Dal 20 al 29 settembre, la Fondazione Luciana Matalon di Milano (Foro Buonaparte 67, proprio a un tiro di schioppo dal Castello Sforzesco) ospiterà Image Nation a cura di Martin Vegas. Una manifestazione che ha già lasciato il segno a Parigi e New York e che ora punta dritta al cuore della città meneghina con un format audace: cinque mostre, un collettivo internazionale e oltre 300 fotografi da ben 70 paesi del mondo. Non stiamo parlando della solita rassegna. Qui la fotografia diventa un vero e proprio linguaggio universale che non conosce barriere, un veicolo per esplorare l’identità, l’intimità e il nostro complesso mondo contemporaneo. Dai grandi maestri del digitale ai pionieri della pellicola analogica, senza dimenticare l’intramontabile fascino della Polaroid.
Ma veniamo alle mostre. Ad aprire le danze The New Aesthetics, una visione audace sul futuro della fotografia contemporanea. Con opere inedite, la prima mostra riunisce tutti quegli artisti che hanno fatto parlare di sé nelle edizioni precedenti. Emergenti o affermati, questi fotografi sfidano i limiti del mezzo con una visione che mira a ridefinire i confini della percezione visiva. Subito dopo, ci si immerge nell’intimità di Free Bodies: Tales of Intimacy, dove il corpo umano diventa protagonista, non solo come oggetto di rappresentazione estetica, ma come veicolo di identità e politiche. Qui il contatto visivo con l’altro si trasforma in un’esperienza di riconoscimento profondo. Attraverso l’obiettivo di una nuova generazione di artisti, le opere svelano la vulnerabilità e la bellezza della nostra stessa intimità.
Per chi ha invece nostalgia di quei bei tempi in cui con una Polaroid in mano si immortalava il presente senza filtri né ritocchi vi èPolaroid: That Magic Moment. 60 fotografi da 5 continenti riportano in vita la magia del celebre formato istantaneo, capace di catturare emozioni in un solo click. Un omaggio a un’epoca iconica, riletta attraverso occhi contemporanei.
Dopo il primo weekend, la scena cambia, dal 27 settembre inaugura Just Women: Celebrating Women Photographers, che mette in luce l’occhio e il cuore femminile. Un collettivo internazionale che trasforma la fotografia in un campo di battaglia per liberarsi dagli stereotipi di genere e reinventare la narrazione visiva. La forza di queste immagini ci porta a ripensare cosa significhi veramente essere donne, artiste e fotografe nel mondo contemporaneo.
A chiudere il cerchio, Atlas of Humanity: Celebrating Cultural Diversity, un’opera monumentale che documenta la bellezza e la varietà di oltre 1000 gruppi etnici da ogni angolo del pianeta. Un viaggio attraverso volti, culture e tradizioni che si stanno rischiando di perdere in un mondo sempre più omologato e globalizzato. Un tributo alla ricchezza dell’umanità, che invita a riscoprire le nostre radici e a riflettere sul futuro.