Nel cuore di Firenze lo storico Palazzo N6, dimora della famiglia Pucci dal 1480 – e del Marchese Emilio Pucci, stilista e fondatore dell’ominima casa di moda fiorentina – offre l’occasione di ammirare una selezione di opere di Dale Chihuly (1941, Tacoma), uno dei più importanti artisti del vetro degli Stati Uniti. Keri Schroeder, Direttrice di Chihuly Studio, ci accompagna alla scoperta della ricerca dell’artista e della mostra nell’intervista qui sotto.
Sperimentatore intrepido e attento osservatore della tradizione del vetro veneziano, dagli anni Sessante a oggi Chihuly ha esplorato il vetro in tutte le sue forme realizzando opere esposte nei più importanti musei dei mondo, tenendo fede alla sua dichiarazione «Voglio che le persone siano travolte dalla luce e dal colore in un modo che non hanno mai sperimentato». Fino a ottobre 2024 a Palazzo Pucci N6 sono in mostra alcuni pezzi di due serie fondamentali per la sua ricerca, Basket e Venetian, selezionati da Laudomia Pucci, dirigente di moda e figlia di Emilio, da sempre ammiratrice del lavoro di Chihuly. «L’idea alla base dell’evento espositivo è quella di completare l’interior Lounge del Palazzo N6 e di mettere in evidenza l’estetica condivisa di forme organiche e colori audaci, nonché la comune tradizione di innovazione», hanno ricordato gli organizzatori.
La mostra è visitabile su appuntamento (potete trovare le informazioni di contatto qui).
Come è nato il progetto site-specific per Palazzo Pucci e quali sono le sue caratteristiche principali?
Keri Schroeder: «Siamo onorati che Laudomia Pucci, dirigente di moda e figlia del Marchese Emilio Pucci, sia da tempo un’ammiratrice del lavoro di Dale Chihuly e siamo entusiasti di vedere questa collaborazione realizzarsi con una selezione temporanea di opere scelte da Laudomia e collocate in questo bellissimo luogo storico. Il team è giunto all’idea che Chihuly Studio prestasse alcune delle opere più iconiche di Dale della serie Baskets e Venetians al Palazzo privato per completare gli interni, evidenziare i valori condivisi di tradizione e innovazione e celebrare l’estetica comune di forme organiche e colori audaci.
Le opere sono state collocate con cura in tutto il Palazzo, interagendo con la sua storia e la sua estetica. La bellezza ornata del palazzo e i pezzi colorati e sperimentali di Chihuly dialogano e si completano a vicendaI pezzi per questa mostra, infatti, sono stati accuratamente selezionati per completare i colori vivaci e brillanti di ogni stanza del Palazzo, accentuando lo spazio e dandogli un tocco artistico. Abbiamo lavorato affinché le opere di vetro contemporanee interagissero con il palazzo storico e con l’arredamento alla moda, e non potremmo essere più soddisfatti di come questa collaborazione celebri l’abilità artistica di Chihuly e della famiglia Pucci. Le opere saranno esposte a Palazzo Pucci fino a ottobre 2024».
Come è iniziata la lunghissima storia di Chihuly e del vetro, conosciuta in tutto il mondo?
«Quello che si potrebbe definire il momento decisivo per Chihuly avvenne quando studiava design all’Università di Washington. Per un impulso, mentre utilizzava il vetro fuso per un progetto, ne fece un piccolo cumulo su un sottile tubo e soffiò la sua prima bolla di vetro. Quell’attimo ha catturato la sua immaginazione e non si è più guardato indietro. Le dimensioni dei suoi lavori sono diventate più ambiziose, i suoi colori più audaci e le sue idee più innovative, ma tutto è iniziato in quel momento negli anni Sessanta.
Dopo essersi diplomato nel 1965, Chihuly si è iscritto al primo programma sul vetro degli Stati Uniti presso l’Università del Wisconsin. Ha proseguito i suoi studi alla Rhode Island School of Design (RISD), dove in seguitoha istituito il programma sul vetro e ha insegnato per più di un decennio.
Nel 1971, Chihuly ha co-fondato la Pilchuck Glass School nello Stato di Washington, con l’intento di riunire gli artisti per imparare gli uni dagli altri. Con questo centro internazionale del vetro, Dale ha guidato l’avanguardia nello sviluppo del vetro come arte. Da allora, Chihuly è stato un pioniere nel suo campo e ha sviluppato nuove tecniche e stili innovativi, come i lampadari a grandezza naturale e le torri luminose al neon».
Qual è la storia del rapporto tra la ricerca di Dale Chihuly e l’artigianato italiano, in particolare quello del vetro di Murano e Venezia?
«Chihuly si recò sull’isola di Murano nel 1968 con una borsa di studio Fulbright e fu il primo soffiatore di vetro americano a lavorare nella fabbrica di Venini. Lì ha osservato l’approccio del team alla soffiatura del vetro, che è ancora fondamentale per il modo in cui lavora oggi.
Le tecniche e i metodi di lavorazione del vetro veneziano erano tradizionalmente una forma d’arte strettamente custodita e penetrare quel muro di silenzio non è stata un’impresa facile. Chihuly ha sempre riconosciuto con gratitudine il profondo impatto della condivisione di queste antiche tradizioni da parte dei maestri veneziani e di altri maestri europei come un’influenza chiave nel movimento americano del vetro da studio».
Le opere di Chihuly sono normalmente installate nello spazio in modo site-specific. Come l’artista stabilisce una connessione tra le opere e l’architettura?
«Chihuly era uno studente di architettura d’interni e questo background lo ha ispirato a creare opere che cambiassero l’esperienza dello spettatore in uno spazio. Con il tempo, le sue opere sono diventate più grandi, più impegnative dal punto di vista tecnico e più emozionanti da creare e il processo lo ha spinto a cercare nuove opportunità per esporle.
Con una profonda conoscenza dell’architettura e del design, Chihuly mira a completare e trasformare gli spazi in cui l’arte è presente. Il primo passo nel processo creativo delle installazioni è lo studio del luogo per capire come l’opera possa cambiare l’esperienza dello spettatore all’interno dell’ambiente. Chihuly si concentra sulla relazione dinamica tra l’arte e lo spazio che occupa, che è cruciale quanto l’opera stessa».
Come saranno i progetti di Chihuly nei prossimi mesi?
«Oltre all’attuale presenza di Chihuly in Italia, in Europa lo Studio ha opere in mostra presso il Chelsea Barracks di Londra. Aperta per tutto il mese di ottobre e la prima settimana di novembre 2024, Chihuly at Chelsea Barracks è un’installazione all’aperto che colloca le opere di Chihuly all’aperto in tutto il complesso di Chelsea Barracks, accogliendo il pubblico per esplorare l’arte tra l’architettura, i terreni pubblici e l’iconica Garrison Chapel.
Inoltre, a settembre 2024, lo Studio esporrà una serie di opere di Chihuly all’Adelaide Botanic Garden in Australia. Questa sarà la prima mostra di Chihuly nell’emisfero australe».