Testi estratti dal volume “Economia dell’Arte” per pubblicazione su ArtsLife a puntate.
L’intervista fa parte del capitolo “Consulenza a regola d’arte: il servizio di art advisory” di Giorgia Ligasacchi , tratto dal recente volume “ Economia dell’Arte. Mercato, diritto e trasformazione digitale ”, curato da Annapaola Negri-Clementi ed edito da Egea, 2023. Per approfondimenti clicca qui .
L’attività collezionistica è ampia e multiforme, e in grado di soddisfare ogni più disparato piacere umano. Oltre all’opera d’arte, di cui si ha avuto modo di scrivere approfonditamente nelle pagine precedenti, e che rappresenta sicuramente la categoria più attenta sul mercato, è giusto ricordare che il mondo del collezionismo è abitato anche da tutta una serie di altri beni o oggetti da collezione che vantano peculiarità e proprie regole di valutazione.
Al fine di avere una visione più completa e nitida dell’universo del collezionismo, si propone ora un’analisi di alcuni settori di interesse attraverso il supporto di professionisti ed esperti (appartenenti a case d’asta o società specializzate) che, grazie alla loro profonda esperienza e passione, guidano il lettore alla scoperta dei settori dei gioielli e preziosi, degli orologi, della numismatica e delle auto d’epoca [1].
La valutazione economica di una moneta e altre curiosità sul mercato numismatico.
Intervista a Daniele Ricci, Capo Dipartimento Monete e Medaglie Wannenes Art Auctions
Come si valuta una moneta da collezione, quali sono gli aspetti che un esperto deve considerare per fornire la sua stima?
Per valutare una moneta esistono principalmente tre criteri di cui tenere conto. Lo stato di conservazione è sicuramente il primo e più importante. Oggi il mercato chiede monete in perfette condizioni conservative, tanto che anche in Italia sta prendendo piede la buona abitudine di chiudere la moneta in una scatoletta di plastica con tanto di grading certificato da uno degli enti internazionali riconosciuti (PGCS o NGC su tutti). Il secondo criterio è la rarità. Non conta solamente il numero di esemplari coniati, dato che non è sempre disponibile a causa della mancanza di documentazione in merito, ma è la frequenza con la quale una data tipologia viene proposta in asta che ne determina la effettiva rarità (o meglio, disponibilità sul mercato). Il terzo criterio è la provenienza, o pedigree, della moneta. Se è già stata esitata in importanti aste del passato, o parte di una prestigiosa collezione, quella moneta in particolare ha un discreto va- lore aggiunto rispetto alle stesse monete di quella tipologia. Tenendo conto di questi tre criteri primari, il compito dell’esperto numismatico è quello di monitorare il mercato su appositi siti che riportano i risultati delle principali aste internazionali in modo tale da avere il polso della situazione e fornire una valutazione puntuale.
Quali sono i protagonisti del mercato e come si comportano?
Le monete «impeccabili» sono oggi le più ricercate, tanto che la scala di gradazione dello stato di conservazione più usata è quella Sheldon, che permette di specificare meglio la condizione conservativa del bene. Il massimo grado in Italia è il «fior di conio» (mint state negli USA), ma ormai è un termine troppo vago entro il quale possono sussistere minime ma sostanziali differenze. La scala Sheldon prevede, invece, diversi gradi di mint state, da 60 a 70, e bastano due gradi in più a fare una grossa differenza. Monete considerate di altissima conservazione (e, magari, anche estremamente rare) vengono pagate dai collezionisti milioni di dollari. Il record credo vada attribuito al Brasher Doubloon del 1787, battuto a più di 9 milioni di dollari46 (asta Heritage, gennaio 2021, Dallas). Oltre agli esemplari coniati oltreoceano che hanno spuntato cifre milionarie, anche il comparto delle monete antiche (greche e romane) ha visto realizzi importanti, come il sesterzio dell’imperatore Adriano passato di mano per due milioni di franchi svizzeri (asta Genevensis, dicembre 2008, Ginevra), o la decadramma di Agrigento, aggiudicata a quasi 3 milioni di franchi svizzeri (asta NAC, ottobre 2012, Zurigo). Dopo il «fior di conio», le monete più ricercate dai collezionisti sono gli esemplari classificati «splendido», «bellissimo» e – in qualche caso – «molto bello». Accanto allo stato di conservazione, come già accennato, incide sul fair value anche la rarità dell’esemplare, classificato da R5 (estremamente raro) fino a R1 (raro). Come in molti altri segmenti del collezionismo i pezzi R5 e R4 hanno tenuto la quotazione, mentre gli esemplari definiti per convenzione R1 e R2 hanno perso fino al 30 per cento del loro valore.
Qual è l’identikit del collezionista di monete?
Negli ultimi anni il profilo del collezionista è cambiato. Sempre più esigente e informato rispetto all’amatore di cent’anni fa. Chi acquista monete e medaglie antiche è meno motivato di un tempo a creare una collezione per tipologie differenti (per zecca, epoca, soggetti) – come si faceva, per esempio, nell’Ottocento – piuttosto, desidera entrare in possesso dell’esemplare meglio conservato e dalla provenienza più prestigiosa. Più che sulla quantità, insomma, si punta alla qualità.
Quali sono gli appuntamenti che non possono mancare nell’agenda del collezionista numismatico?
Fino a qualche anno fa, in Italia, gli appuntamenti ai quali non si poteva mancare erano costituiti dalle fiere e convegni numismatici. I principali erano a Verona (due volte l’anno, in primavera e autunno) e a Riccione. Sempre sostenuti dalla grande passione di commercianti e collezionisti, sono stati occasione di incontro e di scambio di diversi punti di vista sia sull’andamento del mercato, sia sugli studi più recenti inerenti a una data tipologia monetale. Tuttavia, ultimamente, questo importante settore è in declino anche a causa dei repentini cambiamenti a livello sociale e a modelli che andrebbero rivisti e migliorati.
[1] Interviste condotte nei mesi di febbraio-marzo 2023