Lo scorso giugno a Mougins è stato inaugurato il FAMM (Female Artists of the Mougins Museum), «il primo museo privato in Europa e il secondo al mondo dedicato esclusivamente alle opere d’arte create da artiste donne». Tra i grandi nomi presenti nelle sale espositive Berthe Morisot, Mary Cassatt, Leonora Carrington, Leonor Fini, Joan Mitchell, Lee Krasner, Alice Neel, Marina Abramović, Frida Kahlo, Louise Bourgeois, Tracey Emin, Jenny Saville e Sarah Lucas. Il museo è nato dalla Collezione di Christian Levett, oggi alla direzione dell’istituzione, che ce ne ha raccontato storia, mission e progetti per il futuro nell’intervista qui sotto.
Mougins è un pittoresco borgo medievale di poco meno di 20mila che sorge su una collina a una decona di chilometri da Cannes. Noto soprattutto per essere stato a lungo frequentato da Picasso negli ultimi anni della sua vita, quando risiedeva nel castello di Vauvenargues (nel cui giardino è sepolto), il paese è anche meta del jet set internazionale grazie alla sua vicinanza alla Costa Azzurra, in particolare alla città del festival cinematografico.
«È in questo luogo idilliaco – ha spiegato il museo – che Christian Levett ha fondato per la prima volta il Musée d’Art Classique de Mougins nel 2011. Durante i suoi 12 anni di vita, il museo è diventato rapidamente una destinazione culturale popolare che presenta la sua collezione di antichità accostata a opere d’arte di ispirazione classica. Nell’estate del 2023, Levett, ex investitore britannico appassionato di arte e storia, ha dichiarato: “Dopo quasi 30 anni di collezionismo d’arte, i miei gusti si sono evoluti e credo sia giunto il momento che anche il museo si evolva”».
«Il 21 giugno 2024, – ha proseguito l’istituzione – il museo, ora ribattezzato FAMM (Female Artists of the Mougins Museum), ha svelato oltre cento opere di più di 80 artisti provenienti da tutto il mondo. Questa esposizione rappresenta un viaggio artistico esaltante: dagli impressionisti visionari agli audaci surrealisti, passando per l’astrazione tumultuosa e le audaci rappresentazioni del corpo umano, fino alle espressioni intime e crude delle artiste del XXI secolo. La FAMM è orgogliosa di fornire una piattaforma dedicata all’esposizione di opere di artiste donne, affrontando gli squilibri storici nel loro riconoscimento e apprezzamento. Le straordinarie opere esposte offrono ai visitatori la rara possibilità di esplorare l’essenza universale dell’arte, con ogni artista che contribuisce ad arricchire e rimodellare la grande narrazione della storia dell’arte», ha ricordato l’istituzione.
Come è nato il progetto del FAMM (Museo delle Artiste di Mougins)?
Christian Levett: «Il progetto del FAMM è nato dalla consapevolezza e dal desiderio di affrontare una lacuna significativa nel mondo dell’arte, in particolare la sottorappresentazione e la sottovalutazione delle artiste donne. Il mio percorso artistico è iniziato con il collezionismo di opere d’arte classica, antichità e vecchi maestri. Col tempo, però, la mia attenzione si è spostata verso l’arte moderna e contemporanea. Durante questa transizione, ho notato una forte disparità nel valore di mercato e nella disponibilità di opere d’arte di artisti uomini rispetto a quelle di artiste donne. Mi sono reso conto che potevo raccogliere una collezione di qualità museale di opere di artiste donne a una frazione della difficoltà e del costo associati all’acquisizione di opere comparabili delle loro controparti maschili».
Qual è la mission del nuovo museo?
«La mission del FAMM è duplice: presentare gli straordinari contributi delle artiste donne in vari periodi e stili ed educare il pubblico alla ricca, ma spesso trascurata, storia delle donne nelle arti. Il museo si propone di fungere da correttivo alle “sviste” storiche, offrendo una piattaforma in cui le opere e le storie delle artiste siano celebrate e studiate in profondità».
Nel comunicato stampa si legge che il museo “è dedicato esclusivamente alla presentazione di opere d’arte create da artiste donne appartenenti alla Collezione Levett”. Come è stata creata questa collezione?
«La Collezione Levett, da cui provengono le opere esposte al FAMM, è stata assemblata con cura e passione negli ultimi trent’anni. La mia strategia collezionistica è sempre stata guidata da un profondo apprezzamento per le opere d’arte eccezionali, indipendentemente dal genere dell’artista. Inizialmente, la mia collezione non si concentrava in modo particolare sulle artiste donne, ma comprendeva un’ampia gamma di opere di varie epoche storiche e stili. Tuttavia, negli ultimi anni, approfondendo il tema dell’arte moderna e contemporanea, sono stata attratta dalle opere vivaci e spesso poco apprezzate di artiste donne.
L’acquisizione di un maggior numero di opere di donne e lo sviluppo di una collezione di importanza globale mi hanno dato la possibilità di difendere il posto naturale e legittimo delle donne nella storia dell’arte. Ogni opera è stata selezionata in base al suo valore artistico e alla prospettiva unica che apportava alla collezione, con una forte enfasi sulla diversità e sull’inclusione tra culture, periodi e movimenti artistici diversi».
Qual è il rapporto tra il museo e Mougins?
«Mougins è stata una parte intrinseca dell’identità del museo. Il ricco patrimonio culturale della città e il suo ambiente pittoresco ne fanno una sede ideale per un museo dedicato alla celebrazione dell’arte. Il museo ha contribuito alla cultura locale portando nuovi visitatori nella zona e partecipando alle attività della comunità. La nostra posizione a Mougins, con il suo legame storico con numerosi artisti moderni come Pablo Picasso, rafforza il racconto del museo sull’innovazione e la rivoluzione artistica».
Come si colloca il museo in Francia e nel contesto internazionale?
«Su scala più ampia, il FAMM si posiziona all’interno della Francia e della scena artistica internazionale come un’istituzione all’avanguardia. Si unisce a un movimento globale per correggere gli storici squilibri di genere nel mondo dell’arte, collaborando con altre istituzioni per le mostre, partecipando a dialoghi internazionali, pubblicando libri sull’arte femminile e contribuendo a una comprensione più inclusiva della storia dell’arte. Il museo non solo valorizza il ricco arazzo culturale della Francia, ma costituisce anche un precedente per la valorizzazione delle artiste a livello globale».
Qual è la struttura della prima mostra del museo?
«La mostra inaugurale del FAMM è una vetrina completa della profondità e dell’ampiezza dei risultati artistici femminili. Organizzata in modo tematico, la mostra si sviluppa su quattro piani, ciascuno dedicato a diverse epoche e movimenti della storia dell’arte. Partendo dall’Impressionismo, dove i visitatori possono ammirare le opere di pioniere come Berthe Morisot e Blanche Hoschedé Monet, la mostra si inoltra nel periodo moderno e contemporaneo, con opere di surrealiste come Leonora Carrington e Dorothea Tanning, di espressioniste astratte come Joan Mitchell e Lee Krasner e di artiste contemporanee come Jenny Saville e Tracey Emin.
Questo percorso strutturato attraverso il museo non solo mette in luce i singoli talenti, ma racconta anche una storia più ampia dell’evoluzione dell’espressione artistica femminile. Particolare attenzione viene data ai contesti in cui queste artiste hanno lavorato, agli ostacoli che hanno superato e all’impatto duraturo che hanno avuto sul mondo dell’arte.
Nel corso dell’inverno sarà allestito un programma di mostre che, a partire dal 2025, saranno ospitate in spazi diversi di Mougin».
Qual è il programma del museo per i prossimi mesi/per le prossime mostre?
«In prospettiva, il FAMM è impegnato in un programma dinamico e coinvolgente che richiama continuamente l’attenzione sulle diverse voci femminili nell’arte. Nei prossimi anni abbiamo in programma diverse mostre tematiche che si concentreranno su aspetti specifici della produzione artistica femminile, come le opere che affrontano i temi dell’identità, della natura e della società.
Presenteremo, inolrte, retrospettive di artiste meno conosciute accanto a nomi affermati per promuovere un apprezzamento più inclusivo dei contributi femminili all’arte. Programmi educativi, tra cui conferenze, workshop ed eventi per la comunità, completeranno queste mostre. Queste iniziative sono pensate per coinvolgere diversi tipi di pubblico, dagli storici dell’arte agli intenditori, dagli studenti ai residenti locali, assicurando che il museo rimanga uno spazio vivace e inclusivo per conoscere e celebrare le donne artiste.
Ognuna di queste iniziative riflette il nostro impegno costante nel promuovere il riconoscimento e l’apprezzamento delle donne artiste, sia all’interno della comunità artistica che tra il pubblico in generale».