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Consulenza a regola d’arte #4. Come si valuta un’auto d’epoca? Il settore automotive

Fonte: classica-advisory.it
Fonte: classicar-advisory.it

 

Testi estratti dal volume “Economia dell’Arte” per pubblicazione su ArtsLife a puntate.

L’intervista fa parte del capitolo “Consulenza a regola d’arte: il servizio di art advisory” di Giorgia Ligasacchi, tratto dal recente volume “ Economia dell’Arte. Mercato, diritto e trasformazione digitale ”, curato da Annapaola Negri-Clementi ed edito da Egea, 2023. Per approfondimenti clicca qui .

L’attività collezionistica è ampia e multiforme, e in grado di soddisfare ogni più disparato piacere umano. Oltre all’opera d’arte, di cui si ha avuto modo di scrivere approfonditamente nelle pagine precedenti, e che rappresenta sicuramente la categoria più attenta sul mercato, è giusto ricordare che il mondo del collezionismo è abitato anche da tutta una serie di altri beni o oggetti da collezione che vantano peculiarità e proprie regole di valutazione.

Al fine di avere una visione più completa e nitida dell’universo del collezionismo, si propone ora un’analisi di alcuni settori di interesse attraverso il supporto di professionisti ed esperti (appartenenti a case d’asta o società specializzate) che, grazie alla loro profonda esperienza e passione, guidano il lettore alla scoperta dei settori dei gioielli e preziosi, degli orologi, della numismatica e delle auto d’epoca [1].

La valutazione economica di un’auto d’epoca e altre curiosità sul settore automotive
Intervista a Marco Di Pietro e Giuseppe Barbera, founder di Classic Car Advisory

Come si valuta un’auto d’epoca, quali sono gli aspetti che un esperto deve considerare per fornire la sua quotazione?

Per stabilire il valore di stima di un’auto da collezione in genere, sia essa storica, classica o moderna, occorre stabilire innanzitutto il grado di rispondenza al concetto di originalità di tutte le parti che la compongono. È fondamentale l’utilizzo di fonti di informazione e controllo affida- bili: in questo senso, la documentazione storica che solitamente accompagna l’auto è il primo passo; fondamentale è l’analisi della documentazione dell’eventuale restauro: il ripristino di carrozzeria, interni e meccanica deve essere stato seguito passo dopo passo con un adeguato dossier foto e video. Una certificazione d’origine del costruttore sicuramente costituisce una fonte d’informazione preziosa e una garanzia in più. La definizione del valore, secondo il sistema utilizzato da Classic Car Advisory, parte dal rilievo della quotazione di Ruoteclassiche, la rivista di riferimento in Italia nel settore delle auto da collezione che produce le valutazioni per buona parte dei veicoli esistenti a uso stradale. Ma la quotazione è solo un punto di partenza: va confrontata con i risultati di vendita delle aste nazionali e internazionali, con l’andamento storico delle transazioni degli ultimi cinque anni, con le richieste di mercato visionabili sui principali marketplace di e-commerce e, infine, parametrata all’effettivo stato di conservazione o restauro, attraverso un’expertise di verifica diretta.

Quali sono le tipologie di auto più desiderate dai collezionisti?

Nel nostro Paese i collezionisti di veicoli d’epoca censiti sono oltre 200.000, per un patrimonio di auto che si avvicina al milione di pezzi, considerando tutte le auto e le moto con età superiore ai vent’anni, utilizzate o conservate secondo le regole del collezionismo. Infatti, non sono solamente le storiche d’anteguerra o le sportive degli anni Cinquanta e Sessanta nel mirino degli appassionati, anzi: queste costituiscono una quota del 20 per cento sul totale del patrimonio nazionale. L’attenzione (e, di conseguenza, il volume delle transazioni) si concentra sulle auto dei periodi successivi, con particolare predilezione per le cosiddette youngtimer, cioè le auto prodotte dal 1980 al 2000, che rappresentano il segmento più vivace, nonché redditizio in termini di rivalutazione economica. Interessante è anche il segmento delle instant classic, vetture a tiratura limitata e numerata, in genere supercar e hypercar prodotte nel primo decennio di questo secolo, che diventano veri e propri oggetti da investimento e con ritorno economico già nel breve-medio periodo. L’heritage nell’auto storica è un fenomeno che coinvolge ormai direttamente anche le case costruttrici: quasi tutte hanno un proprio reparto classic, che provvede al restauro, alla riproduzione delle parti di ricambio e, soprattutto, alla certificazione dell’autenticità dei propri modelli.

Italia vs estero. Quali sono le caratteristiche del settore automotive nazionale?

L’elemento distintivo italiano del collezionismo di auto – passione che nasce in Inghilterra prima del secondo conflitto mondiale, si sviluppa in Europa e in America a partire dalla fine degli anni Cinquanta, per poi diventare un fenomeno di massa dagli anni Ottanta – è il maggior rigore filologico. Ancora oggi, la qualità dei restauri eseguiti in Italia sono portati come esempio in tutto il mondo, forse perché la cultura della conservazione è un elemento insito nel DNA del Paese che raccoglie oltre il 70% del patrimonio artistico globale. Dai noi il concetto di over-restoring (ricondizionare l’automobile d’epoca rendendola più bella e appariscente di quando è stata prodotta al tempo) e quello di restomod (il restauro «modernizzato», aggiungendo tecnologia moderna per migliorare le prestazioni e la guidabilità) fanno poca presa, anche sulle nuove generazioni che si affacciano al collezionismo, e per il momento sono limitati a un target di collezionista dalla capacità di spesa molto elevata. L’Italia è anche la patria degli eventi fondamentali che cadenzano la stagione delle manifestazioni espositive o sportive: la Mille Miglia storica, per esempio, è l’evento clou dell’anno, che raccoglie una carovana dal valore complessivo di centinaia di milioni di euro, itinerante lungo 1.600 chilometri della Penisola, con la partecipazione (per il 40 per cento di stranieri) delle più importanti auto da collezione di produzione corsaiola costruite tra il 1927 e il 1957 (gli anni in cui si svolgeva la «vera» e celeberrima corsa di velocità).

A proposito di Mille Miglia. Quali sono gli appuntamenti che non possono mancare nell’agenda del collezionista di «sculture in movimento»?

Oltre, come detto, alle Mille Miglia, nell’agenda del collezionista di automotive non può mancare il Concorso d’Eleganza di Villa d’Este sulle rive del Lago di Como. Qui, una giuria internazionale giudica la qualità di conservazione o di restauro delle più belle vetture del mondo, con un premio assoluto (Best of Show) e numerosi premi di categoria (per periodi o tipologie). Villa d’Este, ispirato a un evento del passato, si posiziona almeno allo stesso livello di altri eventi di caratura mondiale come il Concours d’Elegance di Pebble Beach in California, così come la Mille Miglia storica si misura, in prestigio, con il Monaco Historique Grand Prix (in calendario la settimana che precede il G.P. di Formula 1), Le Mans Classic o il Goodwood Revival.

[1] Interviste condotte nei mesi di febbraio-marzo 2023

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