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Dipingendo Cavalcaselle, di tersa mano: un doveroso tributo al grande intellettuale

Cortigiana con nobile e cagnolino
Cortigiana con nobile e cagnolino

Prorogata fino all’8 settembre, a Palazzo Altemps, sede del Museo Nazionale Romano, la mostra integrale dedicata a uno degli studiosi più originali e affascinanti della storia dell’arte italiana: Giovanni Battista Cavalcaselle. Per ricordare e divulgare il talento intuitivo di colui che fu di fatto uno dei più rilevanti storici e critici dell’arte italiana, l’artefice dell’esposizione, Corrado Veneziano, e la curatrice Francesca Barbi Marinetti hanno concepito un’intervista immaginaria per ripercorrere l’itinerario artistico che lo caratterizzò. Giovedì 25 luglio, presso i Saloni Espositivi del Palazzo, avrà luogo una visita guidata con l’artista, alle ore 17:30 e, a seguire, all’interno del Teatro di Palazzo Altemps, ci si ritroverà in questa suggestiva cornice per evocare ed esplorare i percorsi poliedrici di questo significativo pioniere culturale. La mostra Dipingendo Cavalcaselle, di tersa mano rappresenta un doveroso e significativo tributo all’intellettuale, raccogliendo in 24 tele una summa delle opere a cui fece maggior riferimento lo storico. Il percorso espositivo si dipana, infatti su una ricerca investigativa dei lavori di epoca medievale e rinascimentale italiana sui quali viene impresso lo stile concettuale di Veneziano. Il suo lavoro pittorico parte infatti proprio da Cavalcaselle e a ritroso reinterpreta visivamente le opere d’arte – i colori, le trame, le tecniche – di Cimabue, Antonello da Messina, Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano e molti altri, realizzando una sorta di limpida “terza vita” dei medesimi lavori pittorici. Su questo tappeto cromatico e figurativo, Veneziano aggiunge poi le “frasi”: quegli appunti e deduzioni scientifiche cavalcaselliane che partecipano, condividono e sviluppano la spinta comunicativa generale dell’opera. Le parole stesse – i segni della lingua italiana, talora inglesi – si fanno simboli e segni dalla elegante propulsione dinamica del geniale autore veneto.

Giovanni Battista Cavalcaselle (1819-1897) in realtà è di per sé soggetto di grande pluralità intellettuale, a partire dalla sua biografia professionale e civile. Dopo aver lottato per l’indipendenza nel periodo risorgimentale e aver patito l’esilio (fu condannato a morte dal Governo austriaco nel Lombardo Veneto), Cavalcaselle diventa infatti dirigente del primo Ministero della Cultura post unitario. Qui, continuando la sua vocazione artistica, affina una componente dichiaratamente “investigativa” operando uno studio sistematico delle opere d’arte italiane ed europee, al fine di comprendere con certezza chi ne fosse l’autore.

Per stabilire se il quadro analizzato fosse italiano (e non belga, francese, olandese, come invece talora si credeva), o fosse di Giovanni Bellini (e non Giorgione), Piero della Francesca (e non Van Eyck), Cavalcaselle si spostava da una parte all’altra della Penisola e di larga parte dell’Europa. Viaggiava instancabilmente dalla Sicilia al Friuli, da Roma a Madrid, Parigi, Bruxelles, Londra, San Pietroburgo.

Entrava nei magazzini dei mercanti, nei musei pubblici, nelle Chiese e anche nelle cantine; e lì spesso rinveniva capolavori fino ad allora totalmente ignorati o trascurati. Poi, per sostenere più solidamente le sue intuizioni, Cavalcaselle registrava appunti su una serie enorme di libriccini: i suoi famosi “taccuini da viaggio”; i riempiva di schizzi, forme, volti, dettagli e poi scriveva accanto, ai margini del foglio, le sue deduzioni, i suoi dubbi, le sue “scoperte”.

Le intuizioni di Cavalcaselle fecero scuola (sua è la prima “Storia dell’Arte italiana”, dell’Italia unita, scritta con l’inglese Joseph Archer Crowe); i suoi disegni rimangono tuttora attestati insuperati di amore e filologia, passione e criterio scientifico per ricondurre a verità le molte (talora strumentali) falsificazioni della storia e dell’arte pregresse.

Corrado Veneziano – artista italiano le cui opere sono esposte in modo permanente in Musei istituzionali europei e intercontinentali, recentemente invitato in Francia con il patrocinio del Museo del Louvre, nonché autore dell’opera diventata il francobollo dello Stato italiano dedicato all’Inferno – ha studiato a lungo l’autore veronese e ne ha reinterpretato gli schizzi e i taccuini.

 

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