiani con arguzia ed empatia, ha infuso alla mostra una miscela di visione storica e rilevanza contemporanea.
Le sue immagini non solo hanno celebrato la convivialità e lo spirito comunitario dei bar di tutto il mondo, ma hanno anche sottolineato l’impegno di Campari nel promuovere un dialogo culturale significativo attraverso l’arte».
Quali sono i progetti e le speranze per il futuro di The Art of Mixology?
«I progetti per il futuro di The Art of Mixology prevedono di continuare a ispirare la passione dei bartender e degli appassionati d’arte, fondendo la mixologia innovativa con l’espressione artistica. Campari intende ampliare le collaborazioni con menti creative e artisti, esplorando ulteriormente il rapporto tra cocktail e cultura.
La speranza è quella di creare esperienze più uniche e memorabili in occasione di eventi come Art Basel, consolidando la posizione di Campari all’avanguardia nella cultura del cocktail e nell’innovazione artistica».