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Fondazione Ado Furlan: vent’anni dedicati allo scultore friulano e alla promozione dell’arte

“Percorsi nella scultura italiana”, Spilimbergo, Palazzo Tadea (foto Elio e Stefano Ciol) “Percorsi nella scultura italiana”, Spilimbergo, Palazzo Tadea (foto Elio e Stefano Ciol)
Ado Furlan nello studio, Spilimbergo, Castello, 1971
Ado Furlan nello studio, Spilimbergo, Castello, 1971

La Fondazione Ado Furlan compie vent’anni ed è l’occasione per tracciare un bilancio delle attività svolte in questo arco di tempo. L’ente friulano, istituito nel 2003 e operativo dal 2004, nasce per valorizzare la figura e l’opera dello scultore pordenonese Ado Furlan (1905 – 1971), oltre che per promuovere la conoscenza della scultura antica, moderna e contemporanea e delle arti visive in genere, compresa l’architettura. 

Ado Furlan è stato un protagonista significativo della vita artistica e culturale del Novecento, non solo in ambito friulano, ma anche a livello nazionale. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, a partire dagli anni Trenta inizia la carriera di scultore, manifestando il suo talento in generi tra loro diversi, dai ritratti e bronzetti di figura alla scultura monumentale. Partecipa agli eventi più rilevanti dell’arte italiana, come la V Triennale di Milano nel 1933 e la II Quadriennale di Roma nel 1935. Dal 1939 al 1942, si stabilisce nella capitale, dove entra in contatto con gli esponenti della seconda Scuola romana, stringendo amicizia con Pericle Fazzini, Luigi Montanarini e Angelo Savelli, ed è coinvolto nei principali cantieri del regime (Foro Mussolini; E42). Nel dopoguerra, rientra a Pordenone e, insieme al figlio Italo, fonda la prima galleria d’arte della città, “Il Camino”, attiva fino alla metà circa degli anni Sessanta negli ambienti della sua casa in via Mazzini, più tardi demolita per costruirvi l’attuale palazzina Stendhal, che oggi ospita al pianoterra gli spazi espositivi della Fondazione. In seguito a ciò, la famiglia Furlan si trasferisce in un’ala del castello di Spilimbergo, a pochi chilometri da Pordenone, oggi sede legale dell’ente, dove lo scultore trascorre gli ultimi anni della sua vita creativa.

Fin dagli inizi della sua attività, la Fondazione si è impegnata in numerose e qualificate iniziative espositive, editoriali e di studio. Nel 2005, grazie alla collaborazione stabilita con varie istituzioni locali, tra cui il Comune di Pordenone e l’Università di Udine, l’ente ha preso parte alle celebrazioni del centenario della nascita dello scultore, occasione per approfondire la figura di Ado Furlan, anche in rapporto al più ampio contesto della scultura italiana del Novecento, attraverso un convegno di studio (2004) e tre esposizioni in sedi diverse della città friulana.

“Percorsi nella scultura italiana”, Spilimbergo, Palazzo Tadea (foto Elio e StefanoCiol)
“Percorsi nella scultura italiana”, Spilimbergo, Palazzo Tadea (foto Elio e Stefano Ciol)

La Fondazione ha quindi organizzato un numero considerevole di mostre, intese non solo a valorizzare le proprie collezioni, in gran parte provenienti dall’eredità di Italo Furlan, già gallerista a Milano e docente universitario a Padova, nonché principale promotore e primo presidente della Fondazione, scomparso nel 2014, ma anche a dare risalto alle tendenze più attuali dell’arte contemporanea e ai giovani artisti, con particolare attenzione ai vincitori del premio In Sesto, istituito dal Comune di San Vito al Tagliamento fin dal 2009. Tra le esposizioni più recenti, si ricordano quelle dedicate ai rapporti tra Italo Furlan e il pittore Carlo Ciussi (2018; 2019) e tra quest’ultimo e il pittore Aldo Colò (2023-2024). Per marcare il novantesimo anniversario della nascita di Italo Furlan (2023), la fondazione ha inoltre curato a Spilimbergo una mostra focalizzata su alcuni momenti del Novecento a Parigi attraverso opere già appartenute allo stesso Italo.

Nel corso degli anni l’ente friulano ha accresciuto il proprio patrimonio con acquisti diretti di opere e donazioni, sia da parte di artisti con i quali ha avuto relazioni, che da soggetti privati. Da segnalare nel 2016 l’acquisto di un gruppo di opere realizzate da Ado Furlan tra gli anni Trenta e il 1971 e della sua biblioteca, faticosamente formata durante il periodo romano. Tra le donazioni elargite da privati, va invece ricordata la grande veduta prospettica del Municipio di Pordenone eseguita dall’architetto Cesare Scoccimarro nel 1926. In occasione del proprio ventennale, una parte di queste acquisizioni, comprendente anche una serie di opere di artisti contemporanei legati alla Fondazione (Ida Blazicko, Nicola Carrino, Mathilde Caylou, Massimo Poldelmengo, Anna Pontel, Nelio Sonego, Nicola Verlato, Carlo Vidoni), è stata oggetto di una mostra, tra maggio e luglio di quest’anno, negli spazi di Casa Furlan a Pordenone.

“Percorsi nella scultura italiana”, Spilimbergo, Palazzo Tadea (foto Elio e StefanoCiol)
“Percorsi nella scultura italiana”, Spilimbergo, Palazzo Tadea (foto Elio e Stefano Ciol)

Parallelamente all’attività espositiva, la Fondazione ha avviato una serie di pubblicazioni scientifiche che hanno contribuito ad arrichire la conoscenza dello scultore e delle opere di proprietà dello stesso ente. In particolare, tra 2004 e 2006, sono stati dati alle stampe tre volumi incentrati sulla corrispondenza avvenuta tra l’artista, la moglie Ester Scaini e alcuni esponenti della Scuola romana (Pericle Fazzini, Luigi Montanarini, Angelo Savelli).

Le collezioni della Fondazione, oggi presieduta dalla figlia dello scultore, Caterina Furlan, sono dal 2011 visibili in alcune sale al pianoterra del cinquecentesco palazzo Tadea di Spilimbergo in un’esposizione permanente intitolata “Percorsi nella scultura italiana”, aperta al  pubblico ogni anno nei mesi estivi. Divisa in tre sezioni (Scultura in Friuli Venezia Giulia 1841-1942; Ado Furlan scultore 1905-1971; Percorso nella scultura italiana contemporanea 1958-2001), la mostra offre un sguardo complessivo sulla scultura italiana dalla metà dell’Ottocento  ai primi anni Duemila.

“Percorsi nella scultura italiana”, Spilimbergo, Palazzo Tadea (foto Elio e Stefano Ciol)
“Percorsi nella scultura italiana”, Spilimbergo, Palazzo Tadea (foto Matteo Maggiolo)

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