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Fotografia imperfetta dentro il fragile vivere. Il bellissimo progetto sull’Alzheimer di Maurizio Galimberti

Francesco 2024, Maurizio Galimberti
Francesco 2024, Maurizio Galimberti

Il 14 settembre la mostra Fotografia imperfetta dentro il fragile vivere, di Maurizio Galimberti, inaugura alla Fondazione Luigi Rovati il mese dedicato alla malattia di Alzheimer. In mostra una serie di ritratti fotografici inediti realizzati da Maurizio Galimberti ai residenti del “Paese Ritrovato”, il Villaggio per la malattia di Alzheimer progettato e realizzato dalla Cooperativa La Meridiana di Monza. Ogni anno il 21 settembre si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale dell’Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall‘Alzheimer’s disease international (ADI): nel corso di tutto il mese vengono proposte iniziative per far conoscere e diffondere maggiori informazioni sulla malattia. La malattia di Alzheimer è la più comune forma di demenza. Insorge più frequentemente dopo i 65 anni di età e colpisce più spesso le donne. Come tutte le forme di demenza comporta un progressivo decadimento delle funzioni cognitive, a cominciare dalla memoria. La Fondazione Luigi Rovati ha, fin dalla sua apertura, posto al centro delle sue attività e iniziative i valori dell’inclusione sociale. È in questo quadro che si colloca “Museo Gentile”, sintesi di una serie di progetti appositamente studiati per accogliere persone con fragilità e necessità particolari, in autonomia o insieme ai familiari, amici e care-giver, attraverso percorsi diversificati di fruizione del Museo e delle sue opere d’arte. All’interno di questo sistema più ampio, in occasione del mese dell’Alzheimer, Fondazione Luigi Rovati, in collaborazione con la Cooperativa La Meridiana di Monza, inaugura la mostra di Maurizio Galimberti Fotografia imperfetta dentro il fragile vivere e presenta il progetto Stare bene insieme, il percorso di visita alle collezioni museali rivolto alle persone con patologie neurodegenerative. Per la mostra Maurizio Galimberti  ha  lavorato con due differenti tecniche. Con la prima, parte da scatti realizzati con una Leica Q3, una macchina mirrorless, e successivamente utilizza una Polaroid Giant Camera 50×60: questa modalità ha permesso di trasferire la Polaroid su carta da disegno a umido, appositamente preparata per trattenere la matrice fotografica. Con la seconda usa la fotocamera Polaroid I-2: quattro ritratti sono stati realizzati anche con una lente addizionale appoggiata  sulla fotografia stampata dal ritratto originale.

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