MILANO RE-MAPPED SUMMER FESTIVAL, alla sua terza edizione, è ormai un appuntamento consolidato dell’estate milanese, che offre l’occasione di vivere Pirelli HangarBicocca in un modo diverso dal solito.
Alla seriosa impostazione che contraddistingue ogni museo, nei due giorni di festival – 10-11 luglio – lo spazio espositivo si è aperto alle realtà culturali indipendenti del panorama milanese, che lo hanno animato con una leggerezza e convivialità inusuali. L’incontro e l’inclusione, infatti, sono stati il filo rosso di un itinerario diffuso che si è svolto tra performance, coreografie, opere collettive, reading, proiezioni, concerti live e DJ set.
Negli spazi interni ed esterni, con piena libertà di movimento, sono stati due i centri culturali a gestire il programma, spartendosi i due giorni di festival: DOPO? e Milano Mediterranea.
DOPO? ha esplorato il senso di instabilità strutturale insito nella società a partire dal ruolo del lavoro. L’inquietudine legata al futuro, il dolore e la cura, l’accettazione e l’adattamento sono stati al centro del programma. Ad aprire la serata la performance Calcinacci di Claudio Larena, dove i movimenti ripetitivi di un operaio intento nella costruzione di un muro divengono metafora di una continua costruzione identitaria. Il collettivo Murmur condivide con il pubblico, in due reading e una proiezione video, il risultato di un lavoro collettivo e le parole dei poeti Ben Fama, Kyle Dacuyan, Allison Grimaldi Donahue e Beatrice Zito. Camilla Montesi con l’assolo di danza contemporanea Caronte è invece entrata nell’immaginario dell’inferno per approfondire il tema della paura, mentre la coreografia visiva e sonora Mourn Baby Mourn di Katerina Andreou ha impiegato l’atto del lamento per trasmettere un senso di dolore personale e collettivo. A chiudere il programma il DJ set atmosferico ed evocativo del collettivo Slipmode, con la partecipazione di Silv-o & ninafterdark, che fonde frammenti di canti e poesie tradizionali somale con edit nostalgici e suoni ambientali, arricchite da musicalità ambient e influenze club.
Milano Mediterranea è partita dal concetto di “strano cammino”, ideato dal pensatore Bayo Akomolafe, per unire le pratiche di una selezione di artiste della scena underground milanese con artisti provenienti dal Libano alla Tunisia, focalizzandosi in particolare sulla produzione culturale legata alla diaspora.
Il programma ha esordito con This is not the End. It’s the beginning of new life. Never Forget Never Forgive., laboratorio di creazione collettiva a base di cucito proposto da Soukaina Abrour e dal collettivo Serpica Naro. Seifeddine Manai ha proposto la performance di danza fisica e teatrale M.A.K.T.O.U.B, mentre a Ismael Condoii e Noura Tafeche è stato affidato l’intervento narrativo e sonoro Mijwiz-Siku-Siku-Mijwiz, che rievoca la dimensione collettiva dell’indigenismo attraverso suoni, aneddoti ed estratti di testi. Si è proseguito con la performance di danza partecipativa Eternal di Bassam Abou Diab, focalizzata sul valore del corpo e dei suoi gesti come cellule ribelli all’interno di un sistema politico radicale. A concludere la serata il live set di Ghoula, che ha miscelato campioni di vinile del Maghreb con suoni tratti dal mondo dell’hip hop e della musica elettronica.