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Adrian Ghenie farà rivivere le opere perdute di Egon Schiele, all’Albertina di Vienna

Egon Schiele, The Self-Seers (part.). From: Albert Paris Guetersloh, Egon Schiele, Versuch einer Vorrede, Vienna 1911
Egon Schiele, The Self-Seers. From: Albert Paris Guetersloh, Egon Schiele, Versuch einer Vorrede, Vienna 1911

L’ALBERTINA di Vienna rende omaggio a Egon Schiele, uno dei più importanti artisti visivi dell’espressionismo, con una mostra dagli intenti innovativi: “Egon Shiele – Adrain Genie”, dall’11 ottobre 2024 al 9 febbraio 2025. «Basata su un concetto ideato da Ciprian Adrian Barsan, la mostra prevede il recupero delle opere perdute di Schiele – conosciute solo attraverso fotografie in bianco e nero – grazie alle capacità artistiche di Adrian Ghenie», ha anticipato il museo.

«Circa un quarto dei dipinti di Schiele sono tutt’ora dispersi o si sa che sono stati persi o distrutti, per la maggior parte prima della Seconda Guerra Mondiale. Le circostanze esatte della loro scomparsa sono ancora un mistero. Queste immagini perdute, che ruotavano attorno a temi pesanti come la morte, la sessualità, l’autoriflessione, la ricerca dell’identità, la distorsione, la malinconia e la fede, oggi esistono solo come fotografie offuscate», ha spiegato l’istituzione.

«Il progetto “Egon Schiele: Dipinti d’ombra” – ha proseguito – accompagna gli spettatori in un viaggio metafisico attraverso la dissoluzione e la reincarnazione finale. Le opere qui denominate “Dipinti d’ombra” simboleggiano la notte buia dell’anima in cui gli individui si trovano a confrontarsi con le loro ombre interiori – un processo associato a concetti come tenebrosità e malinconia.
Attraverso il proprio metodo decostruttivo, Adrian Ghenie conferisce a questi “Shadow Paintings” una nuova dimensione che va ben oltre la semplice forma, trasformandoli in vivaci manifestazioni dello spettro cromatico e sfumando i confini tra realtà e astrazione. Nel farlo, non cerca di seguire una vocazione spirituale, ma piuttosto di raggiungere uno stato di euforia energetica. Ghenie crea “il corpo impossibile” senza anatomia, una reinvenzione del nulla».

«In questa nuova serie di opere l’accento è posto sul corpo umano e sull’esistenza in quanto tale. Offre spazio a interpretazioni che vanno ben oltre il fisico, immergendosi nel trascendentale. Questo processo dà luogo a una riflessione più profonda sulla natura stessa della percezione e sul modo in cui costruiamo e decostruiamo la realtà. Schiele stesso ha utilizzato il corpo umano come mezzo per trasmettere stati emotivi e psicologici di grande portata e per porre domande sull’esistenza umana, sulla sessualità, sulla morte e sulla spiritualità. Ghenie si assume il difficile compito non solo di far riemergere queste opere dal mondo dell’ombra, ma anche di reincarnarle e farle rivivere fisicamente. Il punto è astenersi dal replicare fisicamente le ombre di Schiele e fornire invece alla loro essenza più profonda una nuova, impossibile incarnazione», ha sottolienato l’istutuzione.

Egon Schiele, Melancholia. From: Albert Paris Guetersloh, Egon Schiele, Versuch einer Vorrede, Vienna 1911

 

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