Il mercato dell’arte mondiale, al giro di boa dell’anno d’aste 2024, ci restituisce un’impressione di moderato ottimismo per il suo stato di salute. Trasversalmente, operando dovute proporzioni tra le dimensioni delle maison, si è riscontrata una tenacia costante nel proseguire sul solco di un eccezionale 2022 e un resiliente 2023, pur senza raggiungere i picchi, obiettivamente troppo elevati, toccati nei mesi post Covid. Se comparti storici, come quello old masters, sta fisiologicamente stillando sempre meno aggiudicazioni clamorose, nuovi dipartimenti legati al mondo del lusso (orologi e gioielli su tutti) portano nuova linfa a un sistema che non può fare a meno di migliorarsi costantemente, o almeno tenersi in pari con quanto fatto in precedenza. Se in molti segnalano l’instabilità politica globale come fattore sfiduciante per i collezionisti, parallelamente sembra emergere la necessità di investire in arte come bene rifugio, un asset le cui oscillazioni dipendono da criteri – come quello estetico, per esempio – che esulano dalle dinamiche economiche classiche a cui altri acquisti sono legati.
Vediamo nel dettaglio come sono andate le singole realtà. Ecco in sintesi il primo semestre 2024 di Finarte attraverso le parole di Alessandro Guerrini, amministratore delegato della maison.
“Il primo semestre 2024 è stato, per Finarte, positivo. Quasi tutti i Dipartimenti hanno registrato un buon livello di aggiudicato. Le aggiudicazioni di maggior rilievo sono state messe a segno dal Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea che ha venduto un’opera di Marcel Duchamp del 1964 a oltre 320.000 euro, ma ad andare oltre le aspettative sono state anche l’asta di orologi – che, fra vari top lot, ha visto un Rolex Daytona degli anni Settanta partire da 70.000 euro per essere aggiudicato a 126.000 – e l’asta di gioielli, cresciuta di circa il 25%, per valore, rispetto all’anno precedente. Ottimi riscontri del mercato sono arrivati poi dal Dipartimento di Arte Figurativa fra XIX e XX secolo che, in controtendenza rispetto all’andamento del settore, ha registrato una performance eccellente grazie alla vendita di dipinti di grande qualità del Piccio, di Zandomeneghi e Santoro. Risultati di grande soddisfazione sono giunti anche dal Dipartimento di Fotografia che ha segnato il record italiano di Robert Mapplethorpe, con la vendita di “Thomas in a circle” del 1987 a 35.000 euro. Il fatturato complessivo è stato di 17.100.000 euro”.
Alessandro Guerini prosegue poi in una previsione dei mesi che verranno.
“Per il prossimo semestre è iniziata la campagna di raccolta di tutti i Dipartimenti da cui stiamo ricevendo buoni feedback, sebbene i più autorevoli osservatori prevedano – sia a livello nazionale che internazionale – un assestamento del mercato e, in particolare, dei settori più speculativi. Fra le opere più prestigiose che proporremo in asta nei prossimi mesi certamente cito uno straordinario “Paesaggio verso Ornans” di Gustave Courbet, un artista rarissimo sul mercato italiano che avremo il privilegio di poter presentare nel nostro catalogo dedicato all’Ottocento, che ospiterà, fra l’altro, anche una selezione di capolavori divisionisti di Morbelli, Fornara e Longoni. Alla fine di ottobre presenteremo inoltre un pregevole nucleo di dipinti, arredi antichi, porcellane, maioliche e argenti italiani e inglesi provenienti da una dimora lombarda, fra cui un notevole ritratto di Fra’ Galgario e un importante trumeau milanese del Settecento. Nell’asta del 12 novembre dedicata all’arte orientale presenteremo una rara placca in porcellana firmata Wang Qi, uno dei più talentuosi pittori di porcellane della scuola letteraria cinese degli inizi dei XX secolo. Il Dipartimento libri e manoscritti proporrà infine una pregevolissima edizione dantesca stampata nel 1481 a Firenze su commissione di Lorenzo il Magnifico”.