Print Friendly and PDF

Bertolami. Report attività primo semestre 2024

Giuseppe Bertolami Giuseppe Bertolami
Giuseppe Bertolami
Giuseppe Bertolami

Il mercato dell’arte mondiale, al giro di boa dell’anno d’aste 2024, ci restituisce un’impressione di moderato ottimismo per il suo stato di salute. Trasversalmente, operando dovute proporzioni tra le dimensioni delle maison, si è riscontrata una tenacia costante nel proseguire sul solco di un eccezionale 2022 e un resiliente 2023, pur senza raggiungere i picchi, obiettivamente troppo elevati, toccati nei mesi post Covid. Se comparti storici, come quello old masters, sta fisiologicamente stillando sempre meno aggiudicazioni clamorose, nuovi dipartimenti legati al mondo del lusso (orologi e gioielli su tutti) portano nuova linfa a un sistema che non può fare a meno di migliorarsi costantemente, o almeno tenersi in pari con quanto fatto in precedenza. Se in molti segnalano l’instabilità politica globale come fattore sfiduciante per i collezionisti, parallelamente sembra emergere la necessità di investire in arte come bene rifugio, un asset le cui oscillazioni dipendono da criteri – come quello estetico, per esempio – che esulano dalle dinamiche economiche classiche a cui altri acquisti sono legati.

Vediamo nel dettaglio come sono andate le singole realtà. Ecco in sintesi il primo semestre 2024 di Bertolami, attraverso le parole della casa d’aste stessa.

Qual è stato il fatturato del primo semestre 2024?

7.356.411 euro. 25 le aste battute durante un semestre in cui Bertolami Fine Art ha primariamente concentrato le sue energie sull’apertura di Bertolami Fine Art Prague, facendo slittare tutte le vendite di punta al secondo semestre. La scelta si inquadra in quel processo di internazionalizzazione delle aste che è oramai sulla bocca di tutti e di cui l’avvio del 2024 ha confermato il consolidamento. La possibilità di accesso a strategie di web marketing e a strumenti di Information Technology sempre più sofisticati consente oggi a una casa d’aste di aprire e gestire da lontano relazioni commerciali con clienti di aree geografiche un tempo irraggiungibili, un’esperienza ovviamente elettrizzante ma che ci immerge in scenari di mercato spesso poco decifrabili. Anche per questa ragione abbiamo sentito l’esigenza di avvicinare non solo virtualmente ma fisicamente una realtà di mercato interessante come quella praghese.  L’effervescenza delle economie dei paesi dell’Est è tangibile e sta creando una interessante platea di potenziali acquirenti di cui bisognerà imparare a decifrare il gusto. 

Tra i momenti salienti del primo semestre 2024 va sicuramente menzionata la formalizzazione della vendita di uno splendido tondo devozionale quattrocentesco acquistato dallo Stato per le Gallerie degli Uffizi. Riemerso in una nostra asta di Old Masters dopo una quarantennale permanenza in una importante collezione privata, il dipinto ha riscosso l’attenzione dei curatori degli Uffizi in quanto opera di sicura mano del fiorentino Biagio d’Antonio Tucci (1445-1510 ca), coetaneo di Botticelli e Perugino e, insieme a loro e a tanti altri protagonisti dell’arte della seconda metà del ‘400, attivo nella celebre bottega di Andrea Verrocchio. Racconto l’episodio perché rappresenta un’esemplare dimostrazione di sana interazione tra Stato e mercato dell’arte. Il dipinto è riemerso grazie alla decisione del proprietario di metterlo sul mercato affidandosi allo strumento della vendita all’asta, vale a dire a una forma di vendita pubblica. Se lo Stato, seguendo una prassi purtroppo consolidata nel nostro paese, si fosse limitato a notificare l’opera, questa sarebbe con molta probabilità rientrata nell’inaccessibile collezione privata di appartenenza o in quella di qualche altro privato disposto ad acquistare un bene non esportabile in cambio magari di un cospicuo sconto sul prezzo richiesto. La decisione dello Stato di esercitare il diritto di prelazione nell’acquisto ha invece consegnato la preziosa tavola rinascimentale alla fruizione di appassionati e studiosi senza alcun danno per il proprietario. In tutti i paesi occidentali la procedura che ho descritto è la prassi, speriamo che, sotto il benevolo sguardo della Madonna di Biagio d’Antonio, si compia il miracolo della riconciliazione dello Stato italiano con il mercato dell’arte. 

 Quali sono stati i tre top lot? 

Le prime tre aggiudicazioni provengono dall’asta di dipinti antichi battuta il 18 aprile, una circostanza che conferma la lenta ma costante crescita del settore degli Old Masters. Intendiamoci, i prezzi rimangono tendenzialmente bassi, ma va bene così: con un rapporto qualità-prezzo così favorevole lo spazio di manovra per realizzare ottimi affari è ancora ampiamente percorribile. Riflettori puntati soprattutto sul top lot del semestre, un pezzo esemplare per comprendere le caratteristiche che in questo momento maggiormente intrigano il collezionismo di arte antica, alla ricerca di dipinti magari anonimi ma di qualità altissima, prezzi di partenza modesti, meglio se con il piacevole plusvalore del soggetto bizzarro. L’orientamento è in sintesi quello di setacciare il mercato per acquisire opere da studiare nella prospettiva di arrivare a un’attribuzione importante. In questa direzione desiderabilissimo è apparso a molti il nostro bizzarro studio di visi dalle espressioni grottesche (i Peccati capitali?) dipinto con rara maestria da un pittore napoletano del ‘700, così desiderabile che, partendo da una base d’asta di 700 euro, ha realizzato, al termine di una gara davvero agguerrita, 73.600 euro. È invece passata di mano a 70.400 euro un’Allegoria dell’Estate attribuita a Cornelis van Haarlem stimata in catalogo 12.000/16.000 euro, mentre 51.200 euro è il prezzo raggiunto dalla bellissima Allegoria della Magnificenza del fiorentino Cesare Dandini.  

Lotto 132ARTISTA NAPOLETANO DEL ‘700 Studio di teste di carattere (I Peccati capitali?) Olio su tavola, 46 x 53 cm
Lotto 132
ARTISTA NAPOLETANO DEL ‘700
Studio di teste di carattere (I Peccati capitali?)
Olio su tavola, 46 x 53 cm
Lotto 137CORNELIS VAN HAARLEM (1562 - 1638) Attribuito a Allegoria dell'Estate Olio su tela, 66x53 cm
Lotto 137
CORNELIS VAN HAARLEM
(1562 – 1638)
Attribuito a
Allegoria dell’Estate
Olio su tela, 66×53 cm
Lotto 138CESARE DANDINI (1596 - 1657)  Allegoria della Magnificenza Olio su tavola, 75 x 65 cm
Lotto 138
CESARE DANDINI
(1596 – 1657) 
Allegoria della Magnificenza
Olio su tavola, 75 x 65 cm

Quali sono le aspettative per il secondo semestre 2024?

Scommettendo sul buon momento di mercato che stanno vivendo molti paesi dell’Europa dell’Est, riapriremo dopo la pausa estiva con una Luxury Sale battuta a Praga in collaborazione con Bertolami Fine Art Prague. In catalogo tutte le declinazioni del lusso: alta gioielleria, orologi di culto come il Rolex Daytona Paul Newman, le luxury handbags di Hèrmes e Chanel e vini e distillati di pregio. 

Nell’ottica di sondare le nuove tendenze, avremo in calendario anche un’asta di arte africana contemporanea curata da Enrico Mascelloni, tra i maggiori esperti italiani di settore. L’asta focalizzerà la sua attenzione sui maestri africani che per primi sono riusciti a imporre le loro opere nel circuito internazionale dell’arte moderna, da Lilanga a Seni Camara, solo per citare i nomi più noti al grande pubblico. 

Su un piano più generale, il secondo semestre 2024 dovrebbe portarci verso la riduzione dell’IVA sulle opere d’arte. 

Nello scenario che si è aperto dopo la Brexit, Parigi è riuscita ad accreditarsi come punto di riferimento del mercato dell’arte dell’Europa continentale ed è normale che le politiche del governo francese in materia facciano scuola. Quando, a partire dalla fine del 2023, la Francia ha recepito la direttiva UE volta a ridurre le aliquote IVA sulle transazioni commerciali aventi ad oggetto beni di interesse artistico, ha innescato un processo di adeguamento in tutto il territorio dell’Unione. La Germania è infatti seguita a ruota e sarebbe sorprendente se il governo italiano si defilasse. Un mancato sostegno del governo italiano avrebbe il sapore di una dichiarazione di guerra al mercato dell’arte, un settore, ricordiamolo, già profondamente svantaggiato dall’applicazione restrittiva delle leggi di tutela dei beni culturali. 

Commenta con Facebook