Nicola Vassell è «una galleria d’arte contemporanea con sede a New York impegnata in una ricerca che allarga la lente della storia e del futuro dell’arte. Si concentra sullo sviluppo di un programma intergenerazionale e interdisciplinare di artisti e pensatori internazionali». Fino al 19 ottobre 2024 la galleria ospita la personale di Wangari Mathenge “Bedimmed Boundaries: Between Wakefulness and Sleep”, con opere nuove realizzate dall’artista nel corso dell’ampio studio che sta conducnedo sugli stati altertai di coscienza.
“Bedimmed Boundaries: Between Wakefulness and Sleep” presenta «una nuova serie di dipinti e videoinstallazioni di Wangari Mathenge in cui l’artista osserva il proprio corpo addormentato per trarre profonde intuizioni personali sulla natura degli stati alterati di coscienza. Questo recente lavoro ritrae la sua esperienza di due particolari fenomeni psicologici: l’ipnagogia, il passaggio dalla veglia al sonno, e l’ipnopompia, il passaggio dal sonno alla veglia. In mezzo a sogni semi-lucidi, i suoi sensi distorcono, o addirittura fondono, il fisico e il fantastico, provocando un’accentuata sensazione di euforia», ha spiegato la galleria.
«Per sviluppare il vocabolario visivo dei suoi viaggi ipnagogici e ipnopompici, – ha proseguito – Mathenge ha iniziato a raccogliere documenti testuali e visivi; ha sistemato in casa sua delle telecamere per filmare i suoi movimenti notturni e ha tenuto un quaderno per raccontare i dettagli dei suoi sogni recenti e ricorrenti. Attraverso una serie di autoritratti, l’artista ritrae il suo corpo in stati fluttuanti di riposo su pannelli multipli e di lunga durata. Immagina i suoi occhi svolazzanti e gli spasmi irrequieti come finestre sul suo subconscio con le tende tirate: gesti che implicano, più che illustrare, le sue vivide allucinazioni».
«Mathenge è interessata a sovvertire le associazioni convenzionali con il corpo a riposo, dando forma espressiva alla ricerca scientifica che riflette sul sonno come un’attivazione del cervello, paragonabile alla stimolazione metabolica che il cervello produce nella coscienza. Citando i recenti studi del neuroscienziato Rahul Jandial, l’artista considera il riposo come un significante di impulsi neurali sfumati e astratti che stimolano la creatività, la memoria e le situazioni libere dalla logica richiesta dal funzionamento esecutivo. Attraverso la torsione e la rotazione dei piani pittorici, i confini tra veglia e riposo vengono smantellati; in ogni immagine, l’artista fa collassare abilmente i poli diametrali della stessa realtà».
«Mentre le ore passano da un pannello all’altro, la sua tavolozza passa da tonalità brillanti di giallo e verde a toni profondi di ocra e muschio. Mentre i suoi dipinti offrono scene austere di resistenza, immobilità e sonnambulismo, pennellate animate infondono l’ambiente domestico con vibrazioni enigmatiche, gesti vorticosi che trasmettono l’esperienza inquietante di percepire la sua aura estatica da una prospettiva a volo d’uccello. Ammantate di sonno, le composizioni di Mathenge sono ipnotiche e perplesse, ritratti della sua mente che cerca l’equilibrio tra il regno empirico e quello immaginario».
Wangari Mathenge (1973, Nairobi, Kenya), ha ricordato la galleria, «vive e lavora a Chicago. Si è laureata alla Howard University e al Georgetown University Law Center e ha conseguito un MFA in pittura e disegno presso la School of The Art Institute di Chicago.
Dopo una carriera nel mondo degli affari internazionali e della legge, Wangari Mathenge ha iniziato a dedicarsi professionalmente alla pittura nel 2019. Il lavoro di Mathenge è una testimonianza visiva dell’esperienza femminile nera di esistere simultaneamente all’interno di due culture: la società africana tradizionale e la diaspora. Figurativi, con motivi e tinte vivaci, i suoi dipinti sono vivaci e generativi. Le sue ricche composizioni, arricchite da tratti e segni gestuali, spesso ritraggono amici intimi e persone care. I ritratti di Mathenge sono spaccati di vita che offrono una visione intima dell’interiorità dei suoi soggetti».